C’è davvero in po’ di tutto nella pattuglia sempre più numerosa delle piccole e medie imprese che si affacciano alla quotazione sull’Aim.
Per gli epicurei più raffinati prende il via, sotto la regia di Palladio e di Smart Capital, l’iter della quotazione della Compagnia dei Caraibi, società benefit tra i principali player del mercato italiano “nella scoperta, sviluppo e distribuzione di spirits di categoria premium e super premium nonché, da dicembre 2020, nella distribuzione di vini con una distintiva capacità di brand building”.
Ma è anche il giorno del collocamento delle azioni di Ulisse BioMed, società biotech che opera nel settore healthcare e in particolare nella diagnostica e nella teranostica (l’integrazione di un metodo diagnostico con un intervento terapeutico) che, tra i suoi prodotti di riferimento, ne vanta due nella diagnostica del Sars-Cov-2, Coronamelt e Coronamelt Var, che vengono prodotti e commercializzati da Menarini.
Merita riflettere su quest’avventura, nata dalla combinazione tra scienza e finanza, di quelle che siamo abituati a vedere spuntare a San Diego piuttosto che a Cambridge, ma che stavolta nasce in quel di Trieste dall’incontro tra due giovani ricercatori, Bruna Marino e Rudy Ippodrino (30 e 34 anni nel 2015), entrambi usciti con un PhD in Biologia molecolare dalla Scuola Normale di Pisa, ed un imprenditore esperto di finanza, Saverio Scelzo che, dopo una lunga esperienza come manager in America era tornato in Italia dove aveva fondato Copernico Sim, società di consulenza finanziaria con un forte radicamento nel Nord Est.
Oggi, sei anni dopo la nascita della società, Ulisse Biomed, presieduta da Scelzo, (Bruna Marini è Chief operating officer e Ippodrino è Chief scientific officer) vanta attorno al quartier generale nell’area dello science Park di Trieste una rete di collaboratori scientifici e advisor di grandissimo prestigio che fanno parte del Comitato scientifico: personaggi come Robert Gallo, lo scienziato americano noto per aver scoperto nel 1982 l’origine retrovirale dell’Aids, l’inglese Lawrence Banks, direttore dello ICGEB (International Centre for genetic engineering and biotechnology) di Trieste, e Joseph Kates, ex direttore della Ricerca di Bayer Pharmaceuticals.
E’ questo il biglietto da visita della società che punta a raccogliere 4 milioni di euro (che potrebbero salire a 4,5 milioni con l’utilizzo della green shoe) che serviranno per finanziare la spesa di R&D del quadriennio 2021-2024. “La nostra missione – si legge nel sito – è creare sistemi diagnostici innovativi, che possano raggiungere direttamente le persone, facendo così crescere la frequenza dei controlli sanitari e migliorando il successo delle terapie usate”.
Dal punto di vista commerciale, il risultato finora più importante è stato raggiunto nel 2019 con la messa a punto di LadyMed Hpv: un innovativo kit diagnostico per il rilevamento del Papilloma virus umano (Hpv), che rende il sistema di diagnosi non invasivo, preciso ed economico. Si tratta di un’infezione molto frequente che si trasmette sessualmente e nella maggioranza dei casi origina infezioni che regrediscono spontaneamente. Tuttavia, i ceppi Hpv16 e 18 sono responsabili di circa il 70% dei tumori della cervice a livello globale.
L’attività è stata finanziata finora in parte grazie a contributi ma soprattutto dai fondi (5 milioni) raccolti tra 1.154 investitori che oggi possiedono azioni privilegiate. Con la quotazione in Borsa, che avverrà al segmento Aim di Piazza Affari, le azioni privilegiate saranno convertite in ordinarie. Tutti gli attuali soci hanno aderito a un lock-up di 24 mesi, compresi i fondatori Rudy Ippodrino e Bruna Marini, che hanno rispettivamente l8,5% e il 5,6%, ed il socio principale Copernico Innovazione che possiede una quota del 16,9%.
Grazie al collocamento di nuove azioni in Borsa Ulisse BioMed punta ad accelerare lo sviluppo di aree che mostrano un grande potenziale attraverso l’utilizzo di due piattaforme:
1) NanoHybrid è un’esclusiva piattaforma di amplificazione di biomolecole multimodali basata su DNA/PNA (acido peptidico) in grado di rilevare anticorpi specifici e analiti proteici, rapidamente e quantitativamente, direttamente dal siero o dal sangue intero. Ciò consente di sviluppare dispositivi medici POC e strumenti di autotest per rilevare virus e tumori con tempi e costi ridotti, e con una precisione senza precedenti;
2) Aptavir è una piattaforma tecnologica per l’identificazione e la produzione di molecole antivirali, chiamate aptameri. I potenziali prodotti sviluppabili grazie alla piattaforma Aptavir comprendono aptameri per scopi terapeutici e additivi per prodotti farmaceutici, dispositivi medici e cosmetici. Ulisse BioMed prevede di sviluppare un aptamero per prevenire e curare Sars-CoV-2, che potrebbe essere integrato in uno spray nasale.