Condividi

Covid, banche e prezzi: spinte contrastanti frenano le Borse

L’inflazione Usa sfonda la barriera del 5% ma corrono anche gli utili trimestrali di JP Morgan e Goldman Sachs mentre le varianti Covid gettano ombre sulla ripresa. Vendite sulle banche e industria oil, Vola Mondadori. Bene i titoli di Stato

Covid, banche e prezzi: spinte contrastanti frenano le Borse

Corre l’inflazione Usa nel mese di giugno, ma corrono anche gli utili trimestrali di alcune grandi banche americane, così i mercati oscillano tra i timori di un cambiamento della politica monetaria della Fed e le speranze di una solida ripresa. Wall Street parte debole, ma si rianima presto e al momento procede contrastata, dopo i record della viglia; solo il Dow Jones è in lieve calo. 

L’Europa archivia una seduta cauta, appesantita nella zona euro dalle vendite sulle banche che penalizzano soprattutto Madrid -1,4% e Milano -0,5%. Piatte Parigi -0,01% e Francoforte +0,01%, mentre Amsterdam sale dello 0,6%. Londra è incolore, ma con le banche positive a seguito del fatto che la BoE ha rimosso le restrizioni sui pagamenti dei dividendi decise durante la pandemia. Le banche sono ora abbastanza forti per sostenere l’economia – sostiene la Banca centrale inglese- e i risultati provvisori dello stress test hanno mostrato che il settore è “resiliente”.

Di forza bancaria se ne è vista intanto a New York, con i conti del secondo trimestre di JpMorgan e Goldman Sachs. La prima mostra un balzo dell’utile netto (+155%), ma ricavi in calo del 7%, mentre la seconda ha profitti e ricavi in rialzo.

A catalizzare l’attenzione però sono poi i prezzi al consumo del mese di giugno, cresciuti ben oltre le attese, in una misura che non si vedeva dal 2008: +0,9% rispetto a maggio e +5,4% rispetto a un anno fa. Il dato “core”, vale a dire quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto a sua volta dello 0,9% mensile e del 4,5% annuale, il passo più veloce dal settembre 1991.

Riparte così il dibattito sui tempi di una svolta da parte della Fed, mentre in anticipo sui dati, James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis, in un’intervista all’WSJ spinge per un cambio di rotta: “Con l’economia che cresce al 7% e la pandemia sotto controllo, è arrivato il momento giusto per ritirare le misure di emergenza”.

Il balzo dell’inflazione si è fatto sentire immediatamente sul dollaro, che ha ripreso a correre per poi rallentare. L’euro tratta contro il biglietto verde in calo dello 0,35% a 1,1817. Sale anche lo spot gold, in rialzo dello 0,4% a 1813,43 dollari l’oncia.

I T-Bond invece non sembrano risentire troppo dell’andamento dei prezzi al consumo del mese di giugno e, dopo un momentaneo rialzo, il tasso del decennale risulta ora in lieve calo rispetto alla chiusura di ieri intorno a 1,356% (1,363%). 

Bene anche i titoli di Stato italiani. Sul mercato secondario arretra infatti il rendimento del Btp decennale, +0,71% e lo spread con il Bund si restringe a 105 punti base (-2,06%), muovendosi ormai da tempo in una forbice ristretta grazie a tre fattori, secondo un’interessante analisi di Reuters. Il primo è il programma di acquisto di obbligazioni della Banca centrale europea che ha bloccato i costi di finanziamento in tutta l’area dell’euro. Il secondo è il Recovery Fund post-pandemia dell’Unione europea da 800 miliardi di euro, di cui l’Italia è uno dei principali beneficiari. Infine, il terzo, è la nomina a febbraio dell’ex capo della Bce Mario Draghi a primo ministro, che ha acceso la speranza che l’Italia possa utilizzare in modo efficace i fondi per stimolare la crescita economica.

Intanto il ministro dell’economia Daniele Franco annuncia che il primo versamento di circa 25 miliardi all’Italia da parte della Commissione europea nel quadro di Next Generation EU avrà luogo entro fine luglio e la prima parte di agosto, in un’unica soluzione. Il ministro frena però i facili entusiasmi sulla crescita e, al termine dell’Ecofin, osserva: “le previsioni economiche della Ue sull’Italia “ci hanno smentito in meglio”, però si tratta “di un rimbalzo rispetto ai 9 punti persi l’anno scorso, quindi dobbiamo tenerne conto, ce ne restano altri 4 da recuperare. Nel terzo trimestre dell’anno prossimo torneremo ai livelli di crescita pre-crisi”.

In Piazza Affari intanto, nella seduta di oggi, a zavorrare il listino sono state soprattutto le vendite su Bper -3,41%; Unicredit -1,7%; Intesa -1,54%.

Male Leonardo -2,69% e titoli oil come Tenaris -2,14% e Saipem -1,24%, nonostante il petrolio si muova in frazionale progresso, Brent +0,7% intorno a 75,70 dollari al barile.

Fanno da argine al Ftse Mib le utility: Inwit +1,41%; A2a +1,28%; Terna +0,74%. Non si fermano i progressi di Moncler +0,84%.

Piccoli passi per Campari (+0,22%) che, insieme a Moët Hennessy, darà vita a una joint venture al 50/50 con l’obiettivo di investire in società di e-commerce Wine&Spirit per costruire un player europeo specializzato in questo canale in crescita.

Fuori dal paniere principale resta protagonista Mondadori +10,17% promossa dagli analisti dopo l’accordo per l’acquisto di De Agostini Scuola.

Commenta