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Acqua e rifiuti: Italia a due velocità

Nel settore idrico 15,5 miliardi di investimenti con un tasso di realizzazione al 98%. Lo certifica la relazione annuale di Arera. Il disastro rifiuti fotografato nella forte frammentazione di operatori. Prezzi dell’elettricità calo a causa della pandemia

Acqua e rifiuti: Italia a due velocità

Il servizio idrico italiano fa grandi passi in avanti, sui rifiuti invece continua a pesare la forte frammentazione di operatori e governance che ostacola il funzionamento di un sistema sempre più in bilico. Buone notizie anche sull’elettricità, con i prezzi medi dell’energia per i consumatori domestici e le imprese in deciso miglioramento rispetto agli altri paesi dell’Area euro.

Sono questi i dati principali contenuti nella relazione Annuale Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente, sullo Stato dei servizi e sull’attività svolta nel 2020, un documento che registra l’impatto nazionale e internazionale della pandemia di Covid-19 – La tradizionale presentazione del Collegio al Parlamento e al Governo si terrà a fine settembre. 

“I numeri del 2020 mostrano l’effetto della pandemia sul livello dei consumi e prezzi – dichiara il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini – ma al tempo stesso la buona resilienza dei sistemi dell’energia e dell’ambiente che, mentre garantivano continuità del servizio ai cittadini, sono stati capaci di porre le basi della ripresa che stiamo vivendo in queste settimane. L’azione dell’Autorità ha supportato questi equilibri e da ora in poi sarà a disposizione degli organismi che presiedono l’utilizzo efficiente delle risorse del PNRR sul territorio, garantendo il quadro di regole adatto ad operazioni straordinarie”.

ACQUA

Partiamo dal servizio idrico. La spesa per investimenti, in termini assoluti, inclusa la disponibilità di fondi pubblici, ammonta a 15,5 miliardi di euro per il quadriennio (circa 3,9 miliardi di euro l’anno), con un tasso di realizzazione medio degli interventi programmati pari al 98%. In ribasso invece le perdite, passate dal 43% al 41%.

Rispetto al 2019, lo scorso anno la variazione media dei corrispettivi applicati all’utenza risulta pari all’1,97%. “Si conferma, dunque, una sostanziale stabilità delle tariffe all’utenza, pur in presenza dell’avviato percorso di miglioramento della qualità del servizio idrico integrato”, sottolinea l’Autorità.

Con riferimento a un campione di 85 gestori che erogano il servizio idrico a circa 35 milioni di abitanti, per il 2020 la spesa media annua sostenuta da una famiglia di 3 persone con consumo annuo pari a 150 mc (la cosiddetta famiglia tipo) ammonta a 317 euro l’anno a livello nazionale, con un valore più basso nel Nord-Ovest (244 euro l’anno) e più elevato nel Centro (380 euro l’anno).

RIFIUTI

Sui rifiuti l’Arera registra la fortissima frammentarietà della governance. Al maggio 2021, infatti risultano iscritti all’anagrafica operatori dell’Autorità 7.470 operatori (+14% rispetto al 2019) di cui 7.253 iscritti come gestori. In particolare, rispetto all’anno precedente, l’Autorità evidenzia un aumento significativo (pari a circa il 62%) dei soggetti iscritti come enti territorialmente competenti (Etc), saliti a quota 3.523 unità. Sotto il profilo tariffario, il 2020 è stato fortemente condizionato dalle misure emergenziali introdotte per far fronte alla pandemia, con riferimento sia alle proroghe dei termini di approvazione della Tari 2020, sia alla deroga all’applicazione delle disposizioni del metodo tariffario Arera prevista dal decreto legge n. 18/2020. 

ELETTRICITÀ

Nel 2020, i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici e per le imprese hanno registrato un deciso miglioramento rispetto agli altri paesi dell’Area euro. I consumi di energia elettrica hanno mostrato una diminuzione del -6% (-1% nel 2019), dovuta principalmente alla straordinaria situazione pandemica verificatasi durante l’anno. La flessione ha interessato tutti i settori di consumo, in particolare il terziario e l’industriale, a eccezione di quello domestico, dove invece c’è stato un aumento dei consumi del +2%.

La domanda nazionale è stata soddisfatta per il 90,2% (l’88% nel 2019) dalla produzione nazionale. Il termoelettrico è passato da 176,17 a 163,54 TWh (-7,2%), mentre le fonti rinnovabili sono risultate complessivamente in lieve aumento, nonostante una contrazione del 7,4% nella produzione da fonte eolica e dello 0,8% nel geotermico. La produzione di energia solare, in particolare, ha fatto registrare un incremento del 5,3% rispetto al 2019.

 In riferimento alle rinnovabili, il report sottolinea infine che la richiesta di energia sulla rete è stata soddisfatta per il 41,2% dalla produzione da fonti idroelettriche rinnovabili, eoliche, fotovoltaiche, geotermiche e biomasse, registrando un valore pari a 116,05 TWh (+1,3% rispetto all’anno precedente). La quota di Enel nella produzione è stata del 15,8% (17% nel 2019). Eni si conferma, come già per la prima volta nel 2019, il primo operatore nella generazione termoelettrica avendo avuto una produzione maggiore di Enel, pur a fronte di una potenza installata inferiore.

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