In Germania sono attive più di 1.600 aziende italiane, che complessivamente danno lavoro a 104mila persone e fatturano ogni anno 59 miliardi di euro. Questi i numeri principali della ricerca “Il valore delle aziende italiane in Germania” realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per la Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien).
Dall’indagine, presentata mercoledì a Milano, emerge inoltre che, se si guarda agli investimenti esteri dei Paesi europei, la Germania rappresenta la seconda meta degli imprenditori italiani, con una quota del 10,8% sul fatturato totale realizzato dalle controllate estere italiane nel mondo (59 miliardi su 546,2 secondo i dati Eurostat).
Nel dettaglio, sono 1.670 le aziende italiane che operano su territorio tedesco (il 7% del totale delle controllate estere italiane) e appartengono per il 61% al mondo dei servizi e per il restante 39% al manifatturiero. La Lombardia è la prima regione di provenienza geografica delle imprese, seguita da Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Trentino-Alto Adige.
Prendendo in esame il fatturato complessivo delle controllate estere attive in Germania, la quota italiana si sostanzia in un 2%, ma aumenta per la distribuzione all’ingrosso (4,4%), i trasporti (2,5%) e per alcuni settori manifatturieri, quali i prodotti e materiali da costruzione (6%), l’elettrotecnica (4,2%), la metallurgia e i prodotti in metallo (3,9%).
In particolare, l’Italia ha una posizione di primato tra i fornitori della catena automotive, fiore all’occhiello del manifatturiero tedesco, con un apporto di valore aggiunto del 2,4% alla produzione tedesca di autoveicoli, davanti a Francia, Polonia e Cina.
“Lo studio presentato oggi conferma la centralità della Germania nelle attività e negli investimenti delle imprese del nostro Paese – commenta Jörg Buck, consigliere delegato della AHK Italien – In generale, l’Italia è un tassello fondamentale all’interno delle catene del valore tedesche e i dati sul commercio bilaterale ci dicono che il ruolo di primo piano dell’Italia per l’industria tedesca ha retto la prova della pandemia. In un’ottica di ripartenza e di crescita continua, occorre continuare a puntare, a livello privato come pubblico, sulle leve strategiche delle aziende italiane evidenziate anche dalla ricerca: l’innovazione, anche nelle sue forme protette dalla proprietà intellettuale, la tutela dell’ambiente e l’elaborazione di modelli produttivi che facciano della sostenibilità il proprio fulcro”.
Secondo Fabrizio Guelpa, responsabile di Intesa Sanpaolo per la ricerca su banche e industria, “le relazioni tra le imprese italiane e quelle tedesche sono un buon esempio di quanto ciò possa essere profittevole. In prospettiva, grazie anche al Pnrr, le imprese italiane potranno rafforzarsi ulteriormente sul piano della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale, diventando così partner di maggior valore per le aziende estere e migliorando la propria competitività a livello internazionale”.