L’uscita di Enel da Open Fiber (di cui il gruppo elettrico controlla il 50%, stessa quota di Cdp) richiederà più tempo del previsto. L’intesa era stata raggiunta nei mesi scorsi e la firma definitiva era attesa per fine giugno, ma secondo quanto dichiarano alcune fonti all’agenzia di stampa Radiocor, per l’atto finale bisognerà attendere fine luglio.
Alla fine di aprile, Enel aveva accettato l’offerta di Cassa Depositi e Prestiti Equity per il 10% di Open Fiber. In precedenza, il gruppo elettrico aveva stabilito di vendere il 40% di OF al fondo australiano Macquarie Infrastructure & Real Assets. Al termine di queste operazioni, quindi, la società guidata da Francesco Starace uscirà completamente dal capitale di Open Fiber.
Il problema è che nel frattempo, a inizio giugno, ai vertici di Cassa Depositi è Prestiti c’è stato un avvicendamento, con Dario Scannapieco che ha preso il posto di Fabrizio Palermo sulla poltrona di amministratore delegato.
In ogni caso, anche dopo la firma di fine luglio, bisognerà aspettare ancora: ci sono infatti i tempi tecnici per l’iter autorizzativo che prevede, tra l’altro, la notifica dell’operazione alla Commissione europea da parte di Cdp. Il motivo è che la Cassa è già azionista di Tim (di cui controlla il 10%) e, una volta conclusa la transazione con Enel, arriverà al 60% di Open Fiber. Il closing definitivo dell’operazione, dunque, potrebbe non arrivare prima dell’autunno.
Intanto, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero nei giorni scorsi, Tim e Cdp sarebbero in trattativa anche sul progetto rete unica previsto nel memorandum firmato il 30 agosto scorso sulla combinazione di Open Fiber con la rete di Tim. L’operazione, secondo le previsioni, si sarebbe dovuta concludere entro il primo trimestre del 2021.
D’altra parte, occorre anche considerare che il progetto rete unica sembra non compatibile con i tempi del Piano nazionale di ripresa e resilienza varato dal governo per ottenere i soldi del Recovery Fund, oltre che con le idee del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, che preferisce puntare su un modello di reti in concorrenza.