Snam ha concluso l’emissione del suo quarto Transition Bond con durata decennale. Con un importo pari a 500 milioni di euro e cedola del 0,625%, i proventi verranno utilizzati per finanziare progetti nella transizione energetica, i cosiddetti Eligible Projects, come definito nel Transition Bond Framework pubblicato nel giugno 2020.
In particolare, l’emissione ha raggiunto un picco di domanda di oltre due volte e mezza l’offerta, con un’elevata qualità e un’ampia diversificazione geografica degli investitori istituzionali.
L’operazione si inserisce nella strategia della finanza sostenibile di Snam, volta a raggiungere la neutralità carbonica al 2040 e sviluppare ulteriormente le proprie attività nella transizione energetica.
Per la società di infrastrutture energetiche i Transition Bond sono essenziali per accrescere il peso della finanza sostenibile da circa il 40% a fine 2020 a oltre il 60% del proprio funding entro il 2024, come anche delineato nel piano strategico. L’ultimo Transition Bond lanciato da Snam risale a febbraio 2021 (cedola annua dello 0% con un prezzo re-offer di 100,198%). Attualmente, Snam ha raccolto 2.850 milioni di euro attraverso l’emissione del Climate Action Bond di febbraio 2019 e dei Transition Bond emessi nell’ambito dell’attuale Framework.
Le obbligazioni – si legge in una nota – rientrano nell’ambito del Programma EMTN (Euro Medium Term Note) di Snam da 11 miliardi di euro deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 12 ottobre 2020 e saranno quotate presso la Borsa del Lussemburgo.
Infine, il collocamento è stato organizzato e diretto da Barclays (in qualità di Joint Bookrunners), BNPP, CACIB, Goldman Sachs International, IMI-Intesa Sanpaolo, ING, J.P. Morgan, MUFG, SMBC Nikko e UniCredit.