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Popolare Sondrio deve diventare spa e Unipol sale al 9%

Via libera del Consiglio di Stato alla riforma delle banche popolari che obbliga la Popolare di Sondrio a trasformarsi in spa – Unipol è già salita al 9% della banca valtellinese che potrebbe partecipare alla creazione del terzo grande gruppo bancario italiano

Popolare Sondrio deve diventare spa e Unipol sale al 9%

Basta alibi. Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi della Banca Popolare di Sondrio e affermato la piena legittimità delle norme della riforma Renzi sulle banche popolari aprendo così la strada alla definitiva trasformazione in spa della banca valtellinese, l’ultima a non essersi finora adeguata alla riforma.

Eliminando il voto capitario, in base al quale nelle assemblee si vota per teste (“ogni testa, un voto”) a prescindere dall’entità della partecipazione azionaria, ora la Popolare di Sondrio, che è peraltro quotata in Borsa, deve trasformarsi in società per azioni e diventa contendibile. E non è un caso che il mercato fiuti il cambiamento e che a Piazza Affari il titolo della Pop Sondrio sia salito dall’inizio dell’anno dell’84% (compreso lo 0,74% di ieri), cioè il triplo del rialzo del settore.

Dietro l’angolo, infatti, c’è Unipol, che è il primo socio di Bper e che ieri è salita al 9,01% del capitale della banca valtellinese della quale aveva già in tasca il 6,9% dopo i recenti acquisti sul mercato. Se non ci saranno imprevisti o altre manovre ostruzionistiche, è evidente che, una volta pienamente trasformata in spa, la Popolare di Sondrio si appresta a cambiare casacca e ad entrare a pieno titolo nel grande risiko bancario che entro l’anno potrebbe portare alla creazione – via Bper o via Banco Bpm – del terzo gruppo bancario italiano dietro Intesa Sanpaolo e Unicredit.

La prima volta che si parlò di superare il voto capitario nelle maggiori banche popolari trasformandole in spa fu nel ’97 e fu l’allora direttore generale del Tesoro, Mario Draghi, a preparare la riforma del Tuf (Testo unico della finanza) ma l’ostruzionismo parlamentare fece cadere la norma prima ancora che vedesse la luce. Poi è toccato al Governo di Matteo Renzi, sostenuto apertamente dalla Banca d’Italia, mandare in porto la riforma delle popolari per decreto dopo vent’anni di tentativi falliti in Parlamento. Ora ci sono voluti altri sei anni dalla riforma per scardinare, attraverso il pronunciamento del Consiglio di Stato, le ultime resistenze della Popolare di Sondrio e speriamo che sia la volta buona per eliminare le chiusure corporative e fare della banca valtellinese una normale spa come tutte le altre società che liberamente hanno deciso di quotarsi in Borsa.

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