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Milan e Juve in Champions con Inter e Atalanta: Napoli piange

Il fascino del calcio è la sua imprevedibilità: il Milan espugna Bergamo, la Juve fa poker a Bologna ma incredibilmente il Napoli inciampa in casa con il Verona e fallisce sul traguardo l’ingresso in Champions dopo un campionato vinto dall’Inter ma aperto e incerto come non mai

Milan e Juve in Champions con Inter e Atalanta: Napoli piange

Milan e Juventus fanno festa, il Napoli resta col cerino in mano. La domenica dei verdetti finisce con un colpo di scena, l’ennesimo di questo incredibile campionato, nel quale le squadre senza obiettivi, quelle che, nel malcostume italico, non vengono nemmeno considerate, hanno deciso la corsa Champions più pazza che mai. Era stato così una settimana fa in Milan-Cagliari e la storia si è ripetuta ieri in Napoli-Verona, con una sostanziale differenza: i rossoneri avevano davanti una settimana di speranza, gli azzurri no. A godere del clamoroso 1-1 del Maradona è stata anzitutto la Juventus, capace di far fruttare al massimo la partita senza storia, quella no, di Bologna, oltre che di passare, nel giro di 15 giorni, da squadra allo sbando sull’orlo del fallimento (sportivo, s’intende) a raccogliere qualificazione e Coppa Italia.

Non deve ringraziare nessuno invece il Milan, se non sé stesso: la vittoria di Bergamo vale il ritorno in Champions dopo 7 anni, a prescindere dal pari del Napoli, inoltre gli permette di chiudere il campionato al secondo posto, sfilato proprio all’Atalanta di Gasperini. Una serata per cuori forti, su tutti i campi, tanto che è impossibile raccontarla a compartimenti stagni, visto l’incredibile saliscendi di emozioni, intrecciate come non mai.

La prima è arrivata dal Dall’Ara di Bologna dopo appena 6’ grazie a Chiesa, lesto nel ribattere in rete una traversa di Rabiot. Juve in vantaggio e totalmente padrona del campo, nonostante la clamorosa panchina di Ronaldo per scelta tecnica: fosse andata male chissà cosa diremmo oggi, sul portoghese (pare sia stato lui a chiedere di non giocare, forse già in ottica Europeo) e su Pirlo, ma già a fine primo tempo si era capito che non era questo il caso, visto che i bianconeri hanno segnato altre due volte, con Morata (29’) e con Rabiot (45’).

Occhi e orecchie del popolo juventino, dunque, si sono spostati sugli altri campi, in particolare su Bergamo, dove il Milan passava la consueta seduta dentistica sulla poltrona di Gasperini. Al 43’ però ecco lo scossone rossonero firmato da Kessié, freddissimo nel trasformare dal dischetto un rigore da 50 milioni (fallo di Maehle su Hernandez), euro più-euro meno.

E a Napoli? La partita più scontata della serata, almeno sulla carta, diventava così il fulcro di tutto, visto che gli azzurri, schiacciati dalle pressioni, faticavano non poco contro il Verona di Juric. Al 60’ però Rrahmani la sbloccava e gli juventini tornavano a disperarsi: con questi risultati, infatti, sarebbero stati loro a retrocedere in Europa League. Ma al 69’ ecco il gol di Faraoni a ribaltare nuovamente la classifica, ridando forza alle speranze bianconere, ormai legate solo ed esclusivamente ai risultati altrui.

Nel frattempo Morata (47’) e Orsolini (85’) fissavano il risultato sul definitivo 1-4, ma questo non interessava più a nessuno, tanto che i giocatori in panchina si giravano letteralmente spalle al campo, ammassati attorno ai tablet sintonizzati su Bergamo e Napoli. Dal Gewiss Stadium arrivava un altro gol di Kessié, nuovamente a segno dal dischetto (92’, questa volta per un mani di Gosens), che faceva esplodere la festa rossonera, mentre al Maradona i tentativi di Politano e Petagna non producevano effetti, certificando così la classifica definitiva: Milan secondo con 79 punti, Atalanta e Juventus terza e quarta con 78, Napoli quinto con 77.

“Missione compiuta, ce lo meritiamo – ha esultato Pioli – Questa squadra è stata ai vertici per tutto il campionato, quindi è giusto così ma dovevamo dimostrarlo, siamo stati bravissimi a sfruttare l’occasione, sono davvero emozionato e felice. Ringrazio il club che ci ha fatto lavorare nel migliore dei modi, il mio staff, i giocatori che hanno dato tutto e poi i tifosi, che anche oggi ci hanno dimostrato cosa significa il Milan”.

“Era importante finire bene il lavoro vincendo la Coppa Italia e portando la squadra in Champions, era un obiettivo importantissimo – il commento di Pirlo – Io mi sono impegnato al massimo e questo è il risultato. Il mio futuro? Mi vedo alla Juve al 100%, ma non sono io che decido: posso solo dire che se ripartiremo insieme l’anno prossimo, lo faremo con basi più solide”.

Clima evidentemente opposto a Napoli, dove l’unico commento, come sempre da gennaio in avanti, è arrivato dal profilo Twitter di De Laurentiis, che ha approfittato dell’occasione per liquidare Gattuso con un post (“Felice di aver trascorso queste due stagioni con te, ti auguro successi ovunque tu vada. Caro Rino, un abbraccio”) assolutamente inequivocabile.

Da oggi, dunque, comincia una nuova fase, ovvero quella del mercato. I primi protagonisti saranno gli allenatori e i giocatori in scadenza, a cominciare proprio dalla panchina del Napoli, ma anche dal futuro di Pirlo, Donnarumma e… Conte. Già, perché ieri è stata pure la domenica dell’Inter, che prima s’è regalata una goleada contro l’Udinese (5-1, gol di Young, Eriksen, Lautaro, Perisic e Lukaku), poi un bagno di folla per la festa ufficiale dello scudetto. In tutto ciò però il tecnico nerazzurro ha preferito nuovamente astenersi dalle interviste, a dimostrazione di una permanenza tutt’altro che certa: a giorni (forse già oggi) ci sarà l’attesissimo incontro con Zhang, per capire i progetti dell’immediato futuro.

A chiudere la giornata dei verdetti il settimo posto della Roma, che grazie al 2-2 di La Spezia (andata sul 2-0 con Verde e Pobega e raggiunta dai gol di El Shaarawy e Mkhitaryan) ha beffato il Sassuolo (vittorioso 2-0 sulla Lazio grazie alle reti di Kyriakopoulos e Berardi su rigore) e conquistato un posto in Conference League. Anche Mourinho, seppur dalla porta di servizio, avrà così un palcoscenico europeo dove esibirsi.

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