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Calcio, il Covid costa 9 miliardi ai club europei

Un rapporto dell’Uefa quantifica i danni della pandemia sui fatturati delle ultime due stagioni: “120 club europei rischiano di sparire” – Se non si fa la Superlega come si rende sostenibile il calcio europeo?

Calcio, il Covid costa 9 miliardi ai club europei

Dopo aver energicamente ma acriticamente bocciato l’ipotesi di una Superlega che potesse in qualche modo aumentare i ricavi (soprattutto per i top club, ma a cascata per l’intero sistema, secondo i promotori), l’Uefa fa i conti con il costo finanziario della pandemia. Ed è un conto pesante: secondo un rapporto pubblicato il 21 maggio, l’organizzazione calcistica europea ha quantificato in 8,7 miliardi l’impatto complessivo del Covid sui fatturati dei club dei 55 campionati nazionali di tutto il continente. L’analisi si riferisce alla stagione scorsa e a quella che sta per finire, e sancisce che nel migliore dei casi una società calcistica europea ha perso “solo” il 10% dei ricavi: i 711 club dei campionati più importanti hanno perso 7,2 miliardi, e secondo Deloitte i 20 top club hanno ceduto da soli oltre 2 miliardi.

Il dato dell’Uefa alla fine è persino peggiore rispetto a quello ipotizzato a febbraio dall’ormai ex presidente dell’Eca Andrea Agnelli, che della Superlega è stato il principale fautore insieme al patron del Real Madrid Florentino Perez: secondo il numero uno della Juventus l’ammanco per le squadre europee sarebbe stato compreso in una forbice tra 6,5 e 8,5 miliardi di euro. A pesare, secondo uno studio Deloitte che si riferisce intanto solo alla stagione 2019-2020, sono state ovviamente tutte le mancate entrate dagli stadi, che stanno riaprendo solo adesso dopo oltre un anno (-17% per i 20 top club, a 257 milioni), ma soprattutto il drastico ridimensionamento dei diritti televisivi, che pesano da soli per quasi 1 miliardo (-23%), considerando solo le 20 maggiori società, tra cui come italiani ci sono Juventus, Inter e Napoli.

Tornando al rapporto dell’Uefa che si riferisce a 711 club e alle ultime due stagioni, il fatturato da stadio perde tra i 3,6 e i 4 miliardi, i ricavi commerciali fino a 2,7 miliardi, i diritti tv fino a 1,4 miliardi. L’unico colpevole della crisi non è solo il Covid, ma anche una cattiva gestione degli anni d’oro, che non sono stati pochi: dal 1999 al 2019, i fatturati dei club europei sono cresciuti dell’8,2% CAGR, una progressione enorme, che ha portato i maggiori 711 a totalizzare ricavi per 23 miliardi di euro, di cui 9,2 miliardi in mano ai 20 club maggiori (nel 2019 per l’Italia erano quattro, oltre a Juventus, Inter e Napoli anche la Roma). Ma già qualcosa scricchiolava. Intanto, gli stipendi dei calciatori si sono gonfiati al punto da assorbire oltre il 60% del fatturato, un dato anomalo per qualsiasi tipo di impresa. Gli stessi calciatori hanno fatto uno sforzo modesto per dare una mano nella pandemia: in totale, in tutti i club del continente si sono decurtati appena un miliardo di salari, sulle ultime due stagioni.

E non è tutto. Anche i loro procuratori sono diventati delle vere e proprie sanguisughe per le casse dei club: dal 2015, quindi ben prima del Covid, gli agenti dei calciatori della sola Serie A hanno intascato la bellezza di quasi 1 miliardo di euro in commissioni. Una cifra assolutamente abnorme, se si pensa che nel 2015 i profitti dei procuratori valevano in tutto 84 milioni, per poi schizzare a 187 milioni nel 2019. La sola Juventus, anche e soprattutto per l’operazione Ronaldo, ha versato nelle tasche degli agenti 190 milioni di euro in 6 anni. Superano i 100 milioni Inter e Roma, rimane appena sotto il Milan. Il risultato è che, oltre agli stipendi folli di alcuni calciatori, troviamo procuratori come Jonathan Barnett, che solo nel 2020, in piena pandemia, ha portato a casa 142 milioni di commissioni; oppure i soliti noti come Jorge Mendes e Mino Raiola con 85 e 70 milioni.

Anche per loro sarà bene ipotizzare una dieta dimagrante, visto che in gioco c’è la sopravvivenza dell’intero sistema: secondo la Uefa, 120 club in tutta Europa rischiano di sparire a causa di questa crisi. E molti di quelli che sopravvivranno lo faranno a colpi di maxi prestiti, un po’ come sta facendo la stessa Inter campione d’Italia, che ancora deve pagare alcune mensilità e i premi scudetto, e per non ridimensionare il progetto di un ciclo vincente ha ottenuto 275 milioni dal fondo statunitense Oaktree.

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