La Corte Costituzionale tedesca ha respinto due ricorsi relativi agli acquisti di titoli pubblici sui mercati secondari messo in atto dalla Bce. La questione riguardava il cosiddetto programma Pspp da 2.400 miliardi di euro, parte del Quantitative Easing, lanciato nel 2015 da Mario Draghi, quando l’attuale Presidente del Consiglio era alla guida della Banca Centrale Europea.
I ricorsi erano stati presentati dall’ex politico della Csu Peter Gauweiler e dal fondatore dell’Afd, il partito di estrema destra tedesca, Bernd Luecke. Secondo i giudici di Karlsruhe entrambi i ricorsi sono “inammissibili” e “infondati” perché sia il governo federale che il Bundestag si sono occupati della sostanza delle decisioni del Consiglio direttivo della Bce dopo la sentenza del 5 maggio 2020″ e “le hanno trovate sufficienti”, si legge nel comunicato della Corte federale.
Nel maggio dello scorso anno, la stessa Corte aveva affermato che i parlamentari non erano stati capaci di controllare adeguatamente sulla Bundesbank, che acquista i titoli per conto dell’Eurotower, e aveva disposto che la banca centrale tedesca interrompesse il programma fino a quando Francoforte non avesse fornito nuove ragioni che ne provassero la necessità e l’appropriatezza.
Nel corso dell’ultimo anno la Bce ha fornito al Governo di Berlino e al Parlamento tedesco una serie di documenti, dimostrando che i requisiti della sentenza di Karlsruhe erano stati implementati.
Oggi la Corte Costituzionale ha dunque stabilito che “le richieste sono prive di fondamento dato che il governo federale e il Bundestag hanno di fatto valutato e affrontato le decisioni di politica monetaria prese dalla Bce… compresa la questione della proporzionalità“, ha scritto la corte in una nota.