La spaccatura fra istituzioni sanitarie e case farmaceutiche è completa. Giovedì l’Agenzia europea per il farmaco ha confermato che è possibile rinviare la seconda dose del vaccino Pfizer fino a 42 giorni dopo la prima.
L’Ema dà così ragione all’Aifa – l’Agenzia italiana del farmaco – che nei giorni scorsi aveva autorizzato lo slittamento della seconda inoculazione in modo da sopperire alla carenza di fiale e allo stesso tempo vaccinare (almeno con una dose) il maggior numero di persone possibili.
Fra i pronunciamenti delle due Agenzie era intervenuta la casa farmaceutica interessata, Pfizer, raccomandando di rispettare i tempi previsti dai protocolli, ossia un intervallo di 20 giorni fra la prima e la seconda iniezione.
Giovedì, però, il responsabile della strategia vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, ha precisato che per il vaccino BioNTech/Pfizer l’inoculazione della seconda dose era già prevista fino a 42 giorni dopo la prima: “Queste informazioni sono nel bugiardino del vaccino”, di conseguenza, raddoppiare i 21 giorni di intervallo non è una deviazione rispetto a quanto stabilito.
Una novità fondamentale riguarda invece l’età di somministrazione: “L’Ema sta valutando la richiesta di estendere l’utilizzo del vaccino di Pfizer Biontech agli adolescenti dai 12 ai 15 anni – ha detto ancora Cavaleri – Abbiamo accelerato su questa procedura e speriamo di autorizzare alla fine di maggio”.
Per quanto riguarda invece la seconda dose del vaccino AstraZeneca, l’Ema sottolinea che nessun elemento collega la seconda dose con un aumento del rischio di rari avversi collegati alle trombosi, “per questo motivo riteniamo che la seconda dose del siero debba essere usata. Allo stesso tempo, sappiamo che ci sono Paesi che pensano di dare un altro vaccino come seconda dose. C’è un test clinico in corso nel Regno Unito che ci darà informazioni importanti se sia il caso di andare in questa direzione”.
Infine, Cavaleri ha fatto sapere anche che l’Agenzia deciderà “presto” sui vaccini in corso di valutazione, vale a dire i vaccini CureVac, Novavax, Sinovac e Sputnik, sui quali “continuano ad arrivare i dati”.