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Recovery: a Bruxelles 13 piani su 27. L’Italia c’è

L’Italia è tra i primi Paesi ad aver inviato il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla Commissione europea – Primi fondi probabilmente già a luglio

Recovery: a Bruxelles 13 piani su 27. L’Italia c’è

L’Italia è tra i primi Paesi ad aver inviato il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla Commissione europea. Lo ha comunicato Bruxelles, rendendo noto di aver ricevuto fino ad oggi 13 Recovery Plan su 27. 

La prima scadenza di riferimento era fissata al 30 aprile. Sono riusciti a rispettare la data, oltre all’Italia, anche Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Lettonia, Lussemburgo, Austria, Portogallo (che ha presentato il piano per primo), Slovacchia e Slovenia. Gli altri dovranno mettersi in coda.

Saranno dunque questi 13 Paesi ad avere accesso al “pre-finanziamento del Next Generation Eu, pari al 13% dell’ammontare allocato agli Stati” (circa 45 miliardi in cifre) già a luglio. Gli Stati ritardatari potrebbero invece dover aspettare qualche mese in più.

Nel frattempo sul Recovery Plan è intervenuto anche il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, che in un’intervista al Messaggero ha spiegato: “È importante essere consapevoli del fatto che l’Italia ha messo sul tavolo tutte le carte disponibili. Si gioca, potremmo dire, l’intera posta, come cercando una spinta storica per uscire da oltre vent’anni di bassa crescita e alto debito”, ha affermato sottolineando la necessità di rispettare i tempi previsti per evitare che Bruxelles blocchi il flusso delle erogazioni:  “Una volta approvato il piano, tra due-tre mesi in media, ci sarà un primo finanziamento del 13% e poi via via ulteriori finanziamenti che arriveranno un paio di volte l’anno: per un Paese come l’Italia parliamo di tranche di una ventina di miliardi circa. Ebbene, sono legate al raggiungimento di obiettivi previsti nei tempi previsti”, ha proseguito Gentiloni. 

Dei tempi di attuazione dei progetti ha parlato anche il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao: “Bisogna andare in fretta. Il Paese nei prossimi sei mesi deve valutare dei cambiamenti, delle modifiche. Abbiamo 5 anni per spendere 222 miliardi, sei mesi sono il 9% del tempo che abbiamo a disposizione. Non abbiamo tanto tempo, questa è la volta in cui dobbiamo cambiare qualcosa”, ha spiegato intervenendo al programma di Rai3 “Che tempo che fa”.

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