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Opa Creval alle battute finali: 4 strade per Crédit Agricole Italia

Mancano 24 ore alla conclusione dell’Opa e fondamentale sarà la percentuale di adesioni raggiunta per capire i possibili scenari futuri

Opa Creval alle battute finali: 4 strade per Crédit Agricole Italia

Si avvicina la chiusura di venerdì 23 aprile dell’Opa su Creval e dopo giorni di incertezze, la strada per Crédit Agricole Italia sembra nettamente in discesa. Decisivo l’ultimo ritocco apportato all’offerta, che ha concesso agli azionisti i 30 centesimi in più che in precedenza venivano riconosciuti solo al raggiungimento del 90% delle adesioni, portando il prezzo complessivo a 12,5 euro.

Per capire cosa potrebbe succedere occorre fare un po’ di conti. Ieri la banca francese è arrivata al 37,9% del capitale del Credito Valtellinese, con un balzo di oltre 15 punti rispetto al 22,6% del giorno precedente. In una sola giornata sono state apportate circa 10,5 milioni di azioni, per un totale di circa 26 milioni. In realtà però la quota di adesioni ha già superato il 52%, dato che l’istituto aveva già fatto sapere di aver ricevuto impegni da parte del 27,2% del capitale, cui si aggiunge una quota del 2,5% comprata ai blocchi. Per passare dagli impegni alle adesioni formali ci sarà ancora tempo fino a domani, venerdì 23 aprile, ma dopo l’accordo con Dumont e con altri fondi, è molto probabile che nelle prossime 24 ore arriverà una quota significativa di partecipazioni. 

Fondamentale, a questo punto, sarà la percentuale di adesioni che l’Agricole riuscirà ad ottenere perché da questa dipenderanno gli scenari post opa, anche se fin da ora il successo è già in cassa e l’offerente potrà legittimamente esercitare il controllo su Creval. 

Se le adesioni non dovessero arrivare alla soglia minima indicata del 66,7% Crédit Agricole Italia potrebbe comunque procedere all’acquisto di azioni in Borsa per cercare di arrivare al livello desiderato. Come sottolinea Antonella Olivieri sul Sole 24 Ore però, “acquisti effettuati entro i sei mesi dalla conclusione dell’offerta a prezzi più alti del prezzo d’Opa farebbero scattare l’adeguamento per tutti i titoli consegnati”. 

Se invece l’obiettivo del 66,7% dovesse essere raggiunto la banca francese si assicurerebbe il controllo anche dell’assemblea straordinaria che spianerebbe la strada alla fusione tra Credit Agricole Italia e Creval mentre sopra il 90% potrebbe scattare il delisting.  

C’è però anche una quarta opzione da tenere in considerazione. Crédit Agricole Italia potrebbe potrebbe decidere in extremis di attuare un “reverse merger”, vale a dire “una fusione della banca francese dentro il Creval, quotato, per ritrovarsi al listino”, sottolinea Repubblica, un’ipotesi che però al momento rimane remota, anche a causa dei costi che comporterebbe. 

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