Inizia ufficialmente l’era Orcel in Unicredit. L’assemblea degli azionisti, cui ha partecipato il 60,47% del capitale, ha approvato il bilancio 2020, ma soprattutto il rinnovo del consiglio di amministrazione e, sul filo di lana, anche la nuova politica di remunerazione.
Da oggi, l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è il nuovo presidente di Unicredit, mentre Andrea Orcel è ufficialmente l’amministratore delegato. Il campione dei “merger” è chiamato a una sfida tutt’altro che semplice: guidare il rilancio della banca e accorciare le distanze da Intesa Sanpaolo, guardandosi intorno in vista di potenziali M&A. In campo da mesi c’è l’ipotesi Mps, ma da considerare potrebbe essere anche un’operazione con Banco Bpm. Successivamente, sulla spinta dei grandi fondi internazionali e di Leonardo Del Vecchio, che sono i grandi elettori di Orcel, il grande passo potrebbe essere quello di guardare verso Mediobanca (con un occhio alle Generali) allo scopo di costruire il grande polo della finanza italiana.
IL RINNOVO DEL CDA
Il nuovo cda sarà composto da 13 membri, 11 dei quali appartenenti alla lista presentata dal board uscente, che ha ottenuto il 76,31% dei voti a favore. A Orcel e Padoan si aggiungono Lamberto Andreotti, Elena Carletti, Jayne-Anne Gadhia, Jeffrey Alan Hedberg, Beatriz Ángela Lara Bartolomé, Luca Molinari, Maria Pierdicchi, Renate Wagner e Alexander Wolfgring. Completano il cda Francesca Tondi e Vincenzo Cariello, che sono i due nomi inclusi nella lista presentata dagli investitori istituzionali che ha ottenuto il 22,75% dei voti.
“Per me è un onore essere stato eletto dal consiglio di amministrazione come nuovo presidente. Metterò tutte le mie capacità al servizio delle nostre persone e del nostro Gruppo e ringrazio i nostri azionisti per la loro fiducia. Il mio obiettivo principale sarà quello di creare le migliori condizioni affinché la banca generi valore per i suoi azionisti e per tutti i suoi stakeholder. A nome di tutto il gruppo vorrei ringraziare il mio predecessore, Cesare Bisoni, per il suo impegno, la sua guida e la sua leadership che sono stati fondamentali per la stabilità della nostra banca e per i risultati conseguiti nell’ultimo periodo”, ha dichiarato Pier Carlo Padoan
Il neo Ad Orcel ha invece commentato: “Sono entusiasta di essere stato nominato amministratore delegato di UniCredit e grato per la fiducia dei nostri azionisti e del Consiglio. Questa banca ha un ruolo di riferimento nel panorama creditizio ed è un’istituzione veramente paneuropea, le cui origini sono saldamente radicate in Italia, il Paese dove sono nato. Vedo in UniCredit l’opportunità di fare la differenza. Un’opportunità per fare le cose in modo diverso e creare un modello di come può essere l’attività bancaria, fatta nel modo giusto, per le giuste ragioni”.
“Questa è un’opportunità che non intendo perdere, ma su cui intendo concentrarmi per il bene di tutti i nostri stakeholder. Voglio ringraziare Jean Pierre Mustier per la sua gestione degli ultimi 5 anni e Pier Carlo Padoan per il suo costante sostegno nel processo che ha portato ad oggi. Non vedo l’ora di collaborare con lui, con il consiglio e con tutte le persone di incredibile talento all’interno di Unicredit nella prossima fase di quello che sarà un viaggio emozionante e stimolante”, ha concluso Orcel.
LA REMUNERAZIONE DEI SOCI
Nonostante le polemiche degli ultimi giorni e le resistenze dei proxy advisor Institutional Shareholder Services e Glass Lewis, che avevano chiesto di respingere la nuova politica di remunerazione, il 54,1% dei soci presenti ha dato via libera al nuovo sistema di retribuzione fissa e variabile. Al nuovo Ceo, per il primo anno, sarà garantito un compenso fino a 7,5 milioni (cinque dei quali in bonus azionari slegati da obiettivi di performance) più del doppio rispetto allo stipendio percepito dal precedente Ad, Jean Pierre Mustier, che ha lasciato a febbraio per contrasti con il board sulla strategia. La banca ha motivato la scelta affermando che “la struttura retributiva prevista per il 2021 per il Ceo designato è strettamente legata al primo anno del mandato ed è volta a garantire il giusto livello di competitività e attrazione per un dirigente di alto livello”. Tra i grandi soci, hanno detto sì la Delfin di Leonardo Del Vecchio (1,9% del capitale), le Fondazione Cassa di Risparmio di Verona (1,8%) e Cassa di Risparmio di Torino (1,65%), Blackrock (5,158%), Capital Research and Management Company (5,158%), il gruppo Allianz (3,103%), Norges Bank (3,003%) e Atic Second International Investment Company.
Il sistema incentivante 2021 (1,8 milioni l’anno gli amministratori per le attività da questi svolte nell’ambito del cda e dei Comitati consiliari) è stato invece approvato dal 98,55% del capitale, mentre la politica di gruppo dei pagamenti di fine rapporto, che tra le altre cose aumenta l’importo massimo a 15 milioni, ha ottenuto il 72,73% (contrario il 26,54%). Infine, la relazione sui compensi corrisposti è stata approvata con il 98,63% di voti favorevoli.
BILANCIO 2020 E DIVIDENDO
I soci hanno anche dato via libera al bilancio 2020 con il 97,89% dei voti a favore e al pagamento del dividendo da 12 centesimi per azione con il 98,62%. La cedola sarà staccata il 19 aprile, con pagamento previsto per il 21 aprile.
Nel corso dell’assise, il presidente uscente Bison ha fatto riferimento anche alla politica dei dividendi: “UniCredit ha confermato la sua politica dei dividendi e pianificato una distribuzione straordinaria di capitale nell’ultimo trimestre dell’anno, qualora le giuste condizioni dovessero ripresentarsi e subordinatamente all’autorizzazione dell’autorità di Vigilanza”, ha affermato Bisoni, sottolineando che “Oggi Unicredit è una banca straordinaria. È solida, gode del più alto livello di patrimonializzazione della propria storia ed è adeguatamente attrezzata per affrontare le sfide che l’intero settore bancario è chiamato ad affrontare”.