Salgono oggi i rendimenti dei titoli di Stato e stagnano le borse, pur restando su livelli massimi: i listini europei chiudono misti e Wall Street viaggia contrastata, dopo un avvio debole a seguito dei nuovi segnali di un rialzo dell’inflazione e delle vendite sui T-Bond. Al momento il Dow Jones e lo S&P500 segnano però nuovi record.
Piazza Affari perde lo 0,6% e chiude a 24.429 punti base, appesantita da Saipem (-3,02%) e Telecom (-2,56%). Resta sotto i riflettori Atlantia (+0,61%), con l’entrata in scena del gruppo spagnolo Acs, interessato a rilevare l’88% di Aspi con una valutazione fra i 9 e i 10 miliardi di euro.
Si fermano in ordine sparso le banche e sale lo spread. Il differenziale di rendimento fra Btp 10 anni e Bund di pari durata si allarga a 103 punti base (+3,18%) e il tasso del titolo italiano cresce a +0,73%, nonostante prosegua la luna di miele tra il mercato e il Tesoro, che ieri ha fatto il pieno per le sue due emissioni, una a sette anni e una a cinquanta, collocate per un totale di 12 miliardi, a fronte di una domanda pari a 130 miliardi e quasi ugualmente distribuita sulle due scadenze.
Nell’opaco panorama milanese brilla almeno la stella di Chiara Ferragni che, con il suo allure, illumina Tod’s +14%. Dopo l’annuncio dell’entrata della blogger nel cda del gruppo moda di Diego Della Valle, il titolo ha infatti cominciato a correre e la capitalizzazione della società è salita di 100 milioni circa. Un effetto “social” che si era visto anche dopo gli accordi di licenza siglati da Ferragni con con Aeffe e Monnalisa.
Nel resto d’Europa perde terreno Londra -0,34%, in un giorno di grave lutto per la nazione a causa della scomparsa del principe Filippo, marito della regina Elisabetta.
È in lieve progresso Francoforte +0,25%, nonostante il brusco calo, a sorpresa, della produzione industriale tedesca a febbraio: -1,6% contro un’attesa di rialzo dell’1,5%. Anno su anno il risultato è di un -6,4%.
Sono piatte Parigi e Amsterdam.
La maglia nera va a Madrid, -0,85%, con il governo che ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’anno in corso, dal 7,2% al 6,5%, a causa di un primo trimestre frenato dalla pandemia.
Il Covid continua a mietere vittime e i vaccini vanno a rilento anche nel resto della Ue, che rimane in ritardo rispetto a Usa e Gran Bretagna. Intanto l’Ema sta esaminando nuove, possibili, problematiche connesse al siero di AstraZeneca (+0,6% a Londra) e ha messo sotto la lente anche i possibili effetti collaterali di Johnson&Johonson (-1,5% a New York).
Wall Street, dopo i record della vigilia, procede mista. Il Nasdaq è in leggero calo, A pesare sulle big tech è il lieve rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato decennali, dopo le indicazioni sull’inflazione dei prezzi alla produzione (PPI) nel mese di marzo, cresciuti dell’1%, contro attese per un +0,4%.
L’inflazione è tornata a salire anche in Cina, a marzo per la prima volta dall’inizio dell’anno con i prezzi alla produzione hanno registrato il più grande aumento in quasi tre anni, secondo le statistiche ufficiali.
Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso, con il cambio in area 1,189.
L’oro perde terreno: il future giugno 2021 cede lo 0,8%, 1744 dollari l’oncia.
Il petrolio, tipo Brent è piatto, intorno a 63,20 dollari al barile.
In Piazza Affari la blue chip peggiore del giorno è proprio un titolo oil: Saipem, penalizzata da un report di Bank of America che giudica il titolo “underperform” con target price a 0,9 euro nel contesto di uno studio più ampio sul settore dei servizi petroliferi, che secondo la banca Usa nel primo trimestre 2021 toccherà il punto più basso. Ieri il titolo aveva invece chiuso in rialzo dell’1,8% grazie alla promozione degli analisti di Mediobanca.
Fra le banche Unicredit continua a perdere terreno (-1,2%), dopo il calo di ieri, con Mediobanca Securities che ha confermato ‘underperform’ a seguito di un incontro con la società in vista dei risultati del trimestre.
Registra una perdita frazionale anche Intesa, -0,42%, nel giorno dell’approvazione del bilancio Ubi 2020. Nel fine settimana si completerà l’integrazione anche informatica della popolare nel colosso bancario. Hsbc, in un report dedicato al gruppo, ribadisce il rating Buy su Intesa e alza il target prezzo a 2,70 euro da 2,50, con un rialzo del 17,4%.
In controtendenza Bper +0,59% e Mediobanca +0,52%.
Male Telecom. Indiscrezioni di stampa riportano che Cdp potrebbe decidere la propria posizione sulla rete unica in una decina di giorni. “Lo scenario rimane ancora incerto, ma un chiarimento sulla strategia di Cdp e sulla posizione del governo dovrebbe arrivare nelle prossime settimane”, scrive Equita nel daily.
Nella parte alta del listino: Buzzi +1,44%; Nexi +1,22%; Amplifon +1,19%.