Nei primi tre mesi del 2021 gli impianti italiani di Stellantis hanno prodotto 208.242 veicoli, il 30,9% in più rispetto alle 159.088 prodotte nel 2020, quando però le fabbriche erano state costrette a fermarsi a causa dell’esplosione della pandemia e del conseguente lockdown che “ha influito di più rispetto alla flessione delle immatricolazioni sul mercato italiano e europeo”.
Questa la fotografia scattata dalla Fim-Cisl, secondo cui le autovetture prodotte rappresentano circa il 60% del totale delle produzioni degli stabilimenti italiani, mentre il restante 40% è costituito dalla produzione dei veicoli commerciali. Come ha sottolineato il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano, sulla ripresa della produttività hanno inciso soprattutto “gli effetti positivi determinati dalla nuova 500 full electric, dai lanci degli ibridi di Jeep Compass, Renegade, Panda e dall’ottima affermazione dei veicoli commerciali, che rappresentano oltre un terzo della produzione complessiva”.
“È prevedibile – continua il sindacato dei metalmeccanici – che anche i prossimi trimestri del 2021 saranno caratterizzati da risultati produttivi migliori rispetto ad un 2020”. Secondo il sindacato, “si intravedono comunque alcuni elementi di flessione rispetto alla spinta degli ultimi mesi del 2020, con richieste maggiori di cassa integrazione in tutti i siti produttivi ad eccezione delle produzioni dei veicoli commerciali”.
IL PIANO INDUSTRIALE
“Siamo nella fase avanzata dei 5,5 miliardi di euro di investimenti previsti nel piano industriale di FCA per il periodo 2019-2021. Gran parte è stato realizzato e l’ultima parte è in corso di completamento nel 2021”, osserva la Fim Cisl nel suo rapporto, evidenziando le rassicurazioni ricevuto dal Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, sugli investimenti.
Risorse che hanno finanziato non solo la produzione di nuovi modelli e di nuovi veicoli ibridi ed elettrici, ma anche nuove trasmissioni e cambi, la produzione di batterie e i restyling sui prodotti.
“Nel 2021 verranno completati gli investimenti con i lanci in produzione del Ducato elettrico; i restyling su Compass, Giulia, Stelvio e Ducato; le versioni ibride Mhev di 500x, Compass, Renegade, Levante. I nuovi lanci di produzioni saranno rappresentati dal Suv Maserati Grecale (anche in una versione ibrida), dalla Maserati Mc20 presentata a Modena lo scorso settembre, dalle Maserati GT e GC a Mirafiori e da Alfa Romeo Tonale (anche nelle due versioni ibride)”, sintetizza la Fim Cisl.
GLI STABILIMENTI
Per quanto riguarda i singoli stabilimenti, a spiccare è la performance del Polo Produttivo di Torino, i cui volumi produttivi nel primo trimestre hanno raggiunto quota a 18.311 veicoli dai 2.325 dello stesso periodo del 2020. L’aumento è dovuto soprattutto alla 500e, che che, partita nel mese di ottobre 2020, nei primi tre mesi del 2021 si è attestata sulle 13.002 unità.
Parlando degli altri stabilimenti, alla fabbrica Maserati Modena sono state prodotte 100 vetture, 10.566 a Cassino, 33.980 a Pomigliano (-6,18%) e 63.805 a Melfi. “Nel 2020 la sola produzione di Melfi ha rappresentato la metà delle autovetture prodotte da Fca”, ha affermato Uliano, sottolineando che nei primi tre mesi del 2021 la fabbrica “ha incrementato la propria produzione del 29% rispetto al 2020”.
In riferimento ai veicoli commerciali, nel polo Sevel-Atessa sono stati prodotte 81.480 unità.
LA CASSA INTEGRAZIONE
Il nuovo gruppo Stellantis “deve essere strategico per occupazione e stabilimenti italiani, siamo contrari a ogni processo di ridimensionamento”, ha affermato Uliano. “Nei primi tre mesi si riscontrano flessioni nei volumi con la richiesta di cassa integrazione in tutti gli stabilimenti tranne Sevel”, ha continuato, ricordando che è previsto per il 15 aprile a Mirafiori un incontro con i vertici di Stellantis Europe Enlarged, “un importante appuntamento di verifica della situazione in tutti gli stabilimenti del gruppo”. Uliano ha spiegato che il sindacato ha “salutato con favore la nascita di Stellantis, perché rappresenta una grossa opportunità per la tenuta complessiva degli stabilimenti italiani, la loro prospettiva futura, soprattutto per la messa in sicurezza dell’occupazione”. In questa nuova realtà societaria “devono determinarsi sinergie, vantaggi su piattaforme e modelli per affrontare positivamente questi cambiamenti senza mettere in pericolo l’occupazione”. I vertici di Stellantis “hanno stimato questi vantaggi con circa 5 miliardi di euro, come FIm-Cisl, abbiamo ribadito anche nell’incontro con il Ceo Carlos Tavares che queste risorse, insieme ad altre che il nuovo gruppo può reperire con maggiori facilità, devono essere reinvestiti nel futuro piano industriale per renderlo ancora più forte e strategico”.