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Biden lancia il New Deal da 3.000 miliardi e aumenta le tasse

Il dollaro si rafforza così come la ripresa Usa mentre l’euro sconta i lockdown – E per la prima volta dai tempi di Reagan si parla di aumento delle tasse, graduale e per i redditi oltre 400 mila dollari

Biden lancia il New Deal da 3.000 miliardi e  aumenta le tasse

In attesa del dollar coin, la moneta digitale che la Fed sta mettendo a punto  garantendo però che non se ne farà nulla prima di un Ok del presidente, continua il rafforzamento della carte Usa rispetto all’euro. A confermare il miglior stato di salute del dollaro sulla carta europea oggi contribuirà probabilmente il discorso che  Jerome Powell, terrà davanti alla Commissione Servizi Finanziari della Camera, insieme al segretario al Tesoro Janet Yellen. 

Dalle anticipazioni diffuse stamane emerge che il presidente della Fed  è convinto che la ripresa è lungi dall’essere completata  e che la banca centrale continuerà a offrire all’economia il sostegno necessario per tutto il tempo necessario. Ma Powell aggiungerà che “la ripresa si è mossa più velocemente del previsto e sembra rafforzarsi”.

Di qui la convinzione che Il dollaro continuerà ad apprezzarsi rispetto alla moneta unica, l’esatto opposto di quanto avvenuto l’anno scorso, quando la prospettiva di un forte aumento del debito Usa aveva spinto il biglietto verde giù del 9 % . Al contrario nel 2021 il dollaro (1,189) guadagna il 2,60% contro euro così come si apprezza il Dollar Index (92,10), contro un paniere di sei valute mondiali. 

Certo, a favorire la forza della valuta contribuiscono anche i rendimenti obbligazionari statunitensi più attraenti, in seguito alla brusca impennata di vendite patita dai Treasury nelle ultime settimane. Per esempio, sulla scadenza decennale il gap tra il Treasury Note (1,67%) e il Bund tedesco (-0,31%) sfiora i 200 punti base. Sulla scadenza trentennale si arriva a 210 punti base. Ma, soprattutto, gioca il diverso stato della politica economica sulle due sponde dell’Atlantico. L’Europa è ancora nel pieno del caos Covid/vaccini. La Germania, prima economia europea, di fronte a un aumento “esponenziale” dei contagi e a una nuova variante “molto più letale” del Covid-19, ha annunciato un lockout rafforzato durante il fine settimana di Pasqua e fino al 18 aprile. Al contrario, negli Usa sta per partire, dopo gli stimoli all’economia per 1.900 miliardi di dollari approvati la scorsa settimana (e l’annuncio, oggi, della riapertura dei cinema annunciata ieri da Cineworld), la fase due della ripresa, la più impegnativa, destinata a condizionare la dinamica dei mercati, non solo in Usa.

Il New York Times di stamane anticipa in prima pagina la notizia che in settimana il presidente Joe Biden presenterà il vero e proprio piano di rilancio dell’economia a stelle e strisce: altri 3 mila miliardi di dollari ( più di una volta e mezza l’intero pil italiano) divisi in diversi provvedimenti che saranno destinati allo sviluppo delle infrastrutture fisiche (ponti, strade ed interventi sul territorio) e virtuali, con un occhio rivolto all’inseguimento dei rivali cinesi. Ma anche un forte investimento nell’istruzione, negli interventi a favore del welfare, dell’integrazione razziale e dell’istruzione. Un piano ambizioso che guarda al precedente del New Deal degli anni Trenta ed alla Big society di Lindon B. Johnson degli anni Sessanta. Un obiettivo ambizioso che, su consiglio di Janet Yellen, Biden, vuole centrare al più presto sull’onda del consenso che il pacchetto di aiuti all’economia ha riscosso presso l’opinione pubblica, compresi molti repubblicani. Ma un conto è riscuotere consenso quando distribuisci soldi a pioggia (1.400 dollari a testa), altro quando si deve stabilire chi pagherà il conto. E qui comincia il difficile.

Per la prima volta dai tempi di Ronald Reagan il dibattito non riguarderà il taglio di imposte, bensì l’aumento seppur graduale e contenuto, delle tasse a carico dei più abbienti. Finora Biden e Janet Yellen sono stati avari di particolari ma si dà per scontato che aumenteranno le imposte sulle corporations dal livello (infimo) del 21 per cento mentre le imposte sul reddito saliranno dall’attuale 37 al 39,6%. Ma l’aumento riguarderà solo i contribuenti con un imponibile di almeno 400 mila dollari. E’ tutt’altro che scontato che la riforma abbia oggi i numeri per attrarre i voti (necessari) di una parte dei repubblicani, mentre la sinistra democratica invoca interventi ben più drastici. Ma Biden non dispera, convinto che il successo della lotta contro la pandemia ed il sensibile miglioramento del reddito della classe media garantito dagli stimoli e dal dollaro forte in funzione anti-inflazione garantiranno il sostegno necessario, anche quello necessario a vincere le elezioni di mid term. Se avrà ragione, la pioggia di denaro che si riverserà sull’economia Usa comporterà un forte aumento dell’import dall’Europa (almeno mezzo punto di pil). Ma per ora accontentiamoci della spinta al rialzo sul dollaro. 

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