Com’era prevedibile, la Cassa Centrale Banca (la seconda holding delle Bcc) ha rinunciato ad esercitare l’opzione call per salire dall’attuale partecipazione dell’8,34% al 88% del capitale di Banca Carige. Troppo oneroso sarebbe stato l’investimento per rilevare la banca ligure, specialmente in una fase in cui la pandemia ha reso necessario il rafforzamento delle banche di credito cooperativo che fanno parte della holding trentina. La decisione è stata comunicata al Fondo interbancario di Tutela dei depositi (Fitd) che l’aveva messa nel conto e che ha risposto confermando la sua intenzione di restare nella banca ligure che non sta andando male, in base agli ultimi dati di bilancio, ma che certamente avrà bisogno di nuovi partner per il suo futuro.
Non è escluso che il Fondo interbancario pensi di portare in Borsa Banca Carige e di rendere il più possibile trasparente la ricerca di nuovi soci. Il tutto però sarà fatto senza fretta, anche se in realtà lo scenario del sistema bancario si sta complicando in vista di un consolidamento che prevede diverse ipotesi. In primo luogo c’è la necessità del Tesoro, che il primo azionista del Monte dei Paschi, di uscire dalla banca senese e di accasarla per darle stabilità e per rispondere agli accordi a suo tempo stipulati con la Commissione Europea. Fino a qualche tempo fa sembrava che il destinatario del Monte fosse Unicredit ma dopo la nomina a Ceo della banca di Piazza Gae Aulenti di Andrea Orcel, considerato il Cristiano Ronaldo del merger and acquisition, gli scenari potrebbero cambiare. O meglio, Orcel non escluderebbe a priori l’acquisto di Mps ma solo se la dote messa a disposizione dal Tesoro fosse particolarmente conveniente. Diversamente Orcel rivolgerebbe la sua attenzione verso il Banco Bpm che però ha avviato colloqui da tempo per un matrimonio con la Bper, come i corsi di Borsa segnalano da giorni.
Ma soprattutto nei piani di Orcel, e in particolare dei fondi internazionali e di Leonardo Del Vecchio che ne hanno favorito l’ascesa al vertice di Unicredit, c’è l’ingresso in Mediobanca che permetterebbe alla banca di Piazza Gae Aulenti di rafforzare il retail e il credito al consumo con Che banca! e soprattutto di entrare in forze nel investment banking.
Il questo contesto si aggiunge dunque il nuovo caso Carige anche se la prudenza del Fondo Interbancario sul suo destino sembra avere più di una ragione.