Inaugura venerdì 14 giugno alle 18 al MUSE-Museo delle Scienze di Trento la prima mostra italiana dello scultore tedesco Jürgen Lingl-Rebetez. L’autore, mediante una tecnica di intaglio inusuale con l’utilizzo quasi esclusivo della motosega, realizza suggestive opere in legno, che ritraggono specie animali, molte delle quali a rischio estinzione. Nell’allestimento al MUSE, più di 30 sculture – anche monumentali – verranno raccolte in quattro nuclei tematici.
Accanto al pantheon selvaggio dei Grandi Carnivori troveranno dunque spazio i gruppi delle specie artiche, di ambienti temperati e – infine – un angolo dove l’autore concede il suo tributo artistico e passionale al cavallo, un animale di sicuro non minacciato ma che l’uomo va lentamente “dimenticando” dopo averlo reso un elemento cardine della sua storia.
La visita alla mostra si connota in primis come un’esperienza estetica ed emozionale, supportata dalla grandiosità delle opere esposte, ma le informazioni a corredo delle specie rappresentate permettono di approfondire anche lo stato di conservazione, il presente complesso e il futuro fosco di questi spettacolari compagni di viaggio.
Dietro il risultato che viene fuori, c’è la profonda conoscenza anatomica di Rebetez, che ha memorizzato e fatto propri i rapporti dimensionali, le proporzioni e le armonie tra corpi e crani, mandibole e mascelle, occhi e narici, e li ripropone sulla superficie scabra del legno aggredito dalla motosega.
Assecondando il desiderio dell’autore che le sue opere – al di là della potente fascinazione estetica – possano sensibilizzare il visitatore alle “vicende” di sopravvivenza degli animali ritratti, la selezione delle sculture ha privilegiato specie con aspetti problematici di conservazione: grandi felini, orsi, lupi, ma anche specie minori, meno iconiche e meno appariscenti, ma comunque minacciate dalle trasformazioni di habitat, dal cambiamento climatico o dalla persecuzione umana.
“L’opera di Rebetez si pone idealmente tra una sorta di approccio anatomico comparato esperto e la sua interpretazione artistica – spiega Michele Lanzinger, direttore del Museo. Una relazione che per certi versi esalta, quasi iper rappresenta, l’essenza del soggetto rappresentato. Una volta di più, l’arte è un linguaggio che permette di costruire una relazione trasfigurata con il vero – la dimensione zoologica in questo caso – amplificandone e specificandone i suoi tratti caratteristici. Ed è proprio l’esposizione a questa “realtà trasfigurata” che attiva in noi, in quanto osservatori, quel processo di aggancio alle nostre esperienze pregresse e di re interpretazione che genera quel sentimento di pienezza che chiamiamo esperienza artistica”.
La tecnica scultorea dell’artista (tedesco di nascita e francese di adozione) cattura e fissa lo “spirito” del soggetto tramite un numero limitato di gesti essenziali che – come è norma nell’intaglio del legno – rimuovono il superfluo e tratteggiano le “linee di forza” dell’organismo ritratto. Nelle mani di Jürgen Lingl-Rebetez, la motosega – strumento “brutalmente sottrattivo” utilizzato generalmente per dare le prime forme al pezzo di legno – si rivela una modalità di approccio scelta e praticata intenzionalmente, proprio allo scopo di oltrepassare le forme precise e focalizzarsi sullo spirito interiore, l’animalità distintiva, l’essenza che pervade e vivifica il soggetto. A dare ulteriore verosimiglianza e vitalità al corpo, i tradizionali strumenti da intaglio (scalpelli e sgorbie) addolciscono qualche tratto e – infine – pochi colpi di pennello con i colori a olio, forniscono elementi di ancor maggiore identità, e il realismo/vitalismo figurativo diviene decisamente impressionante.
L’artista
Jürgen Lingl-Rebetez è un artista tedesco, nato nel 1971 in Baviera; la passione per il disegno e la pittura dei più svariati soggetti (animali, persone e paesaggi), intensa in lui fin dall’infanzia, lo portò, all’età di 20 anni, alla prima esibizione dei suoi studi artistici di nudo presso una galleria d’arte di Dachau.
Successivamente si specializzò in scultura lignea grazie a un apprendistato presso il maestro Hans-Joachim Seitfudem, per poi trasferirsi in Svizzera nel 1996 e diventare un artista indipendente, incominciando a esplorare le potenzialità espressive della motosega.
Oggi, le opere di Jürgen Lingl-Rebetez, poi trasferitosi in Francia dal 1999, sono esposte in collezioni pubbliche e private in tutta Europa, USA, Canada, Russia, Australia, Singapore e Hong Kong.