Nel percorso artistico di Loris Cecchini (Milano 1969), fotografia, scultura, disegno, installazione ambientale si fondono in una poetica unitaria. Un insieme di pratiche, che sconfinano da una tecnica all’altra, fuori da un solo linguaggio privilegiato e in relazione con molti elementi del sapere. Oggetti replicati in scala reale e riprodotti in gomma uretanica grigia, appaiono come inermi, ripiegati su se stessi. Collages multipli, come insiemi legati alla totalità del lavoro. Micro-architetture, roulotte reinventate e case sugli alberi, spazi strutturalmente distorti, coperture trasparenti e superfici prismatiche. Scenari virtuali/fisici ricreati in digitale, questi i soggetti che ritroviamo nel lavoro di Cecchini. Architettura dello spazio, materiali da costruzione, porzioni di natura, fenomeni fisici che si manifestano in un rimando continuo, dando luogo ad un indice di visioni e processi stratificati nelle opere, dove il progettare stesso emerge come idea ed ideale dell’opera compiuta. Fotografia e scultura, dove sovrappone diversi livelli di realtà si compenetrano in un gioco tra virtualità e simulazione, al fine di modificare sostanzialmente la cognizione usuale dei modelli di riferimento. (fonte Wikipedia)
“Ho sviluppato il mio linguaggio creativo intorno alle idee di oggetto, modello e architettura. Spesso – spiega l’artista in una recente intervista – il lavoro si riferisce in diversi modi all’idea di abitare lo spazio. Oggi perseguo lo spazio della scultura e dell’installazione ambientale seguendo un’idea di parcellizzazione della materia, quasi una forma di deflagrazione molecolare della scultura, in cui la fenomenologia scientifica diviene intima struttura e tramite per la visione. Questo avviene dopo avere per molti anni compiuto un’indagine basata sul rapporto umano con lo spazio curvo, uno spazio dove l’angolo retto e il paradigma euclideo cedono alla deformazione organica, pervadendo il senso della forma. Quello che realizzo di volta in volta sono serie di lavori sviluppati attraverso diversi media, dall’acquerello alla fotografia, dalla grande installazione ambientale alla microscultura, uno spazio che viene percorso e completato dallo spettatore stesso, mantenendo costante l’idea di ‘doppio paesaggio’ in cui la fisicità dei materiali rimanda a una progettazione virtuale e viceversa”.
Il lavoro più recente di Cecchini si focalizza sui fenomeni naturali e fisici, che diventano un inventario ottico ed emotivo dell’ambiente. Trasla i sistemi naturali in algoritmi di un sistema non omogeneo, sia complesso che individuale, al fine di rilevare i processi intangibili invisibili del nostro presente. Cercando un’analogia tra la grammatica e l’anatomia, le opere contengono nel loro linguaggio formule capaci di generare sistemi autopoietici, la sua struttura si genera, si sviluppa o si arresta proprio come avviene in un organismo. Le installazioni modulari sono intrinsecamente dinamiche. Il modulo alla base della scultura agisce come un “codice generatore” e le relazioni con lo spazio, producono una concatenzione di variabili, che intercorrono nella struttura del suo sviluppo.
Cecchini – come si legge sito web personale dell’artista – ha continuamente introdotto il concetto di elemento organico come elemento centrale del suo lavoro, in parte come un’esplorazione dell’idea dell’oggetto e della sua materialità intrinseca, ma anche come pratica minimalista. Agendo con la lente di uno scienziato, Cecchini esamina da vicino i suoi moduli iniziando inizialmente con studi 3D o acquerelli di base che vanno avanti verso la particolarità degli elementi naturali
Le installazioni basate su moduli di Cecchini, una calcolata catena di elementi in acciaio inossidabile originati dalle sue indagini preliminari che utilizzano di nuovo l’organismo, come un leitmotiv nel suo lavoro per affrontare l’intricata evoluzione dell’arte in relazione alle scienze. In una vasta gamma di lavori, Cecchini unisce i suoi moduli d’acciaio per formare una parvenza di piante rampicanti, coralli o strutture di cristalli, che si organizzano organicamente in una serie di sconcertanti percorsi contrastanti con l’intenzione intenzionale della propagazione.
Invitato più volte alla Biennale di Venezia (2001, 2005, 2015), fece scalpore l’opera “BBBreathless” esposta alla 49esima edizione (2001) a cura di Harald Szeemann. Il lavoro di Cecchini prendeva spunto da un progetto di mostra sulla pena di morte, in occasione della ricorrenza dell’abrogazione avvenuta nell’Italia del XVIII secolo. L’opera esposta era la copia di una cella singola (dimensioni:cm 350 x 220 x 200). La struttura esterna in gomma delle pareti, veniva ritmicamente modificata tramite l’insufflaggio di aria che ne provocava il movimento, causando una espansione e una contrazione della cella, dando luogo ad una sorta di ” respirazione” della stanza.
Attività espositiva
Intensa sia in Italia che, soprattutto, a livello internazionale, con mostre personali in prestigiosi musei tra cui Palais de Tokio(2001, 2005, 2007); Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne Métropole (2010); MoMA al PS1 di New York (2006); Duolun MoMA di Shanghai (2006); Casal Solleric Museum di Palma di Maiorca; Centro Gallego de Arte Contemporanea a Santiago di Compostella; Kunstverein di Heidelberg; Teseco Foundation di Pisa; Quarter di Firenze; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (2009); Fondazione Arnaldo Pomodoro (2014).
E’ stato invitato a tre edizioni della Biennale di Venezia (2001, 2005, 2015). Ha inoltre partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui per due volte alla Biennale di Shanghai (2006, 2012); Quadriennale di Roma; la Biennale di Taiwan a Taipei; Biennale di Valencia (2001); Biennale Internazionale di Scultura di Carrara.
Ha partecipato a numerose mostre collettive in tutto il mondo tra cui il Ludwig Museum di Colonia, il PAC di Milano, Palazzo Fortuny a Venezia, Macro Future a Roma, MART di Rovereto, Haywart Gallery di Londra, The Garage Centre for Contemporary Culture Moscow, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Il Musée d’Art Contemporain di Lione, il MOCA di Shanghai, la Deutsche Bank Kunsthalle di Berlino e altre ancora.
I suoi lavori sono presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero:
Arts & Medicine Institute, Cleveland Clinic Foundation, USA
Fattoria Celle, Collezione Gori, Pistoia Italia
The Boghossian Foundation, Villa Empain, Bruxelles
Caldic Collection, Rotterdam, Holland
Musee d’Art Moderne De Saint-Etienne Metropole
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Galleria del Premio Suzzara (Mantova)
Collezione VAF-Stiftung, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
CGAC Centro gallego de Arte Contemporanea, Santiago de Compostela
Per l’originalità del suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti :
Premio Arnaldo Pomodoro per la scultura, Milan 2014
Premio Moroso, Monfalcone 2011
Premio Francesca Alinovi, Bologna, 2006
Un’opera per il MAXXI – PARC Premio Giovane Arte 2004/2005, Terza edizione del Premio per la giovane arte italiana. DARC, MAXXI Roma, La Biennale di Venezia, 2005
Premio Agenore Fabbri e Fondazione VAF, 2005
Mercato
Dopo le ottime performance registrate nella prima decade degli anni duemila (2006-2011) le quotazioni di Loris Cecchini si sono stabilizzate, soprattutto sul mercato secondario dove si contano, ad oggi, circa 50 passaggi in asta nelle diverse tipologie, con una percentuale di venduto intorno al 45% e un fatturato che – secondo Artprice – nel 2017 ha superato di poco i 6 mila dollari (una sola battuta). Per fare un confronto, nel 2008 il fatturato degli incanti aveva sfiorato 65 mila dollari. Decisamente diverso l’andamento del mercato primario dove l’artista è gestito da prestigiose gallerie internazionali ( la Continua tanto per citarne una) che senza praticare pompaggi mercantili, stanno collocando con successo i suoi lavori (soprattutto grandi sculture e installazioni) in importanti collezioni pubbliche e private. Considerando che i prezzi sono ancora tutto sommato accessibili (vedi a seguire il capitolo prezzi ), nel prossimo futuro il lavoro originale e inconfondibile di Cecchini potrebbe dare buone soddisfazioni.
Gallerie: La sua storica galleria di riferimento è la Continua, con sedi a San Gimignano, Pechino, Les Moulins (Parigi) e Habana ( info@galleriacontinua.com +39 0577 943134 ). Cecchini lavora anche con Diana Lowenstein Gallery di Miami (info@dianalowensteingallery.com) e con Leila Heller Gallery di New York e Dubai (info@leilahellergallery.com)
Prezzi: In galleria le sue sculture hanno un prezzo che parte intorno ai 15 mila euro fino a raggiungere e in alcuni casi superare i 100 mila euro, dipende dalla tecnica utilizzata e dalle dimensioni del lavoro. Le grandi installazioni site-specific prevedono investimenti superiori mentre i disegni e le foto partono da 2-3 mila euro.
Top price in asta: “Stage Evidence”, Installazione (caoutchouc uréthanique) dimensioni variabili, realizzata nel 2000 è stata battuta da Sotheby’s Milano a 23.050 euro nel novembre 2007.
Immagine in Cover: Loris Cecchini – Detail seel Syllables 2018
branch of sandblasted oak (Quercus ilex), steel modules 285 x 400 cm
photo Ela Bialkowska
courtey dell’artista