“ La cancellatura non è una banale negazione ma piuttosto l’affermazione di nuovi significati: è la trasformazione di un gesto negativo in uno positivo”. Parole di Emilio Isgrò, artista a tutto tondo, colto e raffinato, che della cancellatura ha fatto la sua cifra stilistica. Nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1937, nel 1965 si trasferisce a Milano dove tutt’ora vive e lavora. Nel 1956 esordisce con la raccolta di poesie Fiere del Sud (Arturo Schwarz Editore). Nel 1964 realizza le prime cancellature su enciclopedie e libri contribuendo alla nascita e agli sviluppi della poesia visiva e dell’arte concettuale. Un gesto assoluto da lui definito “una forma di distruzione creativa” che scuote il mondo letterario frequentato dall’artista nella sua veste di poeta.
“A rifiutarla senza esitazioni fu Eugenio Montale, che pur apprezzava la mia attività di poeta e con il quale si era creato un rapporto di amicizia. Quando gli mostrai la cancellatura, fu molto contrariato, e da allora non ci siamo più frequentati”, racconta l’artista in una intervista al critico Alberto Fiz. Più disponibile Pier Paolo Pasolini, che per altro aveva recensito favorevolmente Fiere del Sud, “ma forse non ne aveva compreso fino in fondo il significato, pur essendone in qualche modo suggestionato”. Tanto scalpore – secondo Isgrò – “si può spiegare solo con il fatto che si era verificato un salto qualitativo rispetto all’arte e alla sensibilità dell’epoca. Nel senso che la mia operazione rappresentò chiaramente la volontà di far coincidere una volta per tutte la negazione del linguaggio con la sua contestuale affermazione…..Il gesto è assoluto, ma l’azione non ha nulla di dogmatico. Si pone, anzi, in chiave dialettica e relazionale. La cancellatura – spiega l’artista – è il mattone che serve alla costruzione, o, meglio ancora, lo zero in matematica, chiamato a formare tutti i numeri e tutti i valori. Rispetto a un sistema gerarchico e verticistico come quello imposto dalle avanguardie, la cancellatura rappresenta un’ipotesi linguistica fortemente innovativa…..Le avanguardie avevano la necessità di trovare un nemico da combattere, un movimento estetico o politico a cui contrapporsi. Io non ho il problema di uccidere il padre, e la cancellatura – sottolinea – si sviluppa come azione catartica che non cerca lo scontro con i princìpi sociali, ma ne mina le fondamenta, liberando lo spettatore da una posizione passiva di pura contemplazione”.
Nel 1966, in occasione della personale alla Galleria Il Traghetto di Venezia, pubblica Dichiarazione 1, nella quale precisa la sua concezione di poesia come “arte generale del segno”. Nel 1971 realizza il suo autoritratto “concettuale”: una suggestiva auto cancellazione della propria identità con un’affermazione di non identità (Dichiaro di non essere Emilio Isgrò) sottoscritta da lui e da una nutrita schiera di amici, parenti ed esponenti del mondo dell’arte. Dichiarazione recentemente ritrattata e sostituita con una perentoria affermazione: ‘Dichiaro di essere Emilio Isgrò’. “Perdere la propria identità è tanto difficile quanto ritrovarla”, afferma l’artista, alludendo alla potenza del suo cancellare, che porta in sé, contraddittoriamente, il suo stesso contrario. Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia, dove è presente ancora nel 1978, 1986 e 1993. Partecipa nel 1992 alla mostra The Artist and the Book in XX Century Italy, organizzata dal Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Nel 1994 è presente alla rassegna I libri d’artista italiani del Novecento al Guggenheim Museum di Venezia Nel maggio 2011 propone l’installazione L’Italia che dorme alla Galleria d’arte moderna di Roma, per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia. Si inaugura all’Università Bocconi di Milano l’opera Cancellazione del debito pubblico. Nel 2014 nella Galleria degli Uffizi entra il suo autoritratto Dichiaro di non essere Emilio Isgrò. Nel 2015 crea il Seme dell’Altissimo, una scultura in marmo di 7 metri d’altezza, collocata all’interno dell’Expo di Milano.
Attività espositiva (fonte Wikipedia)
Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia, dove è presente ancora nel 1978, 1986 e 1993. Espone con altri artisti alla mostra Contemporanea (1973), curata da Achille Bonito Oliva e allestita nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese a Roma. L’anno seguente esce L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini (Il Formichiere), candidato al Premio Strega. Nel 1976 tiene la prima mostra antologica delle sue opere al Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma. Nel 1977 è insignito del primo premio alla XIV Biennale d’Arte di San Paolo del Brasile. Nello stesso anno pubblica con Feltrinelli il romanzo Marta de Rogatiis Johnson. Nel 1979 presenta alla Rotonda della Besana di Milano Chopin, installazione-partitura per 15 pianoforti. Nel 1982, rappresenta Gibella del Martirio e San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori a Gibellina.
Dall’anno seguente e per tre stagioni consecutive rappresenta l’Orestea di Gibellina, trilogia siciliana, al Festival Internazionale delle Orestiadi. Nel 1985 il Teatro alla Scala gli commissiona l’installazione multimediale La veglia di Bach, realizzata nella chiesa milanese di San Carpoforo. Nel 1986 presenta al Museo civico archeologico di Bologna l’installazione L’ora italiana, in memoria delle vittime della strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto del 1980. Nel 1989 pubblica il romanzo Polifemo (Mondadori), elaborando nello stesso tempo una nuova Teoria della cancellatura (Galleria Fonte d’Abisso).
Partecipa nel 1992 alla mostra The Artist and the Book in XX Century Italy, organizzata dal Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Nel 1994 è presente alla rassegna I libri d’artista italiani del Novecento alla collezione Guggenheim di Venezia. Pubblica il romanzo L’asta delle ceneri (Camunia) e torna alla poesia con la raccolta Oratorio dei ladri (Mondadori). Nel 1998 dona al paese natale la scultura Seme d’arancia.
Nel 2001, nel complesso di Santa Maria dello Spasimo a Palermo tiene l’antologica Emilio Isgrò 1964-2000. Con Le api della Torah inizia il “ciclo degli insetti”. Nel 2002 pubblica il libro di poesie Brindisi all’amico infame (Aragno), finalista al Premio Strega e vincitore del Premio San Pellegrino. Nel 2004 crea un’installazione dal titolo Il Padre Nostro delle formiche nell’ambito della manifestazione “Le Opere e i Giorni”, tenutasi nella Certosa di San Lorenzo di Padula dal 18 al 20 Giugno 2004 a cura di Achille Bonito Oliva.
Con il titolo La cancellatura e altre soluzioni (Skira) raccoglie nel 2007 in volume gli scritti pubblicati su quotidiani e riviste come corredo critico-teorico dell’attività creativa. L’anno successivo il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato realizza l’antologica Dichiaro di essere Emilio Isgrò a cura di Marco Bazzini. Nel 2008 e nel 2013 ha partecipato con un lavoro a BAU. Nel 2009 espone alle Stelline di Milano. L’anno seguente si tiene a Marsala la mostra Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie. In contemporanea si apre Var ve yok presso la Taksim Sanat Galerisi di Istanbul mentre i quattordici Codici ottomani vengono esposti alla Boghossian Foundation di Bruxelles.
Nel maggio 2011 propone l’installazione L’Italia che dorme alla Galleria d’arte moderna di Roma, per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, opera ideata l’anno precedente per la rassegna La Costituzione cancellata – Rappresentazione di un crimine, a cura di Marco Bazzini presso la galleria d’arte Boxart di Verona. Si inaugura all’Università Bocconi di Milano l’opera Cancellazione del debito pubblico. Nel 2012 vengono riallestite a Milano, a Palazzo Reale, le opere Dichiaro di non essere Emilio Isgrò (1971) e L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, artisti, scrittori, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini (1972); nonché L’ora italiana (1985-1986) alle Gallerie d’Italia. Nel giugno 2013 si tiene la mostra antologica dal titolo Modello Italia (2013-1964) alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, curata da Angelinandreina Rorro. Lo stesso anno vede l’uscita della raccolta di saggi inediti “Come difendersi dall’arte e dalla pioggia” a cura di Beatrice Benedetti (Maretti Editore). Nel 2014 nella Galleria degli Uffizi entra il suo autoritratto Dichiaro di non essere Emilio Isgrò. A Milano la sua Grande cancellatura per Giovanni Testori viene collocata in Piazza Gino Valle, nel nuovo quartiere Portello.
Nel 2015 crea il Seme dell’Altissimo, una scultura in marmo di 7 metri d’altezza, collocata all’interno dell’Expo di Milano. L’anno successivo a Milano viene organizzato un progetto in suo onore realizzato in tre sedi: una mostra personale a Palazzo Reale, l’esposizione della sua cancellatura del ritratto di Alessandro Manzoni alle Gallerie d’Italia e trentacinque volumi dei Promessi Sposi cancellati per venticinque lettori e dieci malati di peste a Casa di Manzoni.
Nel 2017 Emilio Isgrò espone a Londra alla Galleria Tornabuoni. Si tratta di una retrospettiva, iniziata a Milano e poi spostatasi a Parigi, che si apre con la cancellatura di 24 volumi dell’Encyclopedia Britannica (opera del 1969). La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Forma Edizioni e curato da Marco Bazzini.
Nel 2018 Isgrò inaugura la monumentale opera Monumento all’Inferno, realizzata appositamente per l’Università IULM di Milano. In aprile espone in Belgio alla MDZ Art Gallery, in una doppia personale che lo vede protagonista insieme a Christo.
Mercato
Quotazioni in decisa ascesa soprattutto dopo il suo ingresso nella scuderia della galleria Tornabuoni che gli ha aperto le porte del mercato internazionale con le sue sedi su numerose piazze estere (Londra, Parigi, Crans Montana ), e con una grande antologica nella capitale francese. E inoltre esponendo il suo lavoro nelle principali fiere internazionali. Tanto per fare un esempio, un paio d’anni fa, ad Art Basel, Tornabuoni presentava nella sezione Unlimited la cancellazione dell’Enciclopedia Britannica realizzata da Isgrò nel 1969. L’opera, composta di 24 elementi (libri cancellati) veniva offerta per 1 milione di euro e – secondo indiscrezioni – era in corso una trattativa con il Beabourg di Parigi per una possibile acquisizione. A contribuire alla ripresa del mercato dell’artista delle cancellature anche le due mostre milanesi del 2016, in contemporanea a Palazzo Reale e alle Gallerie d’Italia. Una intensa attività che è riscontrabile anche nell’incremento della sua presenza nelle aste internazionali dove ad oggi conta quasi 500 passaggi, con una percentuale di venduto che negli ultimi anni ha superato il 75% nelle diverse tipologie di opere e con un fatturato che nel 2017 ha sfiorato i 650 mila dollari (anche se inferiore ai circa 900 mila dollari messi a segno l’anno precedente). Secondo l’indice Artprice, 100 dollari investiti in un lavoro di Isgrò nel 2000 attualmente valgono otre 350 dollari.
Presenza nei musei e nelle collezioni
I suoi lavori sono entrati in importanti musei e collezioni pubbliche e private italiane e straniere. Tra gli altri: Galleria Nazionale degli Uffizi , Firenze; Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto; Centro per l’Arte Contemporanea “Luigi Pecci”, Prato; Museo del Novecento, Milano; Museo Novecento, Firenze; Università Bocconi, Milano; Gallerie d’Italia, Intesa Sanpaolo, Milano; Madre, Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli; Museo d’arte moderna di Bologna, Bologna; Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università degli studi, Parma; Collezione Maramotti, Reggio Emilia; Museo d’arte contemporanea della Sicilia, Palermo; Museo della Città, Livorno; Civica Galleria d’Arte Moderna Sant’Anna, Palermo; Credito Siciliano, Acireale (Catania); Museo Civico d’Arte Contemporanea, Gibellina (Trapani); Fondazione Orestiadi, Gibellina (Trapani); Museo Arte Gallarate (Varese); Museo della Scultura Contemporanea, Matera; Certosa di San Lorenzo, Padula (Salerno); Casa Museo Brindisi, Lido di Spina (Ferrara); Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Musées Royaux des Beaux –Arts de Belgique, Bruxelles (Belgio); Imago Mundi. Collezione Luciano Benetton; Centre national d’art et de culture Georges-Pompidou, Parigi.
Gallerie: il lavoro di Emilio Isgrò è trattato da Tornabuoni Art (055 6812697 / 6813360 – info@tornabuoniarte.it – www.tornabuoniarte.it) con sedi a Firenze, Milano, Forte dei marmi, Londra, Parigi, Crans Montana (Ch) . In passato ha lavorato con la Galleria Milanese di Giorgio Marconi e con Guastalla Centro Arte, sempre di Milano. Opere dell’artista si possono comunque trovare anche in altre gallerie italiane e internazionali.
Prezzi: per acquistare un suo lavoro in galleria occorre prevedere un investimento che va da circa 20 mila a oltre 150 mila euro, dipende dalla tipologia, dalla tecnica e dall’anno di realizzazione. Il range di prezzo per i suoi labri cancellati ( tra le opere più ricercate dell’artista) va da 40 a 100 mila euro. Tanto per fare un esempio, in una recente fiera la sua galleria di riferimento proponeva a 80 mila euro + Iva un libro cancellato montato su un pannello di 40x60x2 cm. in teca di plexiglass realizzato negli anni ’80. Particolarmente ricercate dai collezionisti le opere degli anni ’60 e‘70 che hanno un costo maggiore del 30 – 40%. Un discorso a parte per i grandi progetti e per le installazioni “storiche” dell’artista.
Top Price in asta: “Prologo degli evangelisti Secondo Matteo/Prologo degli evangelisti Secondo Marco/Prologo degli evangelisti Secondo Giovanni/Prologo degli evangelisti Secondo Luca, (Dal ciclo la veglia di Bach)”, Tecnica mista su tela realizzata nel 1985 di 120 x 180 cm. è passata di mano da Finarte a Milano per 111 mila euro (diritti compresi) nel novembre 2016. “Telex g 6”, china su tela in teca di plexiglass del 1972 di 162×21 cm. è stato battuto 71.250 euro (diritti compresi) da Sotheby’s Milano nel maggio 2016