Ottantasei anni fa era il 1932: anno bisestile in cui veniva prodotta la prima pellicola technicolor, il democratico Franklin Delano Roosevelt veniva eletto trentaduesimo presidente degli Stati Uniti d’America, in Italia veniva pubblicato il primo numero de La Settimana Enigmistica, mentre sulla terrazza dell’Hotel Excelsior di Venezia si apriva la prima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in India Gandhi iniziava in prigione il suo primo sciopero della fame e Pablo Picasso veniva consacrato all’Olimpo dell’arte.
La splendida cornice della Tate Modern di Londra ospita la mostra intitolata Amore, fama, tragedia. Pablo Picasso, 1932 in cui vengono presentate in ordine cronologico e articolate in dieci stanze 100 delle più preziose opere dell’artista spagnolo tra dipinti, sculture, disegni e foto.
L’esposizione è stata curata da Laurence Madeline e Virginie Perdrisot-Cassan del Museo Picasso di Parigi e da Achim Borchardt-Hume, Nancy Ireson, Laura Bruni e Juliette Rizzi della Tate Modern e realizzata nell’ambito della collaborazione con la società di consulenza EY e con prestiti provenienti dal Museo Nazionale Picasso di Parigi e da istituzioni private.
Il 1932 è stato l’anno più prolifico dal punto di vista artistico – Picasso dipinse sei importanti opere in soli 12 giorni -, ma anche il più combattuto e intenso a livello personale per Picasso, scisso tra l’amore per Marie-Thérèse Walter e sua moglie Olga.
Il percorso della mostra porta il visitatore nella vita di Picasso che quasi lo accompagna mese dopo mese, nella sua arte così come esse si sono sviluppate ed evolute: partendo dai tre nudi abbaglianti per i loro colori Nude in a Black Armchair (1932), Nude (1932), Green Leaves and Bust e The Mirror (1932), due opere di natura morta Still Life with Tulips e Still Life: Bust, Cups and Palette (1932) e ancora l’iconica e meravigliosa Girl Before a Mirror (1932) sul significato della caducità della vita. Ancora Rest (1932), Sleep e The Dream (1932) – dipinte in tre giorni dal 22 al 24 gennaio –e ispirate dall’amante in atteggiamenti intimi e privati.
“Io dipingo nel modo in cui alcuni scrivo una autobiografia. I dipinti, finiti o no, sono le pagine del mio diario”, Pablo Picasso.