Intervenire sul mercato prima che l’inflazione finisca fuori controllo? Per carità, occorre “esser pazienti”, anche perché gli obiettivi sull’occupazione sono ancora lontani. Il presidente della Fed Jay Powell, nel suo ultimo intervento prima della riunione del board, spazza via l’ipotesi di un’azione sui mercati per frenare l’aumento dei prezzi. Un rialzo dell’inflazione, ha aggiunto, va messo nel conto, ma sarà solo temporaneo.
Assieme al discorso inaugurale del premier cinese Li Kequiang alla conferenza annuale del partito, le parole di Powell hanno segnato la rotta dei mercati azionari, in particolare del Nasdaq (-2,11%), da ieri ufficialmente in correzione dopo aver perso più del 10% rispetto ai massimi. E le reazioni sono state robuste, quasi violente.
Il rendimento dei T-bond decennale è schizzato a quota 1,533%, restando però al di sotto del livello della scorsa settimana (1,614%) toccato in occasione dell’asta del settennale. Stamane l’onda è salita fino all’1,57%.
Sotto tiro i titoli tecnologici, a partire da Apple e Pay Pal. Tesla ha perduto il 6%. In rosso, ma più resistenti, gli altri indici: Dow Jones -1,11%, S&P 500 -1,34%.
La forza dei tassi reali Usa ha coinvolto anche il dollaro, che ha respinto l’euro sotto 1.20. Penalizzati i preziosi, e perfino Bitcoin. Gli indici Usa hanno accumulato passivi rilevanti, prima di dar corso a una stabilizzazione. L’S&P ha raggiunto un passivo del 2,5% e il Nasdaq 100 ha rasentato il 3%. “A salire – nota Giuseppe Sersale di Anthilia – sono solo i tassi reali, mentre le attese di inflazione sono al palo. Il che segna un inasprimento delle condizioni finanziarie del mercato”.
Ma queste reazioni non smuoveranno la Fed, impegnata a valutare gli effetti del maxipiano di stimoli all’economia all’esame del Senato. Negli Usa il numero di lavoratori che hanno fatto richiesta di sussidi è intanto salito a 745mila.
Il secondo tema di giornata riguarda la plenaria dell’assemblea popolare nazionale cinese, in cui Pechino illustrerà il piano quinquennale per l’economia. Dopo aver contenuto il Covid, il premier Li Kequiang ha previsto per il 2021 un Pil in crescita di “oltre il 6%”. Nei piani del governo la creazione di più di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane, dove la disoccupazione è del 5,5%. Il budget militare aumenterà del 6,8% nel 2021, in rialzo rispetto al 6,6% dello scorso anno. Ma sarà una crescita “salutare”, senza eccessi e con la moderazione che serve a evitare il formarsi di bolle sui mercati. Insomma, Pechino lascia intendere che aiuti e stimoli monetari saranno forniti con attenzione.
Le Borse dell’Asia hanno rallentato la discesa e stamattina la situazione è in miglioramento. Nikkei di Tokyo -0,5%, Hang Seng di Hong Kong +0,1%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,3%, Kospi di Seul -0,4%, BSE Sensex di Mumbai -0,2%.
La settimana sta per terminare con questo bilancio: Nikkei -1%, Hang Seng +0,2%, CSI 300 -1,7%, Kospi -2,3%, Taiex di Taipei -3,7%, BSE di Mumbay +2,8%.
Il terzo tema price sensitive riguarda il petrolio, sostenuto dalla “moderazione” dell’Arabia Saudita, a caccia di amici per evitare l’isolamento dopo l’assassinio di Adnan Khashoggi. Brent del Mare del Nord a 67,3 dollari il barile: il +4,8% di ieri è tutto dovuto al cambio di atteggiamento della Russia, adeguatasi alle richieste di Riyad sulla produzione: il regime speciale di autolimitazione resta in vigore ancora per un mese.
LE BORSE EUROPEE TENGONO. MA OGGI ARRIVA L’ONDA SUI BOND
Grazie al rally del petrolio, i listini europei hanno contenuto le pressioni sui valori azionari, mentre i bond erano “congelati” in attesa dell’intervento del presidente della Fed, Jerome Powell, in serata. Vista la reazione dei mercati è probabile che i timori legati all’inflazione siano destinati a risalire in mattinata. Ma è assai difficile che, a una settimana dal direttorio della Bce, la Banca centrale vada oltre le dichiarazioni di principio come quelle di Pablo Hernandez de Cos, membro del board che ha detto che la Banca centrale dovrebbe esplorare l’opzione di controllare la curva dei rendimenti, come già fanno Australia e Giappone. Ma un altro banchiere centrale, il portoghese Mario Centeno, ha ammonito che questa strategia rischia di rivelarsi difficile. “Adottare un controllo della curva – ha dichiarato – implica annunciare un prezzo target per i bond governativi a scadenze differenti. E questa non è la via più facile da percorrere”.
MILANO +0,2%. DRAGHI FERMA ASTRAZENECA
Piazza Affari ha chiuso in rialzo dello 0,2%, a 23.093 punti, con le vendite su tecnologici, moda e banche compensate dagli acquisti su utility e petroliferi.
L’Italia è il primo Paese europeo a rifiutare l’export del vaccino AstraZeneca. Roma ha notificato alla Commissione Ue la decisione di bloccare 250mila dosi destinate all’Australia e Bruxelles ha dato il via libera.
PROSIEBEN SPEGNE LE SPERANZE DI MEDIASET
Nel resto d’Europa Francoforte perde lo 0,18%; Amsterdam -0,86%; Londra -0,35%. Piatta Parigi, in progresso Madrid: +0,3%.
Da segnalare il tonfo di Vivendi (-4,2%), che non ha escluso un interesse per l’acquisto di M6, l’emittente controllata da Bertelsmann. Intanto, ProsiebenSat ha smentito colloqui per una potenziale fusione con Mediaset, che controlla il 12,7% del gruppo tedesco.
SPREAD A 106. IL BTP VERDE ACQUISTATO DA 530 ISTITUZIONALI
Il Btp conclude la seduta poco mosso, in attesa dell’intervento del presidente della Fed Jerome Powell. In chiusura, lo spread sul Bund a 10 anni è a 106 punti base, dai 105 in avvio e dai 104 di ieri.
Il tasso del decennale si attesta in area 0,74%, dopo aver chiuso a 0,75% la seduta precedente.
Gli investitori esteri hanno acquistato il 73,7% del primo Btp green, con ordini che hanno superato gli 80 miliardi di euro. È quanto ha fatto sapere il Tesoro in una nota in cui si legge anche che all’operazione hanno partecipato complessivamente circa 530 investitori.
Tra gli investitori esteri, una quota di rilievo – circa il 22,1% – è stata sottoscritta nel Regno Unito. Il resto del collocamento, oltre il 40%, è stato allocato in larga parte in Europa continentale. Gli investitori Usa si sono aggiudicati l’1,9% dell’emissione, mentre circa lo 0,5% è andato a investitori asiatici.
IACOVONI (TESORO): “GREEN BOND, PRESTO FAREMO IL BIS”
L’Italia punta ad avere una presenza importante e di lungo termine sul mercato dei governativi green e sicuramente riaprirà il Btp verde scadenza aprile 2045, che ha raccolto mercoledì una domanda per oltre 80 miliardi. Lo ha detto il responsabile del debito Davide Iacovoni, sottolineando che una quota superiore al 53% è stata presa dai fondi, “un segnale che il titolo è entrato in portafogli di gestioni già specializzate in investimenti sostenibili”, dice il responsabile del debito del Tesoro.
SOTTO TIRO STM, RIMBALZA TELECOM
In Piazza Affari va in onda la crisi dei chip, colpiti dal crollo dell’offerta di prodotti per l’automotive. Paga un pesante prezzo Stm, in calo del 3,6% abbondante. Al contrario, rimbalza Telecom Italia (+2,3%). Kepler che ha migliorato il target price portandolo da 0,7 a 0,75 euro per azione. In grande evidenza anche Campari (+2,41%).
UTILITIES ALLA RISCOSSA, BOOM DEL PRESTITO ENEL
Rimbalzano anche le utilities, già zavorrate dal forte aumento dei rendimenti. Enel guadagna il 2,85%, così festeggiando l’emissione sul mercato europeo di un prestito obbligazionario non convertibile subordinato in euro, destinato agli investitori istituzionali, per un ammontare complessivo pari a 2,25 miliardi.
Sale anche Italgas (+1,8%). Equita Sim ha confermato la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 6 euro. La società, evidenziano gli analisti, “ha comunicato di aver ottenuto l’assegnazione della gara di Torino1” e che questo “sblocca investimenti per 300 milioni, già inseriti nel business plan 2020-2026 presentato a ottobre”.
DEL VECCHIO: NESSUN PIANO CON CALTAGIRONE SU MEDIOBANCA
Anche a Milano rimbalzano i petroliferi: Saipem +2% dopo alcune sedute molto pesanti. Meglio Eni (+2,25%) e Tenaris (+3,49%).
Bancari tendenzialmente negativi: tra i peggiori Unicredit (-1,49%) e Fineco (-0,93%): l’8 febbraio scorso 14.403 nuovi clienti hanno aperto un conto corrente presso la banca guidata da Alessandro Foti, che nel corso del mese ha raccolto 1,26 miliardi euro (+64% rispetto a 770,6 milioni di un anno fa).
Intesa Sanpaolo cede l’1%, Banco Bpm -1,5%. Rallentano anche Mediobanca (-0,11%) e Generali (-0,28%) dopo il blitz di Francesco Gaetano Caltagirone su piazzetta Cuccia. “Non sapevo che Caltagirone stesse comprando azioni Mediobanca. Ci conosciamo e stimiamo da tanto tempo, ma ognuno va per la sua strada in maniera del tutto indipendente”. Così Leonardo Del Vecchio non è stupito più di tanto nel vedere che l’imprenditore romano, suo socio nelle Generali, si sia convinto che anche Mediobanca può essere un buon affare. Ma gli indizi, secondo Equita, vanno in un’altra direzione. Caltagirone, ricorda il broker, sembra di fatto replicare lo schema seguito da Del Vecchio, che è entrato un anno e mezzo fa nel capitale di Mediobanca, diventandone il primo azionista con il 13,2% (ha il via libera della Bce per salire fino al 20%, ed è anche terzo socio di Generali con il 4,84%, proprio dietro a Caltagirone, che ha il 5,65%).
FRENATA DOLCE PER STELLANTIS. FERRARI INCHIODA (-2,08%)
Tra gli industriali frena Stellantis (-1,4%) all’indomani della pubblicazione dei risultati 2020. Equita scrive che, “pur confermando la nostra raccomandazione positiva e la presenza in portafoglio trattandosi di una delle storie industriali più interessanti a livello europeo, riduciamo leggermente il peso in portafoglio per qualche incertezza di breve”. Perde colpi Ferrari (-2,08%).
AMPLIFON, NON SI FERMA LA FRANA
Proseguono le vendite su Amplifon (-2,5%) dopo i risultati 2020 resi noti ieri non apprezzati dal mercato. Un analista rileva che “non è piaciuta la mancanza di un range di crescita nel 2021 per un business che non è soggetto ai problemi della pandemia”. Mercoledì il titolo aveva lasciato sul terreno l’8,3%.