Sono undici i candidati presentati dal Cda uscente di Unicredit per il nuovo board della banca di Piazza Gae Aulenti che sarà eletto dall’assemblea di primavera e al quale concorreranno anche le liste di minoranza per un totale di 13 componenti.
Nella lista principale spiccano ovviamente i nomi del presidente ed ex ministro Pier Carlo Padoan e del futuro Ceo, Andrea Orcel, che si appresta a prendere il timone della seconda banca italiana con l’obiettivo – anche attraverso operazioni straordinarie – di rilanciarla e di accorciare il gap che attualmente la divide da Intesa Sanpaolo, soprattutto dopo la fusione con Ubi Banca.
Nella lista per il nuovo Cda di Unicredit ci sono nomi nuovi (tra cui ovviamente quello di Orcel), conferme (tra cui quella di Padoan e del vicepresidente uscente Lamberto Andreotti, figlio dell’ex premier dc Giulio e manager di lungo corso dell’industria farmaceutica americana) e diverse donne.
Ma l’attesa lista per il nuovo Cda di Unicredit non è stato l’unico fatto che ieri ha movimentato la scena della finanza italiana, anche se in prospettiva i due fatti possono in un certo senso incrociarsi. L’altro fatto nuovo riguarda Mediobanca, che da quando Leonardo Del Vecchio è diventato il primo azionista in vista di salire fino al 20% del capitale, vive in una specie di limbo in attesa di capire dove il patron di Luxottica voglia condurla con l’occhio costantemente rivolto alle Generali dove Del Vecchio è anche lì tra i principali soci insieme a Caltagirone e ai Benetton. E proprio ieri Francesco Gaetano Caltagirone, l’imprenditore romano delle costruzioni che è anche il proprietario di una catena di giornali tra cui Il Messaggero di Roma, ha agitato le acque acquistando l’1,014% dell’istituto di Piazzetta Cuccia per circa 80 milioni di euro.
L’operazione di ieri cementa l’asse Caltagirone-Del Vecchio non solo in Mediobanca ma soprattutto in Generali, dove Caltagirone è il secondo azionista con il 5,65% dietro a Piazzetta Cuccia (13%) e davanti a Del Vecchio (4,84%) con l’obiettivo evidente di indirizzare la strategia del Leone, sia pesando nella scelta del vertice che dovrà essere rinnovato l’anno prossimo sia creando le premesse per un rafforzamento dei soci italiani nella compagnia assicurativa in vista di operazioni strategiche future.
Ma per ora il focus si sposta su Unicredit, dove non a caso Del Vecchio si è battuto per portare sulla poltrona di Ceo Orcel, che non ha esperienza diretta di banca commerciale ma è definito il Cristiano Ronaldo dell’M&A. Ed è qui che il tandem Orcel-Del Vecchio, con l’appoggio esterno di Caltagirone, può riservare sorprese sia rafforzando la presenza di Unicredit sul territorio e nel retail – non caso Banco Bpm è alla finestra – sia muovendosi proprio in direzione di Mediobanca senza escludere future acquisizioni o integrazioni. Così il cerchio si chiude: Del Vecchio, d’intesa con Orcel, si prepara a contare molto in Unicredit e ancor di più in Generali, dove Mediobanca non sarebbe più il timoniere principale e dove invece può pesare in modo determinante l’asse con Caltagirone ed eventualmente con Unicredit in caso di matrimoni milanesi. Certamente ne vedremo delle belle. La finanza italiana può prepararsi ai fuochi d’artificio.