Dopo quasi sette anni cambia la guida della Cisl. Luigi Sbarra ha preso il posto di Annamaria Furlan come segretario generale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori. Lo ha eletto il Consiglio generale dell’associazione, riunitosi oggi a Roma, con 168 voti a favore su 173.
L’elezione avviene nel segno della continuità. Lo scorso febbraio, a fare il nome di Sbarra era stata la stessa Furlan che lo aveva anche voluto cime segretario aggiunto nel 2018. “Passo il testimone in mani sicure– ha detto-, lavorerà per i giovani, per le donne, darà dignità ai lavoratori deboli e fragili”.
Calabrese, sessantuno anni, Sbarra era stato eletto segretario generale aggiunto della Cisl il 28 marzo di tre anni fa, ricevendo le deleghe su mercato del lavoro, contrattazione, industria e rappresentanza.
In questi mesi di pandemia “abbiamo toccato il picco di oltre 9 milioni di persone in cassa integrazione e corriamo il rischio di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro nel 2021″, dopo “i quasi 500 mila” già persi nell’ultimo anno, afferma il neo segretario generale nella relazione dopo l’elezione, indicando tra gli “obiettivi” da perseguire “nell’immediato la piena realizzazione del piano vaccinale e la proroga delle protezioni sociali, a cominciare dall’estensione del blocco dei licenziamenti, degli ammortizzatori e delle indennità Covid”.
Parlando del Governo, il nuovo numero uno della Cisl ha riconosciuto che “l’autorevolezza del Presidente del Consiglio, ha permesso il riallineamento delle forze politiche in un campo di concordia, che ci auguriamo davvero non sia animata da effimeri tatticismi”.
“Serve uno sguardo lungo per dare profondità al percorso di innovazione – ha aggiunto -, coinvolgendo tutti gli attori politici e sociali responsabili, rispettando l’autonomia di ognuno, convergendo su target condivisi”.
Sbarra ha parlato inoltre della necessità di stipulare un nuovo patto che “consenta all’Italia di approdare, finalmente, a un modello di sviluppo che coniughi solidarietà e competitività, partecipazione e produttività”. “L’agenda di questo Accordo deve essere scritta insieme, aprendo nuovi spazi di elaborazione e di protagonismo sociale – osserva – Coinvolgendo in pieno chi, come il sindacato, vive la prossimità e conosce i problemi dei territori, delle comunità, dei lavoratori e delle famiglie”.