Il Consiglio dei ministri ha completato la squadra del governo Draghi con la nomina di sottosegretari e viceministri. In tutto, sono stati assegnati 39 posti: 11 al Movimento 5 Stelle (che ne aveva 21 nel Conte 2), nove alla Lega, sei al Pd e altrettanti a Forza Italia, due a Italia Viva e uno a Leu. I rimanenti quattro posti sono divisi tra le forze minori di centro.
SOTTOSEGRETARI LEGA
Con i grillini delusi per il dimezzamento dei posti, a trionfare è senza dubbio il partito di Matteo Salvini, che incassa più poltrone del previsto. Fa rumore la nomina di Nicola Molteni, che nel governo gialloverde firmò i decreti sicurezza con il segretario leghista e ora torna sottosegretario agli interni fra le proteste di Pd e Leu (e malgrado le perplessità della ministra Luciana Lamorgese).
La Lega ottiene anche Gian Marco Centinaio all’Agricoltura, Lucia Borgonzoni ai Beni culturali, Claudio Durigon al Mef, Alessandro Morelli alle Infrastrutture e ai Trasporti, Tiziana Nisini al Lavoro, Rossano Sasso all’Istruzione, Vannia Gava all’Ambiente e Stefania Pucciarelli alla Difesa.
SOTTOSEGRETARI FORZA ITALIA
È andata bene anche a Silvio Berlusconi, che piazza uomini di fiducia in due caselle fondamentali per i suoi interessi personali come l’editoria (a Giuseppe Moles, che all’ultimo sostituisce Giorgio Mulè, bloccato dai veti di M5S e Pd) e la giustizia (a Francesco Paolo Sisto). In più, gli azzurri collocano Deborah Bergamini ai Rapporti con il Parlamento, Gilberto Pichetto Fratin allo Sviluppo economico (snodo delicatissimo per le frequenze tv) e Francesco Battistoni alle Politiche Agricole, mentre Mulè trasloca alla Difesa.
SOTTOSEGRETARI PD
Male invece i dem, che perdono posti importanti e si ritrovano con lo stesso numero di sottosegretari di Forza Italia. Per tamponare lo squilibrio di genere e placare le proteste interne (tutti e tre i ministri Pd sono uomini), cinque delle sei poltrone destinate al Partito Democratico sono affidate a donne: Anna Ascani al Mise, Marina Sereni agli Esteri, Simona Malpezzi ai Rapporti con il Parlamento, Assuntela Messina all’Innovazione e Alessandra Sartore all’Economia. Completa il quadro Vincenzo Amendola agli Affari europei.
SOTTOSEGRETARI M5S
Fra i pentastellati si registrano sei conferme (Cancelleri, Castelli, Sibilia, Todde, Di Stefano e Sileri) e cinque new entry (Nesci, Floridia, Accoto, Fontana e Macina). Clamorosa l’esclusione di Stefano Buffagni, viceministro uscente allo Sviluppo economico, che già minaccia di mettersi alla testa degli scissionisti.
SOTTOSEGRETARI IV E ALTRI
Matteo Renzi riporta al governo Teresa Bellanova (viceministro ai Trasporti) e Ivan Scalfarotto (all’Interno). Leu conferma invece Cecilia Guerra (all’Economia). Bruno Tabacci diventa sottosegretario con il ruolo di coordinatore della politica economica, mentre Benedetto della Vedova torna alla Farnesina.
GABRIELLI AI SERVIZI SEGRETI
Infine, il presidente del Consiglio ha affidato la delega ai servizi segreti a Franco Gabrielli, che quindi dopo cinque anni lascia il ruolo di capo della Polizia.
DRAGHI PIEGA I VETI INCROCIATI
L’autorità di Mario Draghi è stata fondamentale anche per chiudere la partita su viceministri e sottosegretari. Di fronte ai litigi e alle polemiche fra i partiti, che rischiavano di allungare i tempi delle nomine, il Premier si è imposto, pretendendo un compromesso entro i tempi stabiliti. “Altrimenti decido io”, era l’avvertimento.