Martedì 2 febbraio 2021 l’amministratore delegato e fondatore di Amazon, Jeff Bezos, ha annunciato che lascerà la carica di CEO per diventare presidente esecutivo di Amazon. Il suo posto di CEO sarà preso da Andy Jassy, attualmente a capo della divisione di cloud computing, AWS. Bezos, 57 anni, ha detto che questo è il “momento ottimale” per un tale passaggio che, comunque, avverrà nel terzo trimestre del 2021.
In una lettera al personale di Amazon, Bezos ha dichiarato che, “pur rimanendo impegnato in iniziative importanti di Amazon”, rivolgerà gran parte della sua attenzione ai temi del cambiamento climatico, a Blue Origin, la società di esplorazione spaziale, e al quotidiano “The Washington Post” del quale è proprietario. Usando una colorita espressione ha detto che lui ci sarà solo per le “one door decisions”. Decisioni da cui non si torna indietro.
Bezos è CEO di Amazon nel 1994, data della fondazione del gigante dell’e-commerce. Oggi è una delle persone più ricche del mondo, con un patrimonio netto personale che Forbes stima in 200 miliardi di dollari, poco meno del valore del Recovery Plan italiano. Sempre nella lettera al personale Bezos ha dichiarato: “Non ho mai avuto più energie di adesso e non si tratta di andare in pensione”. C’è da crederci.
Di seguito riportiamo un profilo di Andy Jassy redatto da due giornalisti del “New York Times” e pubblicato sul quotidiano di New York.
L’ombra di Bezos
Nel 2002, Andy Jassy, all’epoca un giovane dirigente di Amazon, ha iniziato a seguire da vicino Jeff Bezos, il fondatore della libreria online.
Lo ha seguito ovunque, comprese le riunioni del consiglio di amministrazione. Ha pure assistito alle sue telefonate, ricorda Ann Hiatt, che è stata assistente esecutiva di Bezos dal 2002 al 2005.
L’idea era che Jassy diventasse una sorta di “doppio del cervello “ di Bezos in modo da poter replicare il pensiero del suo capo e anticiparne le domande.
“Pensavo di avere raggiunto standard molto elevati prima di iniziare quel lavoro”, ha detto Jassy in un’intervista podcast dello scorso autunno sul periodo di 18 mesi al fianco di Bezos. “Poi, nello svolgere quel lavoro ombra, ho capito che i miei standard non erano abbastanza alti”.
Presto a capo di Amazon
Ora Jassy, rimasto vicino a Bezos per più di due decenni, è stato incaricato di prenderne l’eredità e portarla avanti. Quest’estate, il 53enne assumerà il ruolo di amministratore delegato di Amazon quando Bezos si farà da parte per diventare presidente esecutivo.
Poche successioni aziendali, dopo quella di Microsot e Apple, hanno ricevuto e riceveranno un’attenzione come questa. Jassy deve guidare Amazon — che è diventata una società da 1,7 trilioni di dollari con 1,3 milioni di dipendenti, operativa in tutto il mondo nel commercio elettronico, nella logistica, nel cloud computing, nell’intrattenimento e nei dispositivi intelligenti — sempre sotto l’occhio vigile di Bezos, che ne rimane sempre il maggiore azionista. Non è un caso che Wall Street non abbia battuto ciglio all’annuncio.
Amazon, che ha conosciuto una crescita strepitosa, deve adesso fare fronte a sfide crescenti. In Europa e negli Stati Uniti, l’azienda di Seattle è sotto scrutinio da parte dei regolatori e dei legislatori a causa del suo immenso potere.
La sua stessa forza lavoro è diventata sempre più attiva nel trattare le condizioni di lavoro con l’azienda. Alcuni investitori e dipendenti si chiedono se Amazon, con la sua colossale dimensione, possa mantenere i suoi metodi innovativi senza che la burocrazia la strangoli.
Avanti con il modello Bezos
Jassy non ha parlato pubblicamente della sua visione di Amazon, ma quelli che lo conoscono sono certi che continuerà il lavoro di Bezos senza che attui nessuna brusca rottura o deviazione da quel modello. Jassy stesso ha contribuito a concepire e implementare molti dei meccanismi dell’azienda e della sua cultura interna.
“Andy è parte dell’intera cultura di Amazon”, ha detto Tom Alberg, managing partner di Madrona Venture Group e membro del consiglio di amministrazione di Amazon fino al 2019. “Penso davvero che ci sarà una forte continuità”.
In una e-mail ai dipendenti, annunciando la transizione, Bezos ha detto: “Sarà un leader eccezionale. Ha la mia piena fiducia”.
Laurea ad Harvard
Jassy è cresciuto a Scarsdale, N.Y., il mediano di tre figli. Il padre dirigeva un primario studio legale e la madre quando non lavorava in casa dedicava molto impegno all’arte e alla cultura. Si è laureato in pubblica amministrazione ad Harvard e ha collaborato alla sezione economica di “The Harvard Crimson”, il giornale degli studenti dell’ateneo.
Jassy voleva fare il giornalista sportivo, ma dopo la laurea è finito nel marketing. Ha anche provato ad avviare una propria attività con un collega prima di frequentare la Harvard Business School.
In Amazon dal giorno uno
Nel 1997, mentre era diretto ad un concerto di Shawn Colvin a New York, fu convocato ad Amazon (allora a New York) per un colloquio di lavoro. Ottenne l’impiego, dette l’esame finale di laurea un venerdì e il lunedì successivo iniziò a lavorare ad Amazon, tre settimane prima che la società andasse in borsa.
Nel 2002, dopo aver ricoperto ruoli nel marketing e nella musica, Jassy fu scelto da Bezos per essere la sua “ombra”, un incarico da capo dello staff con lo scopo anche di selezionare i leader più promettenti.
“Il suo compito era quello di essere uno sparring partner intellettuale per Jeff “, ha detto la Hiatt, ex assistente esecutivo di Bezos. Ricorda che Jassy aiutò Bezos a illustrate i vantaggi del programma Prime con lo scopo di persuadere un consiglio piuttosto scettico sul lancio del programma di spedizione gratuite.
L’investimento nel software
Jassy ha anche guidato l’ingresso di Amazon in un nuovo campo: il cloud computing. A quel tempo, Bezos era piuttosto frustrato dal team di sviluppo software di Amazon. Stavano mettendo troppo tempo per completare i progetti, anche se la società stava arruolando nuovi sviluppatori per velocizzare il lancio dei prodotti. Allora Bezos chiese a Jassy di guardarci dentro e di risolvere la cosa.
Jassy scoprì che i team di sviluppo passavano più tempo a progettare e a costruire la infrastruttura che a sviluppare nuovi prodotti. Allora decise di riconfigurare il metodo di Amazon per permettere ai diversi gruppi di sviluppo di condividere gli stessi blocchi di base del software.
Nasce AWS
Nel 2003, Jassy e altri dirigenti si riunirono a casa di Bezos. Avevano intravisto una buona opportunità di business nell’aiutare altre aziende a risolvere gli stessi problemi che Amazon aveva incontrato.
Ma prima che il progetto potesse decollare, Jassy fu chiamato a presentare un “six-pager” — un memo narrativo che nel mondo di Amazon espone la visione di nuova idea — al consiglio di amministrazione di Amazon e spiegare quali risorse sarebbero state necessarie per realizzare il servizio che aveva in mente.
“Ero molto nervoso. Ho fatto 30 bozze di questo documento”, ha detto Jassy in un discorso del 2017 all’Università di Washington.
Ha chiesto al Consiglio di assumere 57 persone, un numero significativo dal momento che Amazon, all’epoca, impiegava solo 5.000 persone . Bezos “non ha battuto ciglio”, ricorda Jassy.
L’eldorado di AWS
Il progetto è diventato Amazon Web Services (AWS). Oggi è la più grande fonte di profitti di Amazon. Le aziende esterne sono state sollecite nel fare propria l’idea di pagare Amazon per l’hosting dei computer e dei dati e per la fornitura del software necessario, invece di investire grandi somme per comprare, costruire e mantenere i propri sistemi informativi.
Fino al 2012, ha detto Jassy, l’unità di cloud di Amazon cresceva così velocemente che ogni giorno impiegava la quantità di computer pari a quelli che nel 2003 erano necessari per far funzionare l’intera Amazon.
Amazon Web Services funzionava come una start-up all’interno dell’azienda. Una start-up dalle uova d’oro. Nel 2020 le vendite di AWS sono cresciute a 45,4 miliardi di dollari, pari al 12% delle entrate della società e al 63% dei suoi profitti.
Lo stile di Jassy
Jassy ha la reputazione di essere un duro, senza, però, mai assumere comportamenti sopra le righe. Nelle riunioni, fa domande precise, ma sa anche ascoltare, rimanere calmo e lasciare che ci sia un confronto anche aspro di idee.
Nelle e-mail, Jassy risponde alle buone notizie semplicemente con “Nice”, seguito da un numero apparentemente casuale di punti esclamativi. Molti si sono interrogati se la quantità di punti esclamativi possa significare qualcosa.
Jassy ha anche trovato il tempo per dedicarsi alle attività di intrattenimento e sociali del personale. Alla Tatonka Bowl, una gara annuale di mangiatori di alette di polo cucinate in stile Buffalo, ha fatto da maestro di cerimonie. Ha distribuito ai partecipanti un “badge” con sopra un pollo fiammeggiante.
La questione di Rekognition
Dopo che sarà diventato amministratore delegato, le idee di Jassy saranno sottoposte a un maggiore scrutinio. All’inizio del 2020, Jassy ha parlato con entusiasmo della fornitura ai dipartimenti di polizia di Rekognition, la tecnologia di riconoscimento facciale di Amazon. Una dichiarazione che è stata criticata a causa dei comportamenti dei dipartimenti di polizia nei confronti delle persone di colore.
“Vediamo se i dipartimenti di polizia abusano in qualche modo della tecnologia”, ha detto al programma PBS “Frontline” nel febbraio 2020. “Finora non l’hanno fatto. Supporre che lo faranno e quindi escluderli a priori dalla tecnologia più sofisticata sul mercato, non mi sembra la decisione corretta”.
Una posizione piuttosto diplomatica che però gli eventi successivi hanno spinto verso una radicale revisione.
Rekognition alla prova dei fatti
Quando, però, sono iniziate le proteste di Black Lives Matter, Jassy ha iniziato a esprimersi pubblicamente sulle questioni razziali. E, a giugno 2020, Amazon ha annunciato una moratoria di un anno sulla fornitura alla polizia della tecnologia Rekognition.
“La morte di Breonna Taylor ci chiama tutti in causa”, ha scritto Jassy, a settembre 2020, su Twitter a proposito dell’azione della polizia. “Ancora non lo capiamo negli Stati Uniti. Se non si inizia a ritenere i dipartimenti di polizia responsabili dell’assassinio di persone di colore, non avremo mai giustizia e cambiamento, né saremo il paese al quale aspiriamo e che pensiamo di essere”.
Ad Amazon è sempre il giorno uno
Alla conferenza di AWS nel dicembre 2020, Jassy ha offerto un assaggio di come intenda portare avanti la gestione di una delle aziende tecnologiche più grandi del mondo. Facendo eco a Bezos, che ha sostenuto a lungo che le aziende devono continuare a innovare furiosamente, Jassy ha detto che la chiave per la sopravvivenza a lungo termine è quella di reinventarsi quando le condizioni sono favorevoli.
Jassy ha poi esposto un piano in otto fasi per la “re-invenzione” di Amazon e ha sottolineato l’importanza di essere “maniacali, implacabili e tenaci”.
“Bisogna avere il coraggio di far crescere l’azienda e costringerla a cambiare e a muoversi in avanti”, ha detto.
Fonte: Karen Weise and Daisuke Wakabayashi, How Andy Jassy, Amazon’s Next C.E.O., Was a ‘Brain Double’ for Jeff Bezos, The New Yorl Times, 3 febbraio 2021
Altra fonte: Dave Lee, The Amazon machine: Jeff Bezos’s revolution — and complicated legacy, The Financial Times, 5 febbraio 2021