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Edf crolla per il nucleare, ma Edison torna all’utile

Il gruppo francese ha visto l’utile ridursi dell’87% nel 2020 e ora alza i target sulle rinnovabili. La controllata italiana invece presenta conti in crescita, mentre è rosso profondo anche per Repsol.

Edf crolla per il nucleare, ma Edison torna all’utile

Edf “rischia la serie B”. Queste parole, pronunciate dal CEO Jean-Bernard Levy, rendono l’idea della crisi in cui versa il gruppo energetico francese, che nel 2020 ha visto l’utile netto precipitare dell’87% a 650 milioni, sotto l’effetto della crisi sanitaria e di elementi non ricorrenti. L’utile veniva dai 5,2 miliardi del 2019, ed è sceso anche il fatturato, 69 miliardi (-3,2%). Non sorprende dunque che il titolo a metà mattinata perda oltre il 3% alla Borsa di Parigi, a 10,2 euro per azione. Edf paga soprattutto il fatto di aver puntato quasi tutto sul nucleare negli ultimi anni, e il Covid ad esempio ha fatto saltare il grande progetto dell’impianto di Hinkley Point, in Uk. Ecco perché il gruppo francese prevede ora di cambiare rotta e di puntare sulle rinnovabili: l’obiettivo è di investire su solare ed eolico per portare la capacità produttiva green a 60 GW nel 2030.

Tuttavia Edf sottolinea la sua “resilienza, sia dal punto di vista operativo che finanziario. Nonostante una recessione storica, stiamo fornendo solidi risultati finanziari”, ha commentato ancora il CEO Jean-Bernard Levy, che durante una conference call ha appunto annunciato l’aumento dei target a medio termine nelle energie rinnovabili. Il gruppo francese controlla in Italia Edison, che invece si è difesa molto bene anche in questo 2020 complicato, chiudendo con un ritorno all’utile per 19 milioni di euro rispetto alla perdita per 436 milioni di euro registrata nel 2019 che “risentiva in misura maggiore delle svalutazioni delle attività E&P oggetto di dismissione”.

“Nonostante la crisi economica determinata dal Covid-19 – spiega la società – che ha avuto un impatto negativo sull’Ebitda 2020 stimato in 59 milioni di euro, cresce la marginalità del gruppo grazie soprattutto alle rinnovabili”. Nel 2020 l’Ebitda è cresciuto del 13,6% a 684 milioni di euro mentre l’indebitamento finanziario netto a fine 2020 rimane stabile a 513 milioni di euro (da 516 milioni di euro del 2019). Quanto al futuro, Edison prevede per il 2021 una crescita dell’Ebitda che si collochera’ in un intervallo compreso tra 680 e 740 milioni di euro. Il board ha anche deciso di proporre all’assemblea l’integrale ripianamento delle perdite esistenti al 31 dicembre pari a 918 milioni di euro (di cui 68 milioni di euro riferiti al 2020) oltre che mediante utilizzo delle riserve disponibili di 277 milioni di euro, anche mediante riduzione del capitale per 641 milioni di euro.

Per quanto riguarda i risultati della capogruppo, Edison Spa ha chiuso con ricavi a 4.432 milioni di euro e un risultato netto negativo per 68 milioni di euro (contro risultato netto negativo di 411 milioni di euro nel 2019).

Sempre sul fronte energetico, ha pubblicato i conti del 2020 anche la spagnola Repsol, che ha chiuso in perdita per 3,29 miliardi , migliorando comunque il rosso di 3,82 miliardi di euro dell’anno precedente. L’utile netto adjusted è stato di 600 milioni di euro rispetto ai 2,04 miliardi di euro dell’anno precedente. Il gruppo ha precisato che “la perdita netta si è ridotta nel quarto trimestre ma l’attività ha sofferto di un contesto difficile a causa della pandemia di coronavirus, con il calo dei prezzi delle materie prime che ha danneggiato le scorte”.

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