I soldi stanziati per lo sviluppo del 5G nell’ultima bozza del Recovery Plan italiano ammontano appena allo 0,5% delle risorse complessive. Lo scrive l’agenzia Ansa, che cita fonti secondo cui gli 11 miliardi destinati al digitale la scorsa estate si sarebbero dimezzati (a 5/6 miliardi) nella versione del piano redatta a dicembre. In seguito, la cifra sarebbe scesa ulteriormente, fino a 3,3 miliardi, di cui solo 2,2 per banda ultralarga e 5G. Quindi, ragionevolmente, per il 5G verrebbe stanziato un solo miliardo. Vale a dire il 10% della cifra che l’Associazione fra gli operatori di telecomunicazioni (Asstel) considera necessaria per terminare le infrastrutture digitali di cui l’Italia ha bisogno. E questo nonostante nella stessa bozza di Recovery Plan si legga che la digitalizzazione è fondamentale, in quanto abilita gli altri assi strategici (transizione ecologica e inclusione sociale) che dovranno guidare l’azione di rilancio del Paese.
Per avere un termine di paragone, basti pensare che la Germania ha previsto un investimento di circa 6 miliardi di euro per garantire, entro il 2025, il massimo sviluppo del 5G, in particolare nelle aree interne e rurali. Lo scorso dicembre anche la Spagna ha presentato un piano da oltre 4 miliardi, sempre secondo Asstel, l’Italia dovrebbe stanziare come minimo la stessa cifra.
Stando a un’indagine condotta da Kantar per il Vodafone Institute su 15mila persone in 15 Stati, i cittadini percepiscono l’urgenza d’intervenire sul fronte della digitalizzazione. Quasi tutti gli intervistati concordano sul fatto che il programma di investimenti dovrebbe prima di tutto interessare il comparto sanitario, generare opportunità per le piccole imprese colpite dalla pandemia e creare nuovi posti di lavoro (o perlomeno salvare quelli esistenti). Tuttavia, fra gli aspetti cruciali per la ripresa emerge in particolare il digitale: più di tre persone su quattro ritengono che i servizi pubblici digitali (80%), le competenze digitali (78%) e l’accesso a Internet a banda larga (77%) siano aspetti importanti per la ripresa dell’Europa. Il 75% mette in testa la digitalizzazione della PA (75%), poi le competenze (74%) e sullo stesso piano la connettività (73%).