Nel quarto trimestre del 2020, il Pil italiano è calato del 2% su base congiunturale (in linea con il consensus degli analisti) e del 6,6% in termini tendenziali, secondo le stime preliminari diffuse il 2 febbraio dall’Istat. L’Istituto di statistica precisa che l’ultima rilevazione trimestrale porta il risultato dell’intero anno al -8,8%, un dato leggermente migliore rispetto al -9% atteso. In termini destagionalizzati, nel 2020 il Pil italiano è sceso dell’8,9%.
L’Istat sottolinea che l’economia italiana, dopo il forte recupero del terzo trimestre (+16%), ha registrato nel quarto una nuova flessione “a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria. Questo risultato determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%”.
La variazione congiunturale è la sintesi delle flessioni del valore aggiunto registrate in tutti i principali comparti produttivi: agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. La domanda è stata negativa sia quella interna (al lordo delle scorte) che quella estera netta.
Per quanto riguarda l’intera Eurozona– secondo la stima preliminare di Eurostat – nel quarto trimestre il Pil è calato dello 0,7% rispetto al periodo luglio-settembre, quando si era registrato un rimbalzo del 12,4%. Su base annua, invece, la variazione del quarto trimestre è negativa del 5,1% (dopo il -4,3 del terzo e il -14,7% del secondo).
Il dato congiunturale dell’Italia è migliore solo di quello dell’Austria (-4,3%), mentre su base tendenziale fanno peggio del nostro Paese solo la Spagna (-9,1%) e ancora una volta l’Austria (-7,8%). Nel confronto con il terzo trimestre, l’unica variazione positiva è quella della Germania, che ha visto il Pil addirittura salire dell’1%.
Il Pil 2020 dell’Eurozona registra quindi una contrazione del 6,8%, mentre quello dell’Ue cala del 6,4% dell’intera Ue. Eurostat spiega che queste stime sono basate su dati non completi e quindi sono soggette a revisioni.