‘Non ipotechiamo con decisioni affrettate l’importante riforma della politica agricola comune post 2020. Non sacrifichiamo la qualità del risultato finale alla rapidità delle decisioni”. E’ l’appello lanciato da Paolo De Castro, primo vicepresidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo nei confronti dei relatori delle tre proposte di riforma della Pac presentate lo scorso primo giugno dalla Commissione europea e relative ai Piani strategici, al finanziamento e all’organizzazione comune dei mercati della futura Politica agricola comune.
“Pur apprezzando l’incredibile lavoro svolto dai relatori e dai loro team- spiega De Castro- ritengo che la posta in gioco sia troppo elevata e i tempi troppo stretti (i lavori dell’attuale legislatura europea finiscono a fine aprile), per pensare che la commissione agricoltura del Parlamento Ue possa esprimere il 6 marzo una posizione comune alla luce dei 7mila emendamenti presentati”.
In particolare sui Piani strategici relativi al mondo rurale: “c’è il pericolo – dice l’eurodeputato Pc – di sacrificare la qualità del lavoro, per raggiungere un voto che rischia di partorire un testo molto confuso e contradditorio, senza lasciare ai membri della Comagri il tempo di analizzare dovutamente le implicazioni di ogni singola aggiunta sul resto del testo”.
Sull’organizzazione comune dei mercati poi, De Castro tiene a sottolineare le “serie preoccupazioni di un eventuale riapertura dei risultati raggiunti con l’Omnibus: un capitolo chiuso poco più di un anno fa con estrema fatica, e nonostante l’opposizione fortissima di molti all’interno dello stesso Parlamento Ue”. “In particolare sul diritto della concorrenza – dice – in molti non attendono altro di riaprire la discussione per poter eliminare tutte le migliorie introdotte con fatica negli ultimi mesi”.
“Dobbiamo assolutamente evitare – conclude De Castro- e faremo di tutto per non cadere nella rinazionalizzazione della Pac che, oltre a mettere in difficoltà numerose aziende, sminuirebbe il ruolo fondamentale del Parlamento UE, unica istituzione che rappresenta direttamente i nostri agricoltori e cittadini”.