A prima vista sembrava un gioco da ragazzi, un modo sicuro per fare soldi a danno di creduloni illusi di aver trovato “il titolo giusto”. In realtà, complice la tecnologia e l’abbondante liquidità in circolazione a prezzo quasi zero, si è rivelata una trappola infernale dall’esito imprevisto: milioni di Robin Hood scatenati sui listini hanno avuto la meglio sullo sceriffo di Nottingham. Per ora almeno. Ma procediamo con ordine.
Che cosa ha provocato, nel giro di tre settimane, l’aumento del titolo GameStop del 1.700%? Difficile spiegarlo, secondo logica. GameStop è una catena di negozi fisici che vende videogiochi, nuovi e usati. Insomma, una cosa da old economy dai bilanci in rosso, destinata ad esser spazzata via da Internet come Blockbuster. La preda ideale per i venditori allo scoperto, gli sciacalli che vanno a caccia di prede facili. Il gioco consiste nel prendere a prestito i titoli per venderli allo scoperto per poi riacquistarli ad un prezzo più basso.
Ma su GameStop (e non solo) è successo un fatto nuovo. Il titolo, il più venduto allo scoperto nel 2020 fino al 140% del flottante (un’azione può essere shortata più volte) è diventata, complice il basso valore facciale e l’azzeramento delle commissioni da parte dei broker, uno degli investimenti preferiti dai piccoli speculatori che possono puntare cifre davvero minime e possono contare sui passaparola dei social oltre che sul tempo libero consentito dalle restrizioni del lockdown.
Un vero e proprio esercito che si raduna dietro le insegne dei social: in particolare la chat room Reddit r/wallstreetbets, con 2 milioni di iscritti che vanno alla ricerca di titoli trascurati ingiustamente, azioni “rimaste indietro” che nascondono per gli specialisti delle dritte veri e propri tesori da mettere in luce scagliando frecce nella foresta di Sherwood, ovvero comprando azioni call, cioè contratti che danno la facoltà ma non l’obbligo di sottoscrivere azioni a un dato prezzo di esercizio ed entro una certa data.
Che succede quando tanti piccoli Robin Hood (gli iscitti a Reddit sono più di due milioni) comprano opzioni il cui prezzo di esercizio è molto più elevato delle quotazioni correnti, cioè deep-out-of-the money, e ascadenze piuttosto brevi? Il prezzo delle opzioni sale, se il venditore è costretto a “ricoprirsi” prima della scadenza del contratto. Ed è quello che è successo: le opzioni su GameStop mercoledì sono state prestate per far fronte alla scadenza dei contratti ad un tasso del 23,6%, contro interessi per i prestito titoli che normalmente oscillano tra l’1 e il 2 per cento. Si crea quello che in gergo si chiama short squeeze. Cioè, letteralmente, i venditori allo scoperto vengono spremuti come come limoni.
E’ quel che è successo a Melvin Capital, un grande e stimato hedge salvato dal disastro dall’intervento di due big del mercato. Ma nell’ultimo anno il fenomeno ha provocato perdite per 5 miliardi di dollari ai venditori allo scoperto. E martedì scorso a giubilare per la disfatta dei venditori è stato nientemeno che Elon Musk che in un tweet ha esultato commentando “Gamestonk!!”.
Il fenomeno non riguarda solo Game Stop. Qualcosa del genere si sta verificando su Nokia o altri nobili decadute, come Blackberry. Senza che la Sec abbia finora individuato un motivo per intervenire. E’ il mercato, insomma, che si sta vendicando dei vari inghippi per costringere i prezzi nei binari voluti dalle banche centrali.
“Opzioni call” anziché “azioni call”, da leggersi così, giusto?