Da 10 a 15 anni. Di tanto viene prolungata la scadenza dei prestiti garantiti al 100% dallo Stato, quelli riservati alle attività danneggiate dal Covid e con un tetto massimo pari a 30mila euro per ogni erogazione. La modifica è stata varata dal Parlamento con una norma inserita nella legge di Bilancio 2021. Le Pmi che devono ancora chiedere il prestito beneficeranno automaticamente della nuova scadenza, mentre quelle che hanno ottenuto il credito nel 2020 potranno chiedere di allungare la durata del prestito fino al limite massimo di 15 anni.
Il vantaggio è evidente: con cinque anni di tempo in più, le rate da pagare per estinguere il debito saranno sensibilmente più basse.
La proroga comporta però anche un adeguamento del tasso d’interesse, che passa da “non superiore al tasso del rendimento medio dei titoli pubblici (Rendistato) con durata analoga al finanziamento, maggiorato dello 0,20%” a un tasso che “non deve essere superiore allo 0,20% aumentato del valore, se positivo, del tasso del rendimento medio dei titoli pubblici (Rendistato) con durata analoga al finanziamento”.
Oltre alle Pmi possono beneficiare della garanzia statale al 100% anche le persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arti o professioni, le associazioni professionali e le società tra professionisti. L’unica condizione è che l’attività d’impresa sia stata danneggiata dalla pandemia: un requisito da attestare mediante autocertificazione.
Questo genere di prestiti deve prevedere che l’inizio del rimborso del capitale non avvenga prima di 24 mesi dall’erogazione. L’importo richiesto, inoltre, non può superare il 25% del fatturato che risulta dall’ultimo bilancio o dall’ultima dichiarazione fiscale.
In base alla legge, la garanzia pubblica può essere rilasciata solo su nuovi finanziamenti e i soldi non possono essere utilizzati per ripianare debiti pregressi.