Buzzi Unicem continua a correre a Piazza Affari. Il titolo della società specializzata nella produzione di cemento guadagna oggi il 2,23% intorno a quota 22 euro, realizzando una delle migliori performance del Ftse Mib (-0,07%). Nell’ultimo mese, le azioni Buzzi sono salite di oltre il 10%. A spingere gli acquisti sono le speranze relative al possibile piano infrastrutturale che potrebbe essere approvato negli Stati Uniti dalla nuova amministrazione guidata da Joe Biden.
Nonostante i gravissimi fatti accaduti mercoledì 6 gennaio a Capitol Hill, con l’assalto al Campidoglio compiuto da centinaia di sostenitori di Donald Trump, la vittoria in Georgia dei due candidati democratici al Senato, Raphael Warnock e John Ossoff, ha consegnato al Partito Democratico il controllo del Congresso. Dopo la maggioranza alla Camera conquistata alle elezioni del 3 novembre, al Senato i dem potranno contare su 50 seggi su 100. Sarà quindi decisivo il voto della vice-presidente eletta, la democratica Kamala Harris.
Cosa c’entra Buzzi in tutto ciò? Controllando il Congresso, i dem avranno maggiori possibilità di attuare le riforme promesse in campagna elettorale. “I democratici hanno già presentato un piano infrastrutturale (il Moving Forward act) approvato dalla Camera a luglio 2020 poi però bocciato dal Senato (allora controllato dai Repubblicani)”, ricordano gli analisti di Equita. Avendo la maggioranza di entrambi i rami del Congresso, i democratici potranno insistere sul piano che prevede investimenti totali per 1,5 miliardi in 5 anni focalizzati su strade, ponti, porti, sistema ferroviario, energia pulita, scuole e broadband service, con un incremento della spesa annuale federale nelle infrastrutture di circa il 42% rispetto all’attuale piano in scadenza a fine 2021. Non a caso a Wall Street è già cominciata la grande rotazione.
Buzzi Unicem negli Usa realizza il 55% del suo Ebitda e potrebbe dunque diventare uno dei principali beneficiari del piano infrastrutturale della nuova amministrazione. Nel settore costruzioni, scrive Equita, “riteniamo che Webuild (+4,52%) che attraverso Lane genera il 20% del fatturato (2019) possa beneficiare del piano infrastrutturale essendo particolarmente esposto agli investimenti in ponti, autostrade e ferrovie”. Tra i potenziali beneficiari figurano poi Trevi (+4,36%), che in Nord America genera il 22% dei ricavi, Prysmian (+1,67%), che in Nord America genera il 35% dell’Ebitda di gruppo e Cnh Industrial (-0,08%) la cui divisione construction equpment nel 2019 ha generato il 10% del fatturato di gruppo (di cui il 50% negli Usa), ma solo il 3% del margine operativo.