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Pil, Upb: “Governo troppo ottimista sul futuro”

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, il +6% stimato dall’esecutivo per il 2021 va abbassato di almeno un punto percentuale – Dubbi anche sull’andamento del debito pubblico e sull’efficacia dell’assegno unico per le famiglie

Pil, Upb: “Governo troppo ottimista sul futuro”

Il governo è troppo ottimista sul rimbalzo del Pil nel 2021. Lo sostiene l’Ufficio parlamentare di bilancio, esprimendo perplessità sul +6% indicato dall’esecutivo nella legge di Bilancio. “Se, in sede di validazione del quadro macroeconomico della Nadef, l’Upb aveva prefigurato un aumento del Pil nel 2021 simile a quello indicato dal Governo – si legge nel Rapporto sulla politica di bilancio 2021 pubblicato lunedì dall’Ufficio – la battuta d’arresto che si delinea per questo trimestre è tale da ridurre l’effetto di trascinamento sul prossimo anno, e quindi la prospettiva di crescita, per almeno un punto percentuale”.

Inoltre, l’Ufficio parlamentare di bilancio definisce “ottimistica” anche la stima della retroazione fiscale contenuta nel disegno della legge di Bilancio, in particolar modo per quel che riguarda il 2023, “anno in cui la stima del Ddl di bilancio risulta sovrastimata di almeno un quarto”.

Il rapporto sottolinea che l’evoluzione delle grandezze di finanza pubblica per il prossimo triennio è strettamente legato a previsioni macroeconomiche “soggette a rischi ancora orientati al ribasso”. E l’Upb ritiene che sia rischioso per l’andamento di deficit e debito “affidare a tali stime il finanziamento di misure, di aumento delle spese o di riduzione delle entrate, con effetti di carattere permanente, che esigerebbero coperture strutturali a regime”.

In particolare, il governo ritiene che il debito tornerà a ridursi dall’anno prossimo (scendendo al 155,6% nel 2021, al 153,4% nel 2022 e al 151,5% nel 2023), mentre l’Upb stim che, dopo una prima discesa nel 2021, il rapporto tra debito e Pil possa tornare a crescere già nel 2022.

Infine, per quanto riguarda le singole misure, le perplessità dell’Upb si concentrano sul disegno di legge delega in discussione in Parlamento che fissa criteri generali per il riassetto dei bonus in favore delle famiglie e la creazione del nuovo assegno unico. Per l’Ufficio parlamentare di bilancio, “il disegno di legge delega non specifica i criteri puntuali per il disegno dell’assegno per quanto riguarda sia la sua entità sia la relazione con l’Isee (che costituisce criterio di selettività per il nuovo strumento)”. L’Upb, calcolando che il “beneficio netto medio” corrisponderebbe a circa mille euro, sottolinea che una quota non trascurabile di famiglie si ritroverebbe con un aiuto economico più basso rispetto a oggi.

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