Le chiamano “cold calls”, chiamate a freddo. Sono una delle strategie di marketing più fastidiose, che si realizza quando i venditori telefonano direttamente ai potenziali clienti per fare indagini di mercato o (più spesso) vendere beni o servizi. Al momento, i consumatori hanno pochi strumenti per difendersi da questa pratica invadente e spesso sgradevole: è possibile bloccare l’invio di lettere e le telefonate sui numeri fissi, ma non quelle sui cellulari. Per tappare la falla, dopo una lunga attesa e numerosi rinvii, il governo ha presentato in Senato uno schema di decreto del Presidente della Repubblica che sostituisce un provvedimento del 2010. Il vecchio testo istituiva il registro delle opposizioni, cioè un registro gratuito a cui si poteva iscrivere chi non desiderava ricevere telefonate pubblicitarie sul numero fisso. Ciò lasciava aperta la porta al diluvio di telefonate non richieste che tartassano i consumatori sui cellulari.
Il nuovo testo sana questa anomalia. E’ stato approvato il 17 gennaio in via preliminare dal Consiglio dei Ministri e poi trasmesso a Palazzo Madama il 3 dicembre per ottenere il parere non vincolante ma previsto per legge dalle commissioni (l’Agcom e il Garante della Privacy hanno già dato il via libera).
L’obiettivo – si legge nel decreto – è istituire un “registro pubblico dei contraenti che si oppongono all’utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali”. In sostanza, se il provvedimento entrerà in vigore, per non essere più disturbati dalle chiamate a freddo basterà iscriversi a questo nuovo registro.
Niente di complicato: la procedura descritta nel decreto è gratuita e richiede solo di compilare un modulo elettronico sul sito del gestore del registro (ospitato finora dal Garante della Privacy) o, in alternativa, di telefonare a un numero dedicato. Con l’iscrizione si annullano automaticamente tutti i consensi che l’utente ha dato alle aziende (più o meno consapevolmente) per essere contattato con finalità di marketing. Infine – per quanto improbabili – i ripensamenti sono consentiti, visto che l’iscrizione al registro si può revocare in qualsiasi momento.