Altro che biscotto. L’Inter dice addio all’Europa (a tutte le competizioni, s’intende) solo ed esclusivamente per colpa sua, non andando oltre lo 0-0 contro lo Shakhtar. Il Real Madrid invece ha battuto 2-0 il Borussia Moenchengladbach, cancellando in pochi minuti tutte le insinuazioni di noi italiani e servendo ai nerazzurri un clamoroso assist per passare il turno, ovviamente non sfruttato. L’eliminazione da tutto (anche dall’Europa League, dove invece andranno gli ucraini) è figlia di un girone disastroso, nel quale l’Inter ha vinto una sola partita, a fronte di tre pareggi e due sconfitte. Il grande imputato di questo flop è senza dubbio Antonio Conte, che ha scelto di andare avanti con le sue idee senza esitazioni: peccato però che queste si siano rivelate sbagliate, almeno in campo internazionale.
Il 3-5-2 di ieri è apparso privo di senso già dopo pochi minuti, alla luce di uno Shakhtar tutto chiuso dietro e poco propenso a concedere spazi, forse persino più interessato ad andare in Europa League che agli ottavi di Champions. Nell’intervallo, o al più tardi al quarto d’ora della ripresa, sarebbe stato logico sparigliare le carte, togliendo uno dei tre centrali e inserendo Eriksen e Sanchez, gli unici in grado di cambiare marcia. Ma il tecnico nerazzurro, si sa, non ama particolarmente il danese, così gli ha riservato i soliti 5 minuti finali, nei quali peraltro si è distinto per un tiro uscito di poco e un paio di palloni insidiosi. Insomma, l’Europa va affrontata con i migliori e pazienza se questi non si sposano alla perfezione con le proprie idee tattiche: il rischio, intestardendosi così, è di sbattere contro il muro, ritrovandosi fuori dalle coppe già a dicembre.
“Non ci è mancata la cattiveria, la squadra ha dato tutto – il commento del diretto interessato – L’unica cosa incredibile è che in 180′ contro lo Shakhtar non abbiamo fatto neanche un gol, pazzesco che il loro portiere sia stato il migliore in campo in tutte e due le occasioni. In questo momento c’è rammarico e delusione, altre valutazioni le faremo a freddo. Voglio però dire che non siamo neanche stati fortunati con gli arbitri e col Var: se andiamo indietro e guardiamo certe situazioni, mi sento di dire che non siamo stati rispettati”.
Giustificazioni che non trovano però d’accordo la squadra, ieri limitatasi a una traversa di Lautaro, a un colpo di testa di Lukaku e a un tiro fuori di Brozovic, almeno a sentire il suo capitano. “L’Inter non è da Champions League, lo dicono i punti che abbiamo fatto, il campo non mente mai, dobbiamo accettare il verdetto – ha dichiarato Handanovic – Era un girone equilibrato, ma non c’è tempo per piangere: ora ci restano campionato e Coppa Italia”.
La sensazione è che si andrà avanti parecchio a discutere di questo fallimento, a meno che Conte non riesca immediatamente a invertire la tendenza. Un’Inter fuori da tutto, infatti, potrebbe diventare la candidata numero uno allo scudetto, ma questo, eventualmente, lo si vedrà solo tra qualche tempo: ora, infatti, la delusione per l’eliminazione dalle coppe, in un girone assolutamente abbordabile, è troppo forte.
L’Inter è dunque l’unica italiana a non proseguire la corsa in Champions, perché a Juventus e Lazio, qualificatesi martedì, si è aggiunta anche l’Atalanta, capace di espugnare Amsterdam e prendersi gli ottavi per il secondo anno di fila. Vittoria importantissima quella della Dea e non solo per il traguardo oggettivamente storico, sia a livello sportivo che economico. L’ambiente infatti, come raccontavamo ieri, era tutt’altro che sereno dopo il litigio tra Gasperini e Gomez, secondo alcuni talmente duro da sfociare in rissa. A differenza di quanto ipotizzato però il tecnico non ha dato le dimissioni, anche se la frattura con alcuni giocatori (e pure con la società, rea di non aver preso le sue difese) resta piuttosto grossa. Ieri però contava fare risultato e l’Atalanta ci è riuscita grazie a una partita di grande maturità, nella quale ha saputo ammaestrare il giovane Ajax per poi colpirlo con Muriel (85’), regalandosi così una grande qualificazione.
“È un risultato straordinario, se vogliamo anche superiore rispetto a quello dell’anno scorso, perché avevamo davanti due mostri sacri del calcio europeo come Liverpool e Ajax – ha esultato Gasperini, prima di dire la sua sui fatti incriminati – Non andiamo dietro a tutte le voci, il giorno che andrò via sarà in totale accordo con la società. Non ci sarà mai un addio traumatico, quando andrò via sarà un giorno prima e non uno dopo. Problemi con Gomez? La cosa è nata così, è abbastanza evidente, ma si va avanti: io devo sentirmi libero di fare le mie scelte, questo è un principio da cui non posso prescindere”.
I problemi restano, intanto però l’Atalanta è tra le migliori 16 d’Europa, per il secondo anno consecutivo. Il contrario dell’Inter, che per il terzo lascia la Champions nel girone, per giunta senza nemmeno scendere in Europa League.