Si è svolto giovedì 3 dicembre, il webinar “Recovery and Resilience Facility: non perdiamo l’opportunità di rilanciare il Paese. Proposte per una progettazione di qualità”, organizzato da AGICI Finanza d’Impresa del professor Andrea Gilardoni
All’evento hanno partecipato esponenti delle istituzioni della finanza, degli Enti territoriali e degli operatori del settore infrastrutturale. Sono intervenuti, oltre a Stefano Clerici, direttore dell’Infrastructure Unit di Agici, Alessandra Dal Verme, direttore generale, Gabinetto del Ministro, ministero dell’Economia e delle Finanze, Gianni Armani, direttore Strategy di A2A, Andrea Clerici, responsabile per l’Italia della BEI.
Il webinar si è posto l’obiettivo di individuare le soluzioni e gli strumenti in grado di migliorare la capacità progettuale del sistema Paese in vista dell’arrivo dei fondi del Recovery Fund, che per il nostro Paese equivalgono a risorse superiori a 191 miliardi di euro.
“Ormai da tempo, la nostra capacità di realizzare piani e progetti soffre di problemi irrisolti” ha sottolineato Agici. Tra le principali criticità figurano:
- la lentezza nello spendere i fondi strutturali e di investimento europei,
- il continuo calo della spesa per investimenti fissi lordi in Italia nonostante una crescita, seppur lenta, del PIL e maggiori risorse disponibili,
- tempi lunghi (o lunghissimi) di pianificazione, progettazione e realizzazione delle opere e non allineati a quelli richiesti dalla Recovery and Resilience Facility.
Il nostro Paese, ha evidenziato l’Agici, si posiziona al 18° per la qualità infrastrutturale, rispetto alla Germania e alla Francia che occupano, rispettivamente, l’8° e il 9° posto della classifica. Inoltre, la spesa media per investimenti in rapporto al PIL, pari al 7,5 %, è inferiore a quella dei pari europei (9,1% la Spagna, 9,6% la Germania, 11,6% la Francia).
In virtù dei problemi sopra elencati, appare urgente il bisogno di individuare un percorso che sia in grado di guidare sia la PA che gli operatori infrastrutturali alla realizzazione di opere di qualità.
Dalla tavola rotonda e dal successivo dibattito, sono emerse alcune proposte che richiedono il contributo di tutti, istituzioni, PA, imprese e finanza:
- Pianificazione attenta e coerente con gli obiettivi di digitalizzazione, resilienza e transizione verde stabiliti dall’UE.
- Chiara e unitaria governance del progetto in grado di garantire la messa a terra delle opere nel rispetto dei tempi e dei costi e in linea con le strategie di policy.
- Creazione di una piattaforma gestionale per la raccolta di tutti i dati necessari alla realizzazione del progetto, da quelli tecnici fino agli aspetti autorizzativi ed economici.
- Costruzione di competenze specifiche per la PA sia per la valutazione preliminare di output, outcome e di impatto sia per la valutazione delle esternalità e dei rischi del progetto.
- Progettazione maggiormente strutturata e progressiva con un responsabile per l’intero processo (Infrastruc- ture Manager).
- Ideazione di progetti “frugali” con articolazione dettagliata di tempi e costi, anche tramite tecnologie innova- tive (BIM, Digital Twin) in un’ottica di complessità progressiva.
- Utilizzo del dibattito pubblico allo scopo di informare su tutti gli aspetti che riguardano l’opera.
- Forte sinergia tra i responsabili dei progetti e la PA.
- Chiara allocazione di responsabilità tra amministrazioni centrali e locali.
- «Bandi di qualità» grazie a adeguati livelli di competenza delle stazioni appaltanti.
- Nomina di un Commissario per il rispetto dei tempi e previsione di costi solo in caso di inadempienza.
- Programmazione della manutenzione, gestione e mitigazione dei rischi delle opere.
- Valutazione ex post delle opere per verificare risultati e cause degli scostamenti e attuare possibili correttivi.
- Creazione di sinergie tra soggetti nazionali e istituzioni europei.