“I mercati hanno dato un primo giudizio positivo sull’esito delle elezioni americane, immaginando una presidenza democratica e un Senato repubblicano. Ma in realtà non sappiamo ancora come andrà a finire”. È quanto afferma Alessandro Fugnoli, strategist della società di consulenza Kairos, nell’ultimo episodio del podcast mensile Al quarto piano.
“Occorre aspettare l’esito del ballottaggio che si terrà in Georgia il 5 gennaio e che assegnerà due seggi al Senato – spiega Fugnoli – A seconda di come andrà, sapremo se il Senato sarà repubblicano o democratico. Le due possibilità offrono scenari diversi per i prossimi due anni, cioè fino alle elezioni di mid-term del 2022, che potranno nuovamente cambiare la composizione del Congresso americano”.
Vediamo quindi come si presentano i due scenari.
Se il Senato resterà in mano ai Repubblicani, “il programma di Biden sarà ulteriormente diluito – continua Fugnoli – Ci saranno certamente concessioni da parte del Senato repubblicano all’amministrazione democratica (soprattutto in tema di ambiente, infrastrutture e sanità), ma si tratterà di misure non particolarmente incisive”.
Se invece il Senato passerà ai democratici, “questi potranno attuare il loro programma in piena libertà per i prossimi due anni – sottolinea ancora lo strategist di Kairos – Anche se dovranno fare i conti con la forza che i Repubblicani hanno dimostrato di avere nel Paese e quindi ci sarà comunque la ricerca di un compromesso, che di per sé è una notizia positiva per i mercati azionari”.
Quello che possiamo dire fin da oggi, secondo Fugnoli, è che “la Fed si impegnerà per compensare qualsiasi esito emerga dalle elezioni in Georgia”. In altri termini, con un Senato repubblicano e una politica fiscale meno espansiva del previsto, la Banca centrale rafforzerà la politica monetaria. In caso contrario, a fronte di interventi massicci da parte dell’amministrazione Biden, la politica della Federal Reserve rimarrà espansiva, ma non ci sarà bisogno di nuove iniziative particolarmente incisive.
L’altro elemento da considerare in questi mesi è la variabile vaccini, che “può modificare sensibilmente la composizione del rialzo azionario nel mondo – continua Fugnoli – Se la soluzione alla pandemia rimane lontana, i titoli da privilegiare restano quelli della tecnologia e del settore farmaceutico. Se invece si profila una soluzione all’epidemia, i settori fin qui penalizzati possono diventare i nuovi protagonisti del rialzo azionario. Al momento è ancora presto per trarre conclusioni. Il processo richiederà alcuni mesi: ci sono state false partenze e forse ce ne saranno altre, ma prima o poi la rotazione arriverà”.