Enel supera Eni e si piazza al primo posto nella classifica dei dei pesi massimi dell’industria italiana. Nel 2019 il fatturato dell’azienda guidata da Francesco Starace è salito di 4,4 miliardi di euro, toccando quota 77,4 miliardi. Scende invece al secondo posto il colosso petrolifero, i cui ricavi nel 2019 si sono attestati a quota 69,9 miliardi di euro dai 75,8 dell’anno precedente. Al terzo posto, ma con un ampio distacco dalle prime due, troviamo Gse con un fatturato di 29,7 miliardi di euro.
Queste le principali novità contenute nella 55esima edizione dello studio sulle Principali società Italiane realizzato dall’Area Studi Mediobanca. Il report analizza i bilanci di 3.449 società suddivise in base al settore in cui operano.
LA CLASSIFICA DELL’INDUSTRIA ITALIANA
I primi tre posti della classifica riferita al fatturato, come detto, sono dominati dai colossi energetico-petroliferi. Dal quarto posto in poi invece, le posizioni si aprono ad altri settori. La medaglia di legno va infatti a Fca Italy con 24,4 miliardi di euro di fatturato, seguita da Telecom Italia (18 miliardi), Edizione (16,8 miliardi) e Leonardo (13,4 miliardi). Ottavo posto per Ferrovie dello Stato (12 miliardi), nono per Prysmian (11,5 miliardi), chiude la Top10 Saras con 9,4 miliardi di euro.
In totale, tra le prime 20 aziende italiane per fatturato troviamo nove società che appartengono al settore energetico (petrolifero o energia elettrica), sei alla gestione di infrastrutture o ai servizi (commerciali, di telecomunicazioni, di ristorazione, postali, distributivi o di trasporto), e cinque alla manifattura (FCA Italy, Leonardo, Prysmian, Saipem e Parmalat). Nove gruppi sono a controllo pubblico, quattro a controllo privato italiano e sette a proprietà estera.
Tra queste, la società con il maggior numero di dipendenti (pari a 129mila) è Poste Italiane che precede Ferrovie dello Stato (83.764 unità) ed Edizione (80.044). Seguono, con più di 50mila addetti, Enel (68.253) e Telecom Italia (51.912).
Oltre al primato in termini di fatturato, Enel conquista altre due prime posizioni: è campione di debiti finanziari (con una consistenza a fine 2019 pari a 62 miliardi) ma anche di utili, pari a 7 miliardi di euro nel biennio 2018-2019. Tenendo sempre in considerazione i profitti, sul secondo gradino del podio troviamo Eni (4,3 miliardi), seguita da Poste (2,7 miliardi). In perdita invece, sempre nel biennio, FCA Italy (1,6 miliardi), Whirlpool Italia Holdings (700 milioni) e Permasteelisa (600 milioni).
BANCHE E ASSICURAZIONI
Il 2019 conferma l’andamento degli anni precedenti. Tra le banche, Unicredit e Intesa Sanpaolo rimangono in testa alla classifica rispettivamente con 852,8 e 806,9 miliardi di totale attivo tangibile. Terzo posto per Cdp (385,8miliardi), quarto per Banco BPM (165,8 miliardi). “Circa la qualità del credito, dopo il picco del 2015 (198miliardi), a fine 2019 la massa dei crediti deteriorati netti degli istituti ammontava a 64 miliardi, in diminuzione del 25,6% rispetto al 2018 che fa seguito al -28% medio del biennio precedente”, sottolinea Mediobanca
Passando alle assicurazioni, è Generali a dominare la top10 con premi lordi pari a 68,2 miliardi nel 2019. Seguono il gruppo Poste Vita (18 miliardi ) e Unipol Gruppo (13,9 miliardi).
LE ALTRE CLASSIFICHE
“Enel è prima anche nella classifica delle holding italiane per investimenti finanziari. La multiutility guidata da Francesco Starace, grazie a investimenti finanziari pari a 53,8 miliardi, precede Ferrovie dello Stato (con 48miliardi). Più indietro Atlantia (16,6 miliardi), terza classificata”, continua il report.
Tra le Sim, a primeggiare nella classifica per margine di intermediazione è Sanpaolo Invest Sim, unica società a superare i 100 milioni (143,5, per la precisione), seguìta da Cordusio Sim (69,9 milioni) e Equita Sim (53 milioni).
Unicredit Leasing guida invece la classifica delle 29 società di leasing per attivi per locazione. Findomestic Banca è in testa alle società di factoring e credito al consumo, con crediti finanziari per 19miliardi davanti a FCA Bank (16,6 miliardi).
LE STIME PER IL 2020
Il report di Mediobanca contiene anche “un’intervista svolta nella seconda metà di settembre” tra le imprese manifatturiere italiane alle prese con la crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19. Secondo quanto emerge, le imprese si aspettano di chiudere l’anno con vendite in calo dell’11,1% (-15,7% nel primo semestre, +5,4% nel secondo). A soffrire di più saranno le aziende del settore moda: tessile (-26,7%), abbigliamento (-25,2%), pelli e cuoio (-23,2%).Ribasso a doppia cifra anche per mezzi di trasporto (-21,7%), trattamento dei metalli (-17,7%), metallurgico (-16%), legno e mobili (-14,4%), altri beni per la persona e la casa (-14,2%), elettro-meccanico (-13,6%) e macchine e attrezzature (-11,7%).
Prova a contenere i danni l’edilizia (-9,4%), mentre chiuderanno il 2020 in positivo conserviero (+1,3%), dolciario (+2,5%), caseario (+4,9%), altre industrie alimentari (+5,3%).