Via libera del Governo al Dpcm che autorizza la scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati di Monte dei Paschi e avvia il percorso di privatizzazione che si concluderà a giugno del 2022, quando l’assemblea dovrà approvare il bilancio 2021. Lo riporta Reuters, secondo cui il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe già firmato il decreto che ora passerà al vaglio della Corte dei Conti prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La notizia ha creato un immediato scossone in Borsa, con il titolo Mps che cede il 3,5% a 1,122 euro.
Ricordiamo che, allo scopo di salvare la banca senese, nel 2017 il Tesoro ha acquisito il 68% di Monte dei Paschi, una quota di cui, secondo quanto concordato con l’Ue, dovrà liberarsi (tramite cessione o diluizione nell’ambito di un’aggregazione) entro il 2022.
Ad agosto il ministero dell’Economia aveva chiesto a Palazzo Chigi di inserire il decreto su Mps all’ordine del giorno del primo consiglio dei ministri utile. “Ma il Movimento 5 Stelle ne ha ritardato l’iter perché vuole posticipare l’uscita dello Stato dalla banca”, sottolinea Reuters. Una linea che però non è condivisa dal ministero dell’Economia che non sembra intenzionato a chiedere rinegoziazioni a Bruxelles, considerando anche che per chiudere la questione avrà a disposizione altri due anni di tempo.
L’agenzia di stampa fa sapere che, nel decreto firmato da Conte si prevede il completamento entro la fine dell’anno dell’operazione Hydra grazie alla quale l’istituto toscano riuscirà a deconsolidare circa 8 miliardi di crediti deteriorati tramite una complessa operazione di scissione non proporzionale a favore di Amco, la ‘bad bank’ di Stato. Seguendo poi la linea imposta dalla Banca Centrale Europa, Mps dovrà emettere un bond “Tier 1 aggiuntivo” da 700-750 milioni, che dovrà essere acquistato per almeno il 30% dai privati. Nello stesso frangente occorre sottolineare che il mese scorso Rocca Salimbeni ha raccolto 300 milioni di euro grazie all’emissione di un Tier 2 decennale chiesto da Francoforte.