Chi beneficia dello stimolo globale sulla corsa alle rinnovabili? Certamente il clima, dal punto di vista ambientale. Più prosaicamente l’argento, dal punto di vista finanziario. Il binomio è al centro dell’ultimo report di Goldman Sachs, Quantifying silver upside from solar curato da Mikhail Sprogis, che cerca appunto di quantificare l’aumento atteso sul prezzo dell’argento, legato alla crescita degli impianti solari che da soli rappresentano il 18% della domanda industriale di argento o, se si vuole un parametro più generale, il 10% della domanda di argento globale.
Il punto di partenza dei ragionamenti di Goldman Sachs è che le installazioni globali di impianti solari sono viste in aumento del 50% tra il 2019 e il 2023, mentre si accelera il trend verso l’energia verde. Un target che potrebbe addirittura accentuarsi al rialzo tenendo conto di alcune condizioni in itinere. In primis, il fatto che il candidato Dem alla Casa Bianca Joe Biden abbia proposto un piano per l’installazione di 500 milioni di pannelli solari negli Usa nei prossimi 5 anni, se sarà eletto. Una misura che da sola porterebbe al raddoppio, da 15 a 30 GigaWatt annui, della capacità installata degli Stati Uniti, con un impatto del 15% sulla capacità solare installata a livello globale. Oltre agli Usa, la Cina. Gli analisti di GS stimano infatti che il potenziale installato, nei prossimi 5 anni, possa raggiungere i 93 GW annui rispetto agli attuali 50 GW con una spinta sulla crescita delle installazioni globali del 40%.
Tirando le somme delle accelerazioni previste dai piani di crescita green di Cina e Usa, sottraendo i risparmi sull’impiego dell’argento nei pannelli solari operati dall’industria proprio per contenere il suo alto costo e facendo una sintesi delle due spinte contrapposte, Gs conclude comunque per un attesa crescita della domanda industriale di argento a livello globale pari al 2% nello scenario di base e del 9% in uno scenario più aggressivo.
Se entrambi i piani di Usa e Cina dovessero concretizzarsi, sostiene in conclusione Goldman Sachs, vale la pena rilanciare la raccomandazione avviata ad inizio d’anno con un target a 30$/toz (troy ounces, l’unità di misura per argento e oro) rispetto agli attuali 24$/toz. Una previsione che rilancia dunque il rally partito a inizio anno e poi bruscamente interrotto dallo tsunami Covid-19.