Il Covid continua a cambiare i paradigmi del mercato. Soprattutto di quello del commercio, che ormai da mesi ha puntato sempre di più, e con successo, sull’e-commerce. Addirittura i conti di un colosso come Nike, leader nell’abbigliamento sportivo, sono riusciti a crescere nonostante la chiusura di molti negozi negli Usa. Lo stesso sta per accadere ad un altro marchio popolarissimo, H&M: il gruppo svedese ha migliaia di store nel mondo (molti dei quali in Italia) e ha deciso che entro il 2021 ne chiuderà il 5%, ovvero 250. Il tutto mentre le vendite si stanno riprendendo dallo choc del Covid: “Il peggio è passato”, ha commentato l’amministratore delegato Helena Helmersson. E la tendenza è confermata anche dai risultati positivi del grandi rivale di H&M in quel preciso segmento di mercato, Zara, che nel trimestre estivo è tornato all’utile.
Anche la trimestrale di H&M ha denotato una netta ripresa, dopo un trimestre primaverile da incubo, con una forte perdita dopo decenni di crescita costante. Le vendite causa Covid si erano dimezzate, ma in estate il gruppo è riuscito a difendere l’utile, seppur dimezzato rispetto a un anno prima ma comunque superiore alle attese degli analisti. Le vendite a settembre sono calate solo del 5%, rispetto al 19% dei tre mesi precedenti. E la maggior parte dei 5.000 negozi in tutto il mondo ha ormai riaperto: sono rimasti chiusi il 3%, contro l’80% della fase centrale del lockdown. Ma entro un anno, anche alcuni negozi di quelli che hanno riaperto sono destinati a chiudere, per sempre: la pandemia ha sconvolto i programmi e i marchi hanno capito che l’e-commerce può bastare a tenere a galla le vendite.