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Fed: tassi zero fino al 2023, ma il Nasdaq non s’accontenta

La Fed non toccherà i tassi finché l’inflazione non supererà il 2%, ma incredibilmente il Nasdaq risponde imboccando la via del ribasso – Risale il dollaro, scende il petrolio

Fed: tassi zero fino al 2023, ma il Nasdaq non s’accontenta

La Fed non toccherà i tassi finché l’inflazione non sarà superiore al 2% per “un tempo significativo”. Ovvero il costo del denaro resterà vicini allo zero almeno fino alla fine del 2023. La mossa da colomba della Banca centrale, presa a maggioranza con l’opposizione di due membri del board, ha avuto l’effetto, a prima vista sorprendente, di interrompere la corsa del Toro, a partire dai tecnologici. Il Nasdaq, fino a quel momento in salita, ha subito una battuta d’arresto che si è poi ripetuta stamane sulle piazze asiatiche.

Stamattina il Nikkei di Tokyo perde lo 0,6%, l’Hang Seng di Hong Kong l’1,6%, lo Shanghai Composite l’1%, il Kospi di Seul l’1,2%.

Chiusura contrastata ieri a Wall Street. Tiene il Dow Jones (+0,13%); S&P -0,46%. Il Nasdaq lascia sul terreno l’1,25%.

SNOWFLAKE SALE DI 7 VOLTE PRIMA DELL’IPO

Il calo dell’indice tecnologico non ha frenato la corsa delle matricole, a partire del pirotecnico debutto di Snowflake, la società del cloud che, dopo aver alzato due volte il prezzo dell’Ipo a 120 dollari per azione, è volata nel giro di qualche istante a 320 dollari, un prezzo che vale una capitalizzazione di 90 miliardi di dollari, sette volte quanto è stata valutata in febbraio. Il titolo ha chiuso a 253 dollari.

LA FED COMPRERÀ BOND PER SPINGERE L’INFLAZIONE

“È questione di credibilità: noi siamo consapevoli che dobbiamo acquistare credibilità sui mercati”, ha detto Jerome Powell nella conferenza stampa dopo il board da cui, peraltro, sono emersi segnali di miglioramento della congiuntura, comunque ancora “fragile e incompleta”. Nel 2020 il Pil scenderà solo del 3,7% (contro il -6,5% stimato a giugno) per rimbalzare l’anno prossimo del 4%. Ma, al di là di questi numeri, conta la determinazione a sostenere la crescita oltre l’uscita dall’emergenza. Non a caso, Powell ha sollecitato il Congresso a erogare nuovi stimoli mentre, nel quadro della politica di spingere l’inflazione sopra il 2%, si profilano nuovi acquisti di bond sui mercati.

“Belle parole ma poca azione” è il severo commento di Mizuho Bank. I mercati, insomma, non si accontentano dei segnali della banca centrale: non sarà facile conquistare la credibilità auspicata da Powell.

RISALE IL DOLLARO, PETROLIO OLTRE I 41 DOLLARI

Il messaggio della Fed ha comunque avuto il merito di frenare la discesa del dollaro. La valuta Usa si prende la rivincita sullo yuan e si porta a 6,77. Ma la valuta cinese ha guadagnato negli ultimi quattro mesi quasi il 6% e su questi livelli di cambio chiuderebbe il miglior trimestre della storia nei confronti del dollaro.

L’euro tratta a 1,1767 sul dollaro in calo dello 0,4%.

Il petrolio Brent scende a 41,7 dollari il barile, in calo dell’1%. Il greggio si stabilizza dopo il balzo del 4% di ieri, un apprezzamento non estraneo all’inaspettata discesa delle scorte strategiche degli Stati Uniti. Il calo degli stoccaggi e la risalita delle quotazioni del petrolio hanno spinto i mercati a riscoprire soprattutto le società dei servizi all’industria petrolifera: Schlumberger +5%, Halliburton +4%.

MA LA BCE NON ABBASSA LA GUARDIA

L’uragano Sally ha dato ieri una mano ai listini europei, fermi nell’attesa dei segnali della Fed. L’aumento dei prezzi del petrolio provocato dai problemi alle infrastrutture offshore del Golfo del Messico, già assorbito, ha spinto all’insù le quotazioni del greggio. Oltre al petrolio, però, trova conferma la ripresa di moda e retail, aree forti dell’economia del Sud Europa. Intanto dalla Bce arrivano segnali bellicosi sui cambi. la Banca centrale europea è pronta ad aggiustare la propria politica monetaria se gli sviluppi dell’economia dovessero indicare che sta fallendo nel tentativo di riportare l’inflazione ai livelli target. È quanto dichiarato da Isabel Schnabel, membro del board della Bce: “Continuiamo a monitorare con attenzione le informazioni in arrivo tra cui gli sviluppi dei cambi, e siamo pronti ad agire”.

PIAZZA AFFARI PIATTA, ZARA DÀ LA CARICA A MADRID

Quasi piatta Piazza Affari: +0,04%, sulla soglia dei 20 mila punti.

Variazioni modeste anche a Francoforte (+0,24%) e a Parigi (+0,13%). Più vivace Madrid (+0,95%), trainata per il secondo giorno di fila all’insù dalla performance di Inditex, la casa madre di Zara (+6% dopo i conti sopra le attese del secondo trimestre: +214 milioni contro la perdita di 409 milioni del primo trimestre, la prima in 20 anni).

Londra lascia sul terreno lo 0,44%. Emergono nuovi spazi per un compromesso sul fronte Brexit, dopo che Reuters ha riportato che il Regno Unito ha offerto concessioni provvisorie per la pesca durante le trattative con l’Unione europea della scorsa settimana, mentre Londra minacciava di violare i termini dell’accordo di divorzio con il blocco.

In controtendenza Hut: la prima importante Ipo sul mercato britannico in sette anni ha esordito con un balzo del 25,8%.

Positivo il secondario: lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 142 punti (-1,62%) e il tasso del Btp si ferma allo 0,92%.

PRENDE IL VOLO FERRAGAMO, CORRE MONCLER

Prende il volo Ferragamo (+8,36%), ai massimi da giugno sull’onda dei risultati del primo semestre, migliori delle attese soprattutto per quanto riguarda la perdita operativa. Equita mette in evidenza “un Ebit del secondo trimestre meno debole del previsto grazie a un migliore controllo costi”. Anche se il broker sottolinea che “rimangono ancora delle incertezze nel breve, e c’è necessità di maggiore chiarezza sulla strategia”. I broker hanno aumentato i prezzi obiettivo sul titolo.

I risultati della maison fiorentina hanno contagiato il resto del settore. Corre Moncler (+3,2%), davanti a Brunello Cucinelli (+2%) e a Tod’s (+2,2%).

Nuovi spunti su Nexi (+1,8%) in attesa di novità sulla fusione con Sia.

Tonfo di Rai Way (-5,6% a 5,74 euro) dopo il collocamento di un pacchetto è di 8,5 milioni di titoli da parte di un investitore istituzionale. Equita scrive che il prezzo di cessione è stato di 5,65 euro.

Banche deboli. Le big Intesa e Unicredit sono in calo fra l’1,4% e l’1,6%.

Il balzo del greggio allenta un po’ la pressione sul settore oil. Tenaris +2,1%, Saipem+2,6%. Piatta Eni.

BENE DIASORIN

Bene anche Diasorin che avanza di circa il 2,4% dopo aver annunciato di aver posto la marcatura CE al test “Simplexa COVID-19 Direct” per il suo utilizzo con campioni di saliva.

Balzo di Astaldi: +5,8% dopo i conti. Male Falck Renewables (-4,7%) dopo l’annuncio di un collocamento obbligazionario convertibile senior unsecured equity-linked green per 200 milioni.

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