I listini europei chiudono in progresso la prima seduta della settimana dopo la debolezza della scorsa ottava, penalizzata dalle vendite sul Nasdaq. Oggi, complice la festa del Labour Day e la conseguente assenza di Wall Street, le piazze del Vecchio Continente rialzano la testa in attesa delle scelte della Bce, che giovedì riunirà il direttivo per la prima volta dopo la svolta della Fed sull’inflazione.
Piazza Affari sale dell’1,79% a 19.738 punti, trascinata da Nexi, +7,04%, sulle rinnovate voci di trattative tra Cdp e Bain capital, Advent e Clessidra per arrivare alla fusione con Sia. Acquisti su Atlantia, +4,01%, con il mercato che scommette sulla chiusura della trattativa, dopo che il premier Giuseppe Conte nel weekend ha detto che “siamo in dirittura finale” sul processo di ridefinizione dell’assetto proprietario di Autostrade per l’Italia. Ancora più effervescente Unipol +4,13%, mentre Finecobank +3,58% è sostenuta dai dati della raccolta di agosto diffusi venerdì e superiori alle attese. Sul lato vendite, proseguono i cali dei titoli petroliferi, con il greggio ancora in ribasso: Tenaris -0,62%; Saipem -0,67%. Il Brent perde lo 0,96% e si muove intorno a 42,25 dollari al barile.
Fuori dal paniere principale Mediaset, +9,32%, è ancora in rally, dopo il terremoto innescato dalla sentenza della Corte Ue che ha dato ragione a Vivendi ritenendo che i paletti stabiliti da Agcom e dalla legge italiana non siano compatibili con le norme europee. Il Biscione farà il punto della situazione domani in un cda. L’Ansa scrive che sarebbe pronto il primo confronto tra l’amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, e l’ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, dopo le decisioni dei tribunali internazionali. “Da quanto si apprende, non sarà un confronto in persona, ma una chiamata alla quale si lavora da giorni. Un’ipotesi è che possa tenersi domani nella giornata del cda, mentre fonti vicine al Biscione negano che il confronto sia in già calendario”. Proseguono gli acquisti sul titolo Mondadori, +4,26%, nonostante il Covid abbia investito in pieno la famiglia Berlusconi. È di oggi la notizia che anche Marina è positiva al coronavirus. Riparte anche Tiscali, che in chiusura segna +7,69% a 0,028 euro.
Miste le banche e spread in lieve rialzo. Sul secondario il differenziale di rendimento fra decennale italiano e tedesco cresce a 151 punti base (+0,69%), con un tasso del Btp a 1,04%.
Sale il debito Target2 dell’Italia: 522,862 miliardi di euro in agosto da 522,159 miliardi di luglio, dopo aver toccato a giugno il livello più alto dall’inizio della serie storica (536,722 mld). Sempre ad agosto, il totale dell’esposizione delle banche italiane ai finanziamenti Bce è salito a 349,753 miliardi da 344,784 miliardi del mese precedente.
Nel resto d’Europa: Francoforte +2%; Parigi +1,8%; Madrid +1,3%. Londra è la migliore, +2,38%, grazie anche a una sterlina debole contro euro e dollaro. A pesare sulla divisa britannica è la nuova crepa che si è aperta nella trattativa con la Ue a seguito della Brexit dopo che il Financial Times ha scritto che la Gran Bretagna sta preparando una nuova legge che renderà impossibile un tranquillo proseguimento dei commerci con l’Unione dopo la fine dell’anno.
Il nuovo piano del primo ministro Boris Johnson farebbe riemergere la necessità di un confine fisico in Irlanda, mandando all’aria il compromesso trovato nell’accordo di divorzio dello scorso ottobre.
“Confido che il governo britannico attui l’accordo di recesso, un obbligo ai sensi del diritto internazionale e prerequisito per qualsiasi futura partnership”, afferma in un tweet la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Il protocollo sull’Irlanda/Irlanda del Nord è essenziale per proteggere la pace e la stabilità sull’isola e l’integrità del mercato unico”.
L’euro-dollaro è piatto, in un mercato più sottile a causa della chiusura della borsa Usa. Il cambio si muove intorno a 1,182, mentre si attendono le decisioni della Bce. Gli analisti non si aspettano novità nella linea di politica monetaria, ma guardano soprattutto al tema dell’inflazione dopo lo storico sganciamento della Fed dal target del 2%.