Il 2020 non è un anno particolarmente fortunato per la città di Milano e per il suo sindaco Giuseppe Sala. Reduce da un 2019 trionfale, col record del turismo e l’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026 insieme a Cortina, la “capitale morale” italiana è stata travolta dal Covid-19, che più che altrove ne ha messo in crisi economia e certezze. In mezzo c’è stato anche qualche “granchio” preso dal primo cittadino (si pensi alle polemiche sull’infelice slogan “Milano non si ferma”, o agli scontri con il Governo e le altre Regioni, o ancora alla grana del nuovo stadio di Inter e Milan) e poi, ieri, l’ultimo episodio: una bomba d’acqua che ha causato l’ennesima esondazione del Seveso.
Un problema annoso che Milano si trascina da tempo e sul quale proprio ieri, mentre la città si svegliava sotto 70 centimetri d’acqua (la quantità che cade in un mese), con il livello dei fiumi innalzato di oltre 3 metri (200 gli interventi dei vigili del fuoco), Sala è provvidenzialmente intervenuto: “Dopo anni di stallo – ha scritto il sindaco sui suoi profili social – questa settimana sono partiti i lavori per la vasca di Bresso. Opera che si conferma, oggi più che mai, fondamentale per risolvere la decennale questione Seveso”. L’opera però sarà pronta, nel suo insieme, solo nel 2023, e in ogni caso la prima vasca di contenimento, quella di Senago, sarà completata non prima di un anno.
E pensare che già nel 2015, cinque anni fa, il capoluogo lombardo festeggiava lo stanziamento da parte del Governo Renzi di 122 milioni per un piano che avrebbe permesso di “procedere rapidamente alla realizzazione delle opere strutturali contro il rischio di esondazioni del Seveso e del Lambro”. Ma poi tra ricorsi, arbitrati, appalti assegnati e riassegnati, e anche lo stop per il Covid, i lavori non sono mai effettivamente partiti. Un meccanismo inceppato che rappresenta bene la realtà nazionale: proprio a sbloccare questo tipo di cantieri, in tutto il Paese, serviranno il Decreto Semplificazioni e gli aiuti in arrivo da Bruxelles. In Italia, il Paese europeo con più alto rischio idrogeologico, 8 cantieri su 10 sono bloccati dalla burocrazia.
La vasca di Bresso, nel Parco Nord di Milano, è rimasta addirittura congelata per due anni per guerre legali. Ora il sindaco Sala ne ha finalmente annunciato il via libera, anche se il percorso della preziosa infrastruttura potrebbe ancora incepparsi, qualora i cittadini contrari non dovessero ritirare i ricorsi pendenti. “L’opera – ha specificato l’assessore Marco Granelli – consumerà 37 mila metri quadri di parco ma ne ridarà 109 mila in aree verdi come compensazione. I cittadini sono giustamente preoccupati, hanno già il Seveso sotto casa, lo capisco. Ma non devono immaginarsi un lago con acqua del Seveso ma con acqua pulita di falda che al massimo per sei volte all’anno, per tre giorni, funziona come spugna. Con Senago e Milano contiamo di abbattere oltre un terzo delle esondazioni”.