L’incertezza favorisce l’oro, che si muove intorno a quota 1800 dollari l’oncia.
“La crisi dovuta al coronavirus lascerà l’Europa con un ingente debito pubblico e societario, ma anche i tassi d’interesse sono destinati a rimanere bassi per un lungo periodo, limitando il peso di questo debito”. Lo ha detto il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos, sottolineando che “le prospettive per i tassi d’interesse saranno ancora più moderate rispetto al pre-coronavirus e questo sarà d’aiuto”.
In questa cornice, il Governo italiano, frenato dal confronto sul Mes, prepara nuove misure antirecessione. L’esecutivo rivedrà l’obiettivo di deficit 2020 a circa l’11,6% del Pil, dal 10,4% attuale, per finanziare un nuovo pacchetto espansivo di circa 20 miliardi.
Piazza Affari si è congedata dal mese di giugno con una seduta in lieve ribasso: -0,37%, a 19.416 punti. Quasi piatta Parigi (-0,19%), peggio Madrid (-0,64%). Più pesante il calo di Londra (-0,90%) penalizzata dalla performance dei petroliferi: Royal Dutch Shell perde il 3,2% dopo aver annunciato la svalutazione del valore delle sue attività fino a 22 miliardi di dollari. Il listino migliore è stato Francoforte (+0,64%).
L’EUROPA ARCHIVIA UN TRIMESTRE D’ORO: NOKIA SUPERSTAR
Al giro di boa di metà anno, il mercato, spaccato in due dalla pandemia, si presta ad una doppia lettura: A Piazza Affari il bilancio aprile-giugno è molto positivo: in questo periodo il rialzo è stato del 13,7%.
Nello stesso periodo, l’EuroStoxx 50 ha segnato un progresso nel 15,4%. Tra le grandi piazze azionarie del Vecchio Continente, la migliore è quella di Francoforte (+23%); tra le peggiori ci sono Madrid (+6%) e Londra (+8%).
Il comparto leader è stata la tecnologia e la miglior blue chip è stata Nokia (+41%); a seguire Siemens (+38%) e Asml (+33%).
MA DA GENNAIO DOMINA ANCORA IL ROSSO: -17%
Il quadro cambia radicalmente rispetto a gennaio. I mercati hanno compensato solo parzialmente il ribasso accumulato nel primo trimestre. Il bilancio dei sei mesi a Milano è un pesante -17%, che si confronta comunque con l’altrettanto pesante -13,5% registrato dall’indice Eurostoxx 50.
Solo nove blue chip su 40 chiudono il semestre con una performance positiva. Le cinque migliori sono Diasorin (+47%), Nexi (+26%), Recordati (+20%), FinecoBank (+13%) ed Enel (+10%).
In coda, troviamo i titoli del settore energetico: Saipem -49%, Tenaris -42% ed Eni -37%. In profondo rosso anche Leonardo (-42%) e Unicredit (-35%).
Esito positivo per le aste a medio-lungo termine del Tesoro, che hanno registrato rendimenti ai minimi da febbraio per i titoli con scadenza luglio 2025 (-24 centesimi) e agosto 2030 (-22 centesimi).
Infine, il Tesoro ha emesso la settima tranche del CcTeu scadenza 15/12/2023. L’importo assegnato è stato pari a 1,25 miliardi per un rendimento dello 0,56% (+3 centesimi).
Bene anche il decennale, con il tasso scivolato fino a 1,24%, da 1,31% e lo spread in calo a 175 punti base dai 182 della partenza.
Cresce l’offerta di titoli lunghi. Oggi il Portogallo lancerà un 15 anni tramite un pool di banche.
A brillare in Piazza Affari è stata Stm (+3,02%), spinta al rialzo dal miglioramento delle previsioni per il trimestre di Micron Technology e Xilinx.
In terreno positivo anche Diasorin (+0,41%) dopo il lancio del nuovo test Liaison Sars CoV-2 IgM, marcato Ce e reso disponibile negli Stati Uniti attraverso la notifica di validazione presentata alla Fda.
Pesanti i titoli bancari, con l’indice di settore che mostra un calo superiore all’1%. Banca Mps, dopo il balzo iniziale, è passata in territorio negativo. Dopo il via libera al varo della bad bank, il Tesoro sta predisponendo un decreto per regolare l’uscita da Siena: i rumors parlano di un possibile interesse di Banca Bpm (-2,24%), seccamente smentito da un portavoce.
Si sgonfia il rialzo del comparto: Mediobanca -3,15% dopo la lettera di Bluebell (società inglese forte dell’1% del capitale che fa capo a Giuseppe Bivona e Marco Taricco), Bper -2,94%. In calo Ubi (-2%) nel giorno del conclave dei soci bresciani.
Storna Cattolica (-3,77%) dopo il rally delle ultime sedute.
Debole Telecom Italia (-3,5%), che cede il 2,7%, appesantita dalla richiesta di danni da 1,5 miliardi di euro di Open Fiber per un supposto abuso di posizione dominante.
Nell’Aim, denaro su Confinvest (+2%), che ha completato le funzionalità dell’infrastruttura per la gestione del core business tradizionale di intermediazione di oro fisico da investimento.