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Decreto elezioni: bagarre e via libera al Senato, è legge

Dopo il brivido della seduta di giovedì, maggioranza salva: passa la fiducia con 158 voti favorevoli su 162 presenti. Si vota il 20 e 21 settembre per elezioni amministrative, regionali e referendum sul taglio parlamentari

Decreto elezioni: bagarre e via libera al Senato, è legge

Passa finalmente, dopo il brivido della seduta di giovedì pomeriggio, la fiducia sul Decreto elezioni, posta dalla maggioranza per approvare l’election day che i prossimi 20 e 21 settembre (domenica e lunedì) accorperà come ipotizzato da tempo le elezioni regionali, amministrative e il referendum per il taglio dei parlamentari. Nella seduta di giovedì erano presenti in Aula “solo” 149 parlamentari, in un primo momento ritenuti dagli uffici di palazzo Madama sufficienti a convalidare la seduta, che invece è stata poi riaggiornata ad oggi. “Si è trattato di un errore tecnico, non imputabile alla presidenza”, ha tenuto a chiarire prima del voto nominale la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che poi ha fatto il nome della vicepresidente Paola Taverna, esponente 5 Stelle che presiedeva la contestata seduta del giorno precedente.

Dopo uno scontro verbale tra le due, e tra le proteste dell’opposizione, si è finalmente proceduto al voto, stavolta valido: oggi in Aula erano presenti in 162, di cui 158 votanti. I voti favorevoli sono stati tutti e 158, zero i contrari e gli astenuti. L’opposizione, come già accaduto nel voto poi annullato, non è stata presente in Aula. Il rischio corso ieri dalla maggioranza lascia immaginare che non mancheranno le tensioni nemmeno per le prossime, e ancora più importanti votazioni, come quando tra qualche settimana il Parlamento dovrà votare le risoluzioni sul pacchetto di aiuti europei, ad incominciare dal contestatissimo Mes. Per ora il compromesso che Pd e 5 Stelle stanno tentando prevede di votare – prima del Consiglio europeo di luglio – un documento vago, che elenchi gli strumenti messi a disposizione da Bruxelles, Sure, Recovery Fund, Bei, Mes, rimandando a un secondo momento il voto sull’attivazione vera e propria.

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