Condividi

Consob, Savona propone i Btp perpetui: “Come in guerra”

Il Presidente della Commissione propone di emettere titoli senza scadenza che garantiscano una cedola fissa perpetua per sostenere la ripartenza dell’economia – Savona suggerisce anche di favorire l’azionariato popolare “per evitare il ritorno dello Stato”

Consob, Savona propone i Btp perpetui: “Come in guerra”

Bond perpetui, come in tempo di guerra, per traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Questa la proposta lanciata martedì dal presidente della Consob, Paolo Savona, in occasione dell’incontro annuale fra la Commissione e il mercato finanziario, aperto in mattinata dall’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“La solidità del risparmio italiano – ha detto Savona – è condizione necessaria ma non sufficiente affinché affluiscano risorse verso il capitale produttivo”, per questo sarebbe auspicabile l’emissione di “obbligazioni pubbliche irredimibili, strumento tipico delle fasi belliche, alle quali la vicenda sanitaria è stata sovente paragonata”.

Questi titoli, ha spiegato il numero uno della Consob, “potrebbero riconoscere un tasso d’interesse, esonerato fiscalmente, pari al massimo dell’inflazione del 2% che la Bce si è impegnata a non superare nel medio termine”. La sottoscrizione da parte dei risparmiatori “sarebbe ovviamente volontaria e l’offerta quantitativamente aperta”.

ITALIA: NON UN PROBLEMA, MA UNA RISORSA PER L’EUROPA

Quanto alla posizione dell’Italia nel contesto Ue, secondo Savona “il nostro Paese non rappresenta un problema finanziario per il resto dell’Europa e del mondo, ma una risorsa di risparmio a cui l’estero attinge in diverse forme per la sua crescita. All’Italia non mancano solide fondamenta reali, ma scarseggia la loro giusta considerazione”.

Sul versante dello spread, “la recente e ampia oscillazione come conseguenza prima delle incertezze insorte a seguito della crisi pandemica e poi del vigoroso intervento monetario, conferma la mutevolezza della fiducia”, che lo Stato ha il compito di tenere sotto controllo. Questo sarà possibile “se le autorità europee e le istituzioni sovranazionali contrasteranno le valutazioni distorte del mercato – ha detto ancora il numero uno della Consob – come già stanno facendo per la stabilità dei debiti sovrani, sottolineando la rilevanza di più ampi e validi indicatori”.

FAVORIRE AZIONARIATO POPOLARE PER EVITARE RITORNO STATO

Savona suggerisce inoltre di agevolare la formazione di capitale di rischio in sostituzione dell’indebitamento: “La soluzione di far beneficiare il capitale di rischio della garanzia statale, entro limiti e condizioni predeterminati, ma attuata in tempi brevi e in forme chiare e semplici – sottolinea – eviterebbe un ritorno non meditato dello Stato nelle imprese e consentirebbe ai piccoli risparmiatori di godere di garanzie capaci di azzerare il rischio delle proprie scelte per un periodo predeterminato”.

I risparmiatori, ha spiegato ancora Savona, “beneficerebbero inoltre dei vantaggi di una ripresa produttiva da parte delle imprese alle quali affidano i propri risparmi nel caso in cui gli investimenti avessero successo. Lo Stato spenderebbe certamente meno di quanto non faccia erogando sussidi a fondo perduto, compresi quelli destinati a imprese che non hanno possibilità di sopravvivenza; responsabilizzerebbe inoltre gli imprenditori a ben usare il risparmio ottenuto, limitando l’azzardo morale. Questa soluzione consentirebbe anche di ancorare nuovamente la finanza all’attività reale, in linea con l’obiettivo da perseguire con la nuova architettura istituzionale”.

A questo proposito, ha concluso il presidente della Consob, “un esperimento potrebbe essere immediatamente avviato partendo dalle 22.058 medie imprese, dando iniziale preferenza alle 10.838 già esportatrici e a quelle che intendono diventarlo presentando piani credibili. Lo Stato potrebbe agevolare la formazione di loro capitale proprio da parte di investitori, anche non istituzionali, per favorire l’azionariato popolare come richiesto dalla Costituzione, garantendo un ammontare medio unitario di 1 milione di euro; una volta raggiunto l’obiettivo, l’onere oscillerebbe da un minimo di 11 miliardi a un massimo di 22, che si immetterebbero immediatamente nel circuito produttivo, con effetti positivi sulla leva finanziaria”.

Commenta