Era di quei giornalisti che detestava i viaggi organizzati dalle aziende perché, pur interessanti, lo avrebbero fatto sentire un cronista “embedded”, un rischio di condizionamento che ha sempre evitato scegliendo di muoversi in proprio a caccia di notizie e inchieste. Per chi l’ha conosciuto nei tanti anni passati insieme in redazione era anche questo, Stefano Carrer, il giornalista del Sole 24 Ore di 58 anni che ci ha lasciati in seguito a un tragico incidente durante un’escursione in montagna in una zona impervia della Valle d’Intelvi nel comasco.
Era entrato nel principale quotidiano economico italiano quando ancora non aveva compiuto trent’anni con una qualità particolare ancora non molto diffusa allora, un inglese perfetto che scatenava l’invidia di non pochi colleghi. Materie prime, tanta finanza, ma Carrer aveva un desiderio che lo ha sempre affascinato e che timidamente di giorno in giorno rivelava: il Giappone, tanto da chiedere di rinunciare alle ferie pur di andare in agosto a lavorare da Tokyo.
Un sogno che si è trasformato in realtà quando il giornale milanese, che nel frattempo da via Lomazzo si era trasferito nella nuova sede progettata da Renzo Piano di viale Monte Rosa, decideva di nominarlo corrispondente dal Giappone, ruolo che Carrer ha ricoperto con passione e grande professionaltà fino a qualche anno prima di rientrare a Milano nella redazione esteri, dove per l’ultima volta si era visto martedì scorso.
Da allora di Stefano si erano perse le tracce. Due giorni di silenzio angoscioso prima del ritrovamento del suo corpo, da parte di due elicotteri del soccorso alpino, in un dirupo impervio nei boschi di Pigra e Colonno, una fatale escursione sui monti del Comasco, non lontani dalla sua abitazione di Barlassina. Addio Stefano, sarà impossibile dimenticarti.